Genitori e ansia, come ne esco?

Inviata da Onde · 16 lug 2021

Buonasera, cercherò di essere quanto più obiettiva e precisa possibile. Sto vivendo un periodo veramente difficile e, senza esagerare, sento di star pian piano impazzendo e non so se sono io ad immaginarmi delle cose o stanno realmente accadendo.
Vivo in una famiglia disfunzionale. Mio padre proviene da una famiglia dove il padre è un manipolatore vittimista che ha sempre controllato tutto, compresa la morte della moglie. Mia mamma proviene da una famiglia con un padre violento, da come sono riuscita a capire e una madre con depressione e morta suicida. Anche qui non so bene se fosse una depressione non diagnosticata e non trattata e inoltre pare che mia nonna le negasse dell’affetto. Insomma, hanno entrambi un bel trascorso familiare alle spalle e mio padre credo abbia una qualche forma di ansia sociale perché ogni volta che bisogna incontrare amici o persone trova molte scuse e arrivando persino a stare male fisicamente prima dell’uscita. Inoltre da una breve ricerca rientrerebbe in molti dei segnali di un manipolatore.
Quindi i miei genitori hanno una vita sociale pressoché nulla e io ho avuto molti problemi a trovare degli amici stabili fino all’università. Anche così, le occasioni per vederli sono state molto poche. Ho avuto inoltre la mia prima relazione che si è rivelata violenta con un ragazzo che mi ha traumatizzata al punto da non intraprendere alcuna relazione per 6 anni, fino a due anni fa. Questa nuova relazione è iniziata molto bene e al momento procede bene, ma i miei genitori erano preoccupati potesse trasformarsi nella vecchia e all’inizio hanno fatto molta reticenza. Anche ora dopo 2 anni non vogliono che passiamo la notte fuori, mi hanno proibito dal fare viaggi insieme e non sopportano che io esca al mattino e torni la sera verso mezzanotte. Aggiungo che ho 24 anni e sono all’ultimo anno di magistrale e che il mio percorso sia scolastico che universitario è segnato da un’ansia che al momento si sta rivelando invalidante al punto da aver dovuto terminare prima l’ultima sessione di esami perché avevo continui attacchi di panico e ansia.
Premesso questo il mio problema inizia già dall’anno scorso dove sono stata chiamata con epiteti irripetibili al pensiero di dover trascorrere una notte fuori col mio ragazzo e che ha portato a una quasi chiusura totale di rapporti con i miei genitori. Non nascondo che mi sento costantemente male a casa e mi sento bloccata perché non guido e la cosa mi viene ricordata molto spesso come causa principale della mia non indipendenza. Allora tento di uscire almeno un giorno a settimana, ma mi si recrimina che stia fuori dalla mattina fino alla sera (il resto della settimana è passato a casa e mi si dice che sto troppo a casa). L’altro giorno è scoppiato il tutto. I miei genitori mi urlavano di andarmene e non tornarmene sapendo benissimo che non posso farlo perché non ho terminato l’università e non saprei dove andare. Mia madre mi ha detto delle cose che erano specificamente per ferirmi. Mi ha recriminato il mio stare male (ho avuto un passato da auto-lesionista e non so bene se abbia avuto anche una specie di depressione, ma sicuramente non ho bei pensieri nemmeno ad oggi) come capriccio di una bambina viziata. E io mi sento terribilmente in colpa e sto iniziando a pensare che sia vero. Lei si sente non rispettata come madre, io mi sento quasi folle a pensare di star ricevendo un trattamento non “normale” per una persona della mia età. Non so se sia la mia ansia a parlare (sicuramente sono arrivata alla conclusione che dovrò rivolgermi a uno specialista perché è diventato invalidante) ma continuo ad avere una serie di sensazioni che una volta discusse con loro vengono confutate e non capisco se sia un tentativo loro di manipolazione o mio di vittimismo.
Aggiungo anche che ho un amico con una situazione familiare a casa di violenza fisica e psicologica e i miei genitori lo sanno e mi dicono che è un mio tentativo di trasformare la mia situazione normalissima in quella. Che è un tentativo di voler andarmene di casa. Nel frattempo non riesco nemmeno a comunicare con loro perché mio padre è totalmente chiuso al dialogo e mia madre ha delle basi di psicologia e tenta di usarle contro di me. Ha iniziato a dire una serie di frasi parlando per me (per esempio “Non ti parlo perché non voglio rovinarmi la giornata” riferendosi al fatto che ultimamente e in realtà da quando ne ho memoria, quando inizia a urlare io mi chiudo senza volerlo nel mutismo perché sono consapevole che qualsiasi cosa dico verrà usata contro di me) e mi dice costantemente che sono arrogante, maleducata e il fatto che non parli è un gesto di codardia. Io nel frattempo ho tentato di spiegarle che il mio non parlare è perché mi blocco e quando ero piccola mi facevo anche la pipì sotto, ma lei non sembra recepirlo e lo considera un attacco nei suoi confronti.
Non so veramente come uscirne e nel frattempo che cerco uno specialista vorrei avere un consiglio su come comportarmi al momento con loro perché temo che il tutto si stia profilando come un ripetersi dell’anno scorso, ma peggio in quanto quest’anno ho intenzione di partire per qualche giorno col mio ragazzo. Discutere non sembra funzionare, io mi sento frustrata e si scatena un litigio, se parlo nemmeno va bene perché vengo attaccata e poi 10 minuti dopo si risolve tutto per poi essere ripreso in giornata o il giorno seguente come è accaduto oggi. Inoltre aggiungo anche che mia madre ha la tendenza a sbottare, sfogarsi a più riprese e dopo lo sfogo mi tratta come se non fosse accaduto nulla e anzi mi dice cose tipo “Ma non è che adesso non parliamo più?” e io mi sento solo in colpa e frustrata che non riesco a elaborare le cose.
Infine non so se può essere utile, ma sono la figlia maggiore e ho un fratello minore che, senza esagerare, ha una calma serafica in tutto e a volte percepisco che sia trattato “meglio” o forse è semplicemente profezia autoavverante. Mi è poi stato detto che io sono stata al centro di una lotta tra i miei genitori e la famiglia di mio padre quando avevo meno di 2/3 anni e che hanno quasi tentato di prendermi per darmi a mia zia che non può avere figli. Mia madre parlò con uno psicologo che le disse che io non la riconoscevo come mamma e che se ne sarebbe dovuta tornare dai suoi con me, ma mia nonna le negò questa possibilità, forse per onore, forse per altro.
Spero sia comprensibile perché ho la tendenza a fare confusione mentre scrivo e vi ringrazio per l’attenzione e per le eventuali risposte.

