Come gestire i pensieri fissi sul terapeuta?
Salve! dall'ultima seduta che si è tenuta un mese e mezzo fa penso sempre alla mia psicoterapeuta in modo ossessivo. Non è la prima volta che mi succede con persone che ricoprono un certo tipo di ruolo e con cui ho avuto un certo tipo di rapporto. Mi è capitato spesso con dei professori a cui mi sono particolarmente legata come per esempio la mia relatrice della triennale e il mio relatore della magistrale. Generalmente il pensiero fisso su di loro andava via via scemando fino a risolversi del tutto, anche se chiaramente il momento del distacco in questi rapporti non è mai stato semplice. Il pensiero fisso continuava per mesi di solito. Io sono una persona molto sensibile, che vede sempre ciò che c'è di più profondo negli altri, molto empatica, forse troppo. Il punto è che ci sono persone che mi affascinano veramente molto, tanto da "idealizzarle" e non riuscire a tollerare che il rapporto con loro un giorno debba finire, come il rapporto tra insegnante e studente, tra psicologo e paziente. Con la mia psicoterapeuta si era ormai concluso il percorso anche se apertamente non ce lo siamo dette (con il Covid abbiamo interrotto le sedute), ma diciamo che dopo due anni siamo riuscite a risolvere tutto quello che mi creava più problemi e ora sono felice del lavoro fatto con lei, ho "interiorizzato" la sua figura e metto in pratica quello che abbiamo fatto in terapia, anche se secondo me non si finisce mai di lavorare su sé stessi e i momenti critici ci sono sempre. E' stato un percorso bellissimo, una delle esperienze più belle della mia vita forse. L'EMDR mi ha dato tanto, ci sono state delle sedute che per me sono state veramente la chiave di svolta, ho provato emozioni veramente forti che non potrò mai dimenticare. E non posso dimenticare il rapporto speciale che c'è stato con la terapeuta, il coraggio di affrontare le cose che è sempre riuscita a trasmettermi. Io ho bisogno di persone come lei nella mia vita, perché mi danno molta carica e non riesco quindi a tollerare che un rapporto del genere debba finire. E' come se dicessi a una mia cara amica "da domani non ci vediamo né sentiamo più". In questo periodo in cui lavoro poche ore la penso sempre, come se sentissi sempre la sua figura accompagnarmi nelle giornate. E' triste pensare che forse le uniche volte in cui ci sentiremo sarà per scambiarci gli auguri di natale e pasqua, come è giusto che sia del resto: se un paziente ha raggiunto i suoi obiettivi che bisogno avrebbe di contattare il terapeuta? Si, forse voi la pensate così. Però: a me piacerebbe che lei fosse partecipe dei miei momenti belli della vita, vorrei tenerla aggiornata su quello che faccio anche se immagino non si possa fare finito il percorso terapeutico. E' come se volessi fare ancora sedute con lei solo per vederla e passare del tempo con lei.
Potreste darmi dei consigli concreti a livello cognitivo per fronteggiare questi pensieri un po' ossessivi? Ci sono delle strategie? Oppure devo semplicemente accettare queste mie emozioni e basta? Io con lei non me la sento proprio di parlarne perchè ho paura di rovinare il rapporto creato in terapia o i traguardi raggiunti. Non voglio nemmeno tornare da lei per questo, dal momento che nell'ultimo periodo di solito più andavo da lei e più mi affezionavo.
Ci tenevo a sottolineare che comunque lei è sempre stata professionale e abbiamo sempre mantenuto le dovute distanze psicologo-paziente. Nonostante il mio grandissimo affetto non mi sono mai permessa di scriverle quando non era opportuno. Solo una o due volte quando la abbracciavo a fine seduta le ho detto che le volevo bene.