Ansie, insoddisfazioni e paure verso la vita.

Inviata da Riccardo, olac · 31 gen 2023 Autorealizzazione e orientamento personale

Buongiorno, sono Riccardo, un ragazzo di 21 anni. Dico subito che soffro in maniera considerevole di disturbi legati all'ansia, tachicardia e attacchi di panico. Vivo malevolmente ogni giornata della mia vita. L'origine di questi disturbi è difficile da calendarizzare, ma le tematiche sono monotone e ossessive: temo di non godermi la giovinezza, di essere costantemente fuori corsa e di perdermi occasioni ghiotte per concretizzare la canonica stabilità dei miei anni.

Sono considerato da tutti un bel ragazzo, non solo dai cliché familiari, ma anche dai riscontri con l'altro sesso. Eppure, sono vergine, senza aver mai vissuto una relazione seria. Quando beneficio dell'occasione di poter frequentare una ragazza, prediligo fuggire, inacidirmi e liquidare apaticamente l'altra persona, disincentivando l'interesse a proseguire il rapporto. Sembro un sociopatico, un misantropo e probabilmente a ragione.

Nel corso degli anni mi sono rifugiato in una larva di cultura libresca, cinematografica e artistica. Mi sono posto su un triclinio fatto di sapere e conoscenze. Sono terribilmente eccentrico, sia nel modo di pormi, che di vestirmi. Talvolta, questo ha generato diffidenza e ghettismo, tacciandomi di superficialità e arroganza da estranei e conoscenti.

Quando esco in compagnia non parlo mai, salvo non si trattino argomenti culturalmente che mi interessano. Non tento nemmeno un minimo di approccio generale per conoscere qualcuno. Semplicemente, mostro esplicitamente che non me ne frega nulla e preferisco che rifugiarmi nei miei pensieri e problemi, assentandomi dai presenti. Mi risintonizzo solamente ci fossero complimenti e riscontri estetici nei miei riguardi.

Ho perso tutti gli amici delle scuole e dell'infanzia, e fatta eccezione per mia madre e mia sorella, non ho alcun tipo di interazione esterna. Mio padre non c'è mai stato, nonostante viva ad una distanza poco considerevole da casa mia. Negli anni ho finito per sviluppare un odio tossico e faccio di tutto per smarcarmi dalla sua figura, umana, quanto estetica.

Mia madre è avanti con gli anni e l'idea che possa succederle qualcosa mi manda nel panico. Senza di lei, sarei perso e la presenza della sola mia sorella non basterebbe a colmare il vuoto. Spero sempre di renderla felice e soddisfatta della persona che sono e mi consumo con le paure virulente di non fare in tempo per soddisfare le sue bramosie riuscitive nei miei riguardi.

Sono inconcludente su ogni fronte: ho mollato per ben due volte l'università, in due facoltà diverse, senza mai presentarmi una sola volta a lezione. L'idea di concedermi alle mura accademiche mi sconvolge e fagocita al panico. Quando ho provato a studiare una materia universitaria sono caduto in profondi stati depressivi, ma l'idea di tornare al mio mondo, alla mia concezione di sapere mi riporta alla contentezza. Scarico i libri che dovrei studiare, per tornare ad altri materiali di mia fonte. Abbandonerei tranquillamente la realtà universitaria - 3 anni, ormai, procrastinanti - non fosse per il pensiero logorante di perdermi un tassello fondamentale della mia vita e scontentare, eventualmente, mia madre.

Ho ansia per la qualsiasi: che sia un nuovo lavoro, un appuntamento o una visita. Non dormo la notte e mi sveglio con il battito accellerato.

Soffro di un indecisione cronica per ogni bivio della mia vita: che sia una scelta culinaria o uno sbocco professionale. Una volta presa, mi consumo dai sensi di colpa, per le eventuali scelte sbagliate e cosa sarebbe potuto succedere avessi preso un'altra strada. Una sorta di "sliding doors" febbrile.

Ho, inoltre, una tremenda paura della vecchiaia, di perdere la bellezza e la sfioritura odierna, per ritrovarmi, nel giro di qualche anno, pelato, brutto e come mio padre, senza avere, in quel caso sì, la possibilità di essere considerato e apprezzato dal prossimo come lo sono oggi. Questo mi porta ossessivamente, in periodo alterni, a controllarmi i capelli e scattarmi foto cronistoriche per testimoniare eventuali cambiamenti.

Insomma, il mio quadro è scioccante. Sono perennemente insoddisfatto della mia vita, ma invece di godermi quanto vorrei, instrado una forma di immobilismo che mi chiude nella confort zone, precludendomi possibilità conoscitive o chicchessiano.

Ho pensato di come sia inutile e fantoccia la mia prospettiva futura e sinceramente, in più di un'occasione, di farla finita. Chiedo aiuto perché non ce la faccio più.

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Miglior risposta 1 FEB 2023

Buongiorno Riccardo, grazie per aver condiviso con noi la questa sua sofferenza esistenziale.
Dice che non riesce a godersi quanto vorrebbe, cosa vuole? Qual è il suo futuro agognato?