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Miglior risposta 19 LUG 2021

Gentile utente,
lei sembra aver compreso che vige una sorta di trasmissione intergenerazionale di disfunzioni e incompetenze emotivo-affettive e difatti anche lei è andata incontro ad una prima esperienza sentimentale negativa.
Ad ogni modo, pur tra comprensibili difficoltà, lei non dovrebbe perdere di vista l'obbiettivo principale di raggiungere la sua indipendenza tramite il completamento degli studi e la ricerca di un lavoro ed anche l'acquisizione della patente di guida per potersi spostare più facilmente.
Le sue energie dovrebbero essere finalizzate a questi obbiettivi e non a scontri inutili e controproducenti con i suoi genitori essendo tra l'altro in una posizione di svantaggio per la gestione del potere all'interno della famiglia.
Poter fare tutto ciò è più facile avvalendosi di un percorso di psicoterapia che le suggerisco di intraprendere quanto prima.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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22 LUG 2021

Buongiorno Onde,
La parola che racchiude il suo racconto è disfunzionale. A volte purtroppo comprendere e asserire al proprio ruolo familiare diventa difficile, le motivazioni possono essere di varia natura. Per aiutarla le consiglierei di iniziare un percorso terapeutico in quanto bisognerebbe avere più nozioni per poter trarre delle prime conclusioni sul da farsi nell’immediato. Non esiti a contattare uno specialista, la aiuterebbe a fare ordine nella sua confusione.

Gramaglia Dr. Giancarlo Psicologo a Torino

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19 LUG 2021

Gentile Onde,
da ciò che scrive percepisco una forte frustrazione e confusione familiare che si riversa completamente su di lei. Il mio consiglio è quello di definire i suoi obiettivi di vita a breve e lungo termine e di lavorare in modo determinato e decisivo su di essi per riprendersi in mano la sua vita. Per aiutarla in questo, sarebbe utile un supporto psicologico così che possa ricevere tutto il sostegno necessario.
Rimango a sua disposizione, ricevo anche online
Le auguro buona fortuna e che possa stare meglio al più presto
Dr. Massimiliano Compagnone

