Come comportarmi con mio figlio narcisista, manipolatore e violento?

Inviata da Giovy · 11 ott 2016 Disturbi della personalità

Mio figlio di 20 si sente onnipotente, mi vuole sottomessa e usa anche le mani. Sul lavoro si comporta allo stesso modo: non accetta critiche e minaccia chi gli fa notare quando sbaglia. Mi offende in continuazione e se lo invito a lasciarmi in pace, per giorni spegne il cellulare e dorme fuori casa senza darmi sue notizie. Come comportarmi con un figlio narcisista e manipolatore?

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Miglior risposta 13 OTT 2016

Cara mamma, vorrei poterti aiutare dandoti una soluzione a questa situazione che ti genera sicuramente tanta sofferenza, anche se non parli di stati d'animo o di fattori che generano i conflitti, limitandoti a descrivere solo comportamenti. Mi chiedo come sia cresciuto questo figlio, se è presente una figura paterna, se è figlio unico, quali erano i suoi comportamenti da piccolo, come è stata la sua adolescenza, i rapporti con i compagni, se ha una relazione affettiva.... mancano importanti tasselli per capire se l'aggressività dimostrata da tua figlio, che sicuramente cela una sofferenza, sia parte della sua personalità o si sia scatenata nel periodo in cui chiedi aiuto. Resto, se vorrai, in attesa di altre informazioni per poterti aiutare in maniera più efficace. Cordialmente.

Dott.ssa Simona B. Morabito Psicologo a Reggio Calabria

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13 OTT 2016

Caro Giovy,
dalle poche righe che ha scritto immagino che lei non viva una situazione serena e semplice.
Le posso suggerire di chiedere intanto aiuto per se stessa rivolgendosi ad un professionista della sua zona, che la possa aiutare a valutare la sua situazione familiare, trovando le risorse su cui far leva per migliorare la sua condizione. Ovviamente ritengo che anche suo figlio avrebbe bisogno di un supporto psicologico, in quanto in comportamento che mette in atto evidenzia la presenza di un problema. Temo, tuttavia, che non sia consapevole dei propri problemi e delle proprie reazioni inadeguate. Sono sicura, però, che se lei si farà aiutare, il cambiamento che le procurerà la terapia si riverserà anche sulla situazione familiare e a quel punto si potrebbero aprire nuovi orizzonti.

Cordialmente
Dott.ssa Monia Crimaldi
Palermo

Dott.ssa Monia Crimaldi Psicologo a Palermo

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13 OTT 2016

Buon giorno Signora Giovy, il comportamento di Suo figlio evidenzia una seria sofferenza che si esprime come violenta conflittualità nei Suoi confronti. Il problema è che sarebe necessario l'aiuto di un bravo psicoterapeuta, ma quasi sicuramente Suo figlio lo rifiuterebbe.
Ma, considerando il forte legame che vi unisce, anche se con manifestazioni così conflittuali, il modo migliore per aiutare Suo figlio e al contempo Lei stessa, (anche se sembra paradossale) sarebbe che fosse Lei a intrapprendere un percorso psicoterapeutico psicodinamico.
Per chiarire con un esempio è come se foste su due bracci di una bilancia, che oscilla in continuazione. Se quindi Lei riesce a tenerla in equilibrio anche l'altro piatto lo sarà. E le assicuro che sarebbe risolutivo. Resto a Sua disposizione e La saluto molto cordialmente. Dr. Marco Tartari, Roatto (Asti)

Dott. Marco Tartari Psicologo a Roatto

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12 OTT 2016

Gentile Signora,
immagino che il problema che espone le faccia sperimentare profonde angosce. Talvolta è proprio nella relazione con chi ci è più vicino che si sperimentano le difficoltà più grandi come se diventasse impossibile sentirsi compresi e riconosciuti per quello che sentiamo di essere. Mi viene da pensare che forse proprio questa esperienza potrebbe accomunare lei e suo figlio, nella reciproca impossibilità di portare avanti un dialogo all'interno del quale si senta riconosciuta la propria individualità. La invito a rivolgersi quindi ad un professionista della sua zona che possa accompagnarla nella lettura di questa difficile situazione relazionale e col quale possa lentamente esplorare nuove possibilità.
Auguro a lei e a suo figlio di poter ritrovare un dialogo caldo e costruttivo.
Cordiali saluti.
Dr.ssa Alice Gorelli
Centro Il Glicine, Grosseto.

Centro di Sostegno Psicologico Il Glicine Psicologo a Grosseto

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12 OTT 2016

Cara Giovy,

rpovi a rivolgersi a un professionista della sua zona (asl e/o consultorio) con il quale esplorare la sua situazione famigliare; il coportemneto di Suo filgio è molto grave (violenza fisica ect) e denota una grado fortissimo di sofferenza.
Chieda aiuto Lei per prima per poi, eventualmente, poter aiutare Suo filgio a rivolgersi lui stesso a un professionista.
Un caro saluto.

Dott.ssa Cristina Fumi
psicologa psicoterapeuta
milano

Dott.ssa Cristina Fumi Psicologo a Milano

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12 OTT 2016

Buongiorno,
Da queste poche righe sento tutta la difficoltà e il dolore della sua situazione, purtroppo rispondere alla sua domanda non sarebbe esaustivo perché i comportamenti che vi portano allo scontro sono profondi e radicati e non si possono controllare con la forza di volontà, pertanto sarebbe necessario che lei in primis si rivolga ad un esperto/a del settore che la possa accompagnare nell'esplorazione delle dinamiche che si accendono e deflagrano in maniera così violenta.
Le auguro di trovare una persona che la possa accompagnare nel suo viaggio.

Dott.ssa Eleonora Alvisini Psicologo a Frascati

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12 OTT 2016

Cara Giovy, suo figlio è molto giovane e già denota un carattere per il quale, a mio modesto parere, necessita una visita specialistica. Sicuramente un percorso con uno psicoterapeuta è indispensabile per suo figlio, oltre che per lei. Potrebbe rivolgersi alla ASL di appartenenza per essere consigliata sul da farsi. In questi casi le situazioni non migliorano da sole ma bisogna ricorrere al più presto a un aiuto. Auguri dr. Annalisa Lo Monaco

Anonimo-146364 Psicologo a Roma

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11 OTT 2016

Gentile Giovy,
innanzitutto le mani non deve usarle lei per prima (se lo fa) e non deve poi consentire a suo figlio di usarle (anche se, extrema ratio, dovesse costare una denuncia!).
Se poi suo figlio si comporta da violento e onnipotente anche sul lavoro , sperimenterà presto o tardi che gliene deriva solo un danno.
Anche per le offese, il discorso è lo stesso dell'usare le mani : non deve offendere lei per prima (se lo fa) e non deve permettere che lui lo faccia.
Inoltre, se l'invito che gli fa ad essere lasciata in pace vuol dire che (ogni tanto) lo caccia di casa, non deve poi essere lei a chiamarlo per farlo tornare : questa cosa si chiama "congruenza", serve per avere credibilità ed andrebbe alternata all'empatia quando quest'ultima serve.
Le suggerirei perciò di mettersi in discussione tramite un percorso di psicoterapia che la aiuterà contemporaneamente a correggere eventuali suoi atteggiamenti disfunzionali inconsapevoli e a trovare modalità più adeguate per migliorare la relazione con suo figlio nonostante sia narcisista e manipolatore.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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11 OTT 2016

Gentile Giovy
comprendo la sua sofferenza ed impotenza. Comprendo anche l'enorme fragilità di suo figlio, che attacca chiunque appena la sua immagine viene messa in discussione. Trasforma il suo sentirsi inferiore in onnipotenza.
L'onnipotenza, purtroppo, fa sì che difficilmente queste persone chiedano aiuto o si mettano in discussione. Attaccare è il modo di affrontare le cose, non sentirsi fragili, inadeguati, esprimendo così la loro sofferenza, che faticano persino a vedere. Sottomettono, hanno bisogno di sentirsi potenti (onnipotenti) contro l'impotenza che li spaventa e mette in crisi.
Io ho esperienza del trattamento di questa tipologia di pazienti in carcere, dove il carcere diventa elemento del percorso, per fargli sperimentare come il loro modo di essere abbia quote enormi di sofferenza e solitudine . Questo apre spazi per cambiare.
Quello che può e dovrebbe fare è cercare uno spazio dove lei possa farsi sostenere in questa relazione così difficile.
Può anche dire a suo figlio come la fa sentire, le conseguenze emotive che ha su di lei. E di certo deve restare ferma nelle sue richieste ed in ciò che dice. ( quando chiede a suo figlio di lasciarla in pace non aspettarsi poi che suo figlio non lo faccia e la cerchi).
Un caro saluto
Dott.ssa Ferrigno

Dott.ssa Jessica Ferrigno Psicologo a Torino

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