Intravedo, e mi permetta l’eventuale incomprensione, la paura della decadenza, del tempo che passa senza averlo vissuto veramente, del corpo che rimanda alla limitatezza della vita e di un’esteriorità che, con il tempo, potrebbe sempre più somigliare alla figura paterna dalla quale si vuole assolutamente demarcare.
Il terrore di fare scelte che non permettono di tornare indietro per recuperare il tempo perso.
La preoccupazione di non sfruttare questo tempo che rimane per soddisfare e rendere felice sua madre, al momento unica figura di attaccamento che sembra emergere.
Come diceva Martin Heidegger noi siamo tempo. E il suo disagio sembra essere questo rapporto con il tempo.
Saluti.
MR

Dott.ssa Manuela Rinaldi Psicologo a Senigallia

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11 FEB 2023

Gentile utente,
i fenomeni che lei descrive fanno pensare ad un disturbo di natura ansiosa. Per i problemi di ansia è opportuno intraprendere un percorso di psicoterapia al fine di poter meglio comprendere le funzioni relazionali del sintomo. Nel caso restiamo disponibili anche on- line.
Cordiali saluti
Studio associato Dott. Ferrara Dott.ssa Simeoli

Dott. Ferrara e Dott.ssa Simeoli Psicologo a Quarto

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Le consiglio una terapia breve strategica per gestire l'ansia. In pochi mesi può raggiungere buoni risultati....

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1 FEB 2023

Buongiorno
Penso che per la sua ansia, per la sua insicurezza,
E per altre situazioni. Le sarebbe utile un percorso di psicoterapia per analizzare le varie problematiche.
Dott.ssa Patrizia Carboni
Psicologo Psicoterapeuta
Roma

Dott.ssa Patrizia Carboni Psicologo a Roma

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1 FEB 2023

Gentile Riccardo,
da quello che racconta l'ansia ha preso il sopravvento in molti ambiti della sua vita. Infatti sembra che il suo stato di apprensione non è determinato da un qualche fattore in particolare, quanto piuttosto da una realtà esterna vissuta come piena di minacce e di pericoli. Non riesce a stare mai bene perché è in costante “allerta”. Percependo il proprio ambiente come minaccioso, rilassarsi diventa un comportamento da incoscienti, in quanto il pericolo potrebbe coglierla di sorpresa. Quindi preferisce evitare, rimanere nella sua "safe-zone", nella sua "comfort zone". Ed anche il rimuginare diventa un modo per affrontare le situazioni, controllare la realtà e prevenire i problemi. La sua attenzione può arrivare a focalizzarsi senza sosta sui potenziali pericoli.
Tutto ciò che sta facendo lei lo sta facendo a fin di bene, per proteggersi e tutelarsi, ma spesso è ciò che una persona fa nel tentativo di risolvere il problema che costruisce il problema stesso e lo fa peggiorare. Per uscire dal problema è necessario quindi rompere questo circolo vizioso di queste “tentate soluzioni”, sostituendo i comportamenti disfunzionali con comportamenti più funzionali e costruire una nuova modalità di percepire la realtà e di reagire ad essa.
Le consiglio, pertanto, di rivolgersi ad un professionista, per affrontare le sue difficoltà e per trovare delle strategie funzionali.
Spero di esserle stata utile e resto a disposizione per un'eventuale consulenza psicologica.
Saluti.
Dott.ssa Deborah De Luca

Dott.ssa Deborah De Luca Psicologo a Monterotondo

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1 FEB 2023

Buongiorno, temo che qualche consiglio non basti. Ci sono tratti narcisistici sottostanti di una certa importanza e il sintomo ansioso è solo la punta dell'iceberg. Se riesci ad affrontare e risolvere gli argomenti e blocchi principali (mamma, papà, gli altri) ti stupirai tu stesso dei progressi che farai. Serve, però, una psicoterapia (possibilmente non cognitivo-comportamentale anche se va tanto di moda)

Dott. Matteo Mossini Psicologo a Parma

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1 FEB 2023

Caro Riccardo, quanta concretezza e, al contempo, astrattezza nel suo trascritto. Si percepisce il desiderio di vivere, di godere di quanto l'esterno possa offrirti ma, parallelamente, il timore paralizzante di farlo la conduce a rifugiarsi in una realtà astratta, quale quella dei libri, o nelle sue certezze di vita: sua madre, sua sorella e la sua bellezza esteriore, quest'ultima enfatizzata e rimarcata perché certo di trarne delle attenzioni. Sicuramente questa sua strategia difensiva l'ha portata a cogliere, nel tempo, degli aspetti di lei che apprezza e a difendersi da altri più infausti. Ma ad oggi, ho la percezione, che questa sua strategia le si stia torcendo contro impedendole di vivere la vita così com'è.. frettolosa, in mutamento, ma pur sempre vita, quella per cui siamo chiamati ad agire fin dalla nostra nascita. Apprezzo di lei il suo mettersi in discussione, la sua schiettezza e autenticità e, in funzione di quest'