Dott. Massimiliano Compagnone Psicologo a La Spezia

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19 LUG 2021

Cara Onde,
vivere una situazione familiare disfunzionale può essere davvero difficile, doloroso e distruttivo. Quando si è esposti continuamente a comportamenti giudicanti e repressivi, è molto comune arrivare a dubitare dei propri pensieri e delle proprie percezioni su quanto accade.
Mi ha toccato molto leggere quanto riporta.
L’ansia in tutto questo ha un ruolo molto utile, il corpo le sta indicando che è il momento di fare qualcosa per cambiare le circostanze dolorose e stressanti.
Trovi un terapeuta al più presto.
Siccome è difficile immaginare che tutta la famiglia sia disposta ad andare in terapia, le consiglio un approccio cognitivo comportamentale. É il più efficace in termini empirici per risolvere le situazioni che vive in prima persona. Un percorso la aiuterà a tirare fuori tutte le sue risorse, potenziandole, per far fronte in modo funzionale a quanto accade in Lei e al di fuori di Lei, in modo da delimitarsi un perimetro di sicurezza figurativo attorno, in cui poter costruire il suo benessere e la sua serenità.
Lo faccia presto. Il suo tempo e la sua vita sono preziosi!
Le auguro di riuscire presto ad individuarsi e non farsi influenzare negativamente, di vivere al comando di se stessa.
Qualora decidesse, io mi rendo disponibile ad aiutarLa (ricevo anche online).
Una buona giornata,
Dr.ssa Annalisa Signorelli

Dott.ssa Annalisa Signorelli Psicologo a Belvedere Marittimo

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17 LUG 2021

Gentile Onde,
Scrivere è già un modo per tentare di fare ordine tra i vari vissuti emotivi, è questa una sua risorsa? Lei è la migliore esperta della sua situazione e della sua famiglia, modificare un sistema complesso non è un'impresa semplice, né è compito di un solo membro. Se non ho capito male la richiesta di focalizza su un aiuto temporaneo per tollerare la situazione e muoversi tra queste conversazioni che generano vissuti anche ambigui a volte, ogni persona utilizza risorse individuali, per cui non c'è una prescrizione che può aiutarla. Come se la cava di solito? Quali strategie mette in atto? Sono funzionali o disfunzionali? Sul breve o lungo termine? Ci sono comportamenti che involontariamente alimentano il problema? Eventualmente possiamo scoprire le sue risorse insieme.
Dott.ssa Michela Martini

Dott.ssa Michela Martini Psicologo a Genova

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17 LUG 2021

Cara Onde,
Mi dispiace molto per il suo vissuto familiare.
Dal suo vissuto familiare e dalla situazione attuale è ben comprensibile il suo malessere.
Il voler vivere la vita da adulta ed essere supportata ed appoggiata emotivamente dai suoi. ( vedi vacanza con il fidanzato)
I suoi, dal canto loro, hanno vissuto un infanzia travagliata e non avendo ricevuto le giuste risorse e cure hanno avuto difficoltà a trasmetterle a lei.
Sono timorosi e vorrebbero proteggerla, dato l'espediente passato suo con il suo ex.
Porti il suo ragazzo attuale gradualmente a casa e i suo genitori magari con il tempo potrebbero aprirsi, capendo che è un altra persona e storia.
Le consiglierei di intraprendere un percorso di psicoterapia sistemico familiare per elaborare il vissuto traumatico e gestire le relazioni disfunzionali in famiglia.
Vedrà che appena riuscirà a far luce sugli aspetti più burrascosi della sua vita, riuscirà a elaborare, rileggere la sua storia e trovare nuove domande e nuove strategie i suoi attacchi di panico e ansia andranno scemando sempre più.
Buona fortuna.
Cordiali saluti.

Dott.ssa Margherita Romeo

Dott.ssa Margherita Romeo Psicologo a Roma

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17 LUG 2021

Cara Onde,
Purtroppo non è possibile intervenire sulla sua famiglia, per quanto riguarda suo fratello ciascuno di noi ha il proprio modo e i propri mezzi per far fronte alle difficoltà della vita. Non posso darle consigli che abbiano effetto a breve termine, il mio invito è quello di trovare un professionista quanto prima, questo le permetterà di lavorare su sé stessa, riacquistare un senso di auto-efficacia che non venga inquinato dagli attacchi che riceve in famiglia e le fornirà le competenze per riuscire a muoversi in un contesto disfunzionale senza che questo la travolga e le insegnerà a delimitare dei confini che le permettano di mantenere la giusta distanza da quanto si verifica all'interno del suo nucleo familiare.
Resto a disposizione anche online
Un caro saluto,
Dott.ssa Camilla Ripa

Dott.ssa Camilla Ripa Psicologo a Torino

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