Bambina ha terrore dell'asilo

Inviata da Dunedain · 3 ott 2022 Psicologia infantile

Buongiorno,
mia figlia (tra pochissimo 4 anni) ha il terrore dell’asilo e dei bambini dell'asilo. Io sono il papà.
Premetto che la nostra bambina è metà italiana e metà straniera, e che attualmente l’altra lingua (non italiana) è dominante, anche perché c’è stata la pandemia ed è stata sempre a casa per mesi e mesi e perché quando io sono a lavoro la bambina trascorre dal mattino presto al pomeriggio da sola con la mamma parlando nell’altra lingua e vedendo video nell’altra lingua (lingua non europea, asiatica, quindi molto distante dall’italiano).
Mi scuso se la spiegazione sarà lunga, ma penso sia utile aggiungere più dettagli possibile.

All’inizio sembrava interessata all’asilo, quando siamo andati a presentarci alle maestre era felice ed è entrata senza problemi girando per la classe curiosa e usando vari giochi (ma eravamo solo noi genitori e lei, perché erano incontri personali per appuntamento per presentare gli alunni).
Da quando invece è cominciato l’asilo è un dramma ogni giorno con pianti e urla. I primi giorni sono stato con lei in classe, e poi io sulla panca proprio fuori la classe, in tutto due ore per poi andare a casa insieme. Ogni cinque minuti però usciva dalla classe per venire a cercarmi con la scusa di farmi vedere il disegno o per dare un bacino. Gioca essenzialmente da sola, le piace soprattutto disegnare e usare la plastilina, tutti giochi che richiedono poca interazione con altri bambini.
Poi dopo qualche giorno mi sono spostato sulla panca all’ingresso dell’asilo, dove però ancora ero visibile e facilmente raggiungibile dalla porta della classe. La bambina continuava a uscire ogni 5-10 minuti per venire da me e poi rientare in classe. Tutto questo sempre con la porta della classe aperta.

Da quando però le maestre hanno provato a chiudere la porta della classe, la situazione è precipitata e la bambina ha pianto disperata. Le maestre hanno detto di prendere più tempo, riaprendo la porta e facendomi mettere di nuovo sulla panca all’ingresso, ma ormai la bambina non accetta più quella distanza (classe-ingresso) e vuole che io sia dentro. Con me o la mamma in classe gioca, fa merenda e chiede le varie cose (ho sete, voglio fare questo gioco….) ma rimane impaurita dal contatto con gli altri bambini.
Ogni giorno sono pianti alla sera (domani non ci voglio andare) e pianti disperati alla mattina (l'asilo non mi piace, ho ancora sonno…).
Abbiamo chiesto alla bambina cosa le fa paura. Dice che “i bambini parlano a voce alta”, oppure che “i bambini fanno paura perché possono farle male”. In particolare per la paura dei bambini, sembra che in un centro estivo che ha frequentato all'estero solo un giorno un bambino le ha dato addosso un giocattolo (non so se volutamente e urtandola accidentalmente mentre passato accanto a lei).
La mamma dice che forse è perché la bambina parla poco italiano. A volte la bambina dice anche questo motivo, ma non so se è un pensiero vero della bambina o se ripete le parole della mamma (che esprime questo suo dubbio quando c’è la bambina). La bambina effettivamente parla poco italiano, ma assolutamente comprensibile e in grado di esprimere i suoi bisogni (fame, sete, pipì, voglia di disegnare o colorare….). Con la lingua della mamma fa frasi molto complesse e perfette grammaticalmente, in italiano capisce tutto (io le ho parlato sempre in italiano dalla nascita) ma parla in modo ancora sgrammaticato e con frasi più brevi (ma perfettamente in gradi di dire “mi dai questo gioco”, “voglio andare a casa”, “non mi piace”, “voglio ascoltare musica”, o esprimere preferenze specifiche come “voglio ascoltare il caffè della Peppina” o esprimere scelte, tipo scegliere tra un cibo e l’altro quando le vengono proposte alternative, chiedere un libro in particolare ricordandone il titoli, ecc..).
Nell’asilo ci sono bambini totalmente stranieri (con entrambi i genitori non italiani) e che non parlano per nulla italiano, ma anche se con pianti si sono poi abituati. Mia figlia invece rimane terrorizzata.

Arrivata all’asilo, se provo a farla entrare e le dico che aspetto fuori la classe piange, urla davvero in modo disperato, scappa dalle maestre che vengono a salutarla e si attacca alla mia gamba. Ho provato a dire “ti accompagno in classe, poi vado a prenderti un pezzo di pizza e torno in dieci minuti”, ma piange urla e si dimena e mi colpisce. Se rimango dentro con lei ok, gioca un po' e mangia la merenda e passate un paio di ore chiede di andare a casa. Senza un genitore con lei è impossibile farle accettare l’asilo. Siamo disperati.

Al parco, sicuramente perché ci siamo noi, gioca tranquillamente, osserva gli altri bambini pur essendo timida di carattere, li segue e spesso li imita (se un bambino fa un dondolo lei si mette a quello vicino e lo fa anche lei, poi quando il bambino si sposta a un altro gioco fa lo stesso lei…). Con i pochi bambini che ha conosciuto al mare o al parco gioca tranquilla (ovviamente al parco o al mare ci siamo noi vicino) e parla con loro.
A casa dice di voler giocare con le compagne dell'asilo e le nomina, ma poi quando è lì ha il terrore di entrare.

Le maestre hanno fatto fare questo periodo di presenza di un genitore per due settimane, sperando in un graduale miglioramento, ma ormai (e sono d’accordo con loro) prolungare questa situazione è inutile perché la bambina si abitua a stare solo con un genitore presente. Hanno detto quindi di tentare il distacco, seppur breve. Quindi affidarla a loro con la promessa di tornare dopo poco tempo e di tornare con un cibo che le piace, per farle vedere che il genitore torna. Mia moglie avrebbe preferito fare un approccio più graduale, provando ancora per un po' con uno di noi vicino, ma ora anche lei è convinta che farla abituare a questo “salvagente” del genitore vicino non è la cosa migliore.

Farò io questo distacco, perché essendo la bambina attaccatissima soprattutto alla mamma sarebbe più difficile.

Ultimo dettaglio: la bambina è stata a casa saltando il primo anno di asilo perché secondo la mamma era giusto tenerla ancora a casa, quindi è stata sempre con mamma (al ritorno dal lavoro anche con me), causa pandemia ha frequentato poco il parco e, sempre causa pandemia, è rimasta con la mamma bloccata fuori dall’Italia per vari mesi prima di poter rientrare (anche questo a favorito la lingua della mamma come dominante al momento). Ultimo dettaglio: essendo la prima nipotina (per entrambe le famiglie di noi genitori) è stata viziata e sempre accontentata.

Grazie per i consigli e per il vostro aiuto.

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Miglior risposta 4 OTT 2022

Buongiorno,
da quello che lei riporta sembra che la bambina abbia bisogno di lei o della sua mamma per sentirsi libera di giocare ed esplorare. L’inserimento in asilo può essere difficile e senz’altro la pandemia non ha promosso nei bambini una fiducia verso il mondo esterno, ha anzi intaccato quella che poteva essere presente nei genitori. Detto questo concordo con la collega che le ha già risposto, è utile capire come questa difficile separazione (l’ingresso in asilo) venga vissuta da tutti i componenti della famiglia: in questo modo se ne potrebbe trovare una spiegazione e da lì cercare di elaborarla. Le auguro di superare questo momento difficile e resto a disposizione,
VR

Dott. ssa Viola Rastrelli Psicologo a Milano

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4 OTT 2022

Buongiorno Dunedain, grazie per aver condiviso qui un pezzetto della vostra storia.
Le prime separazioni dai genitori per i bambini dell'età della vostra bambina possono risultare difficili per i piccoli, che sentono venire meno la presenza fisica che rassicura e per i genitori, che affidano per le prime volte la bambina all'esterno.
Potrebbe essere utile chiedere una consulenza ad un* psicoterapeuta, magari sistemico-famigliare che aiuti le parti in gioco a trovare delle modalità per superare questo momento critico con gentilezza e pazienza.
Mi rendo disponibile ad ascoltarvi, dott.ssa Marta Lanfranco

Dott.ssa Marta Lanfranco Psicologo a Torino

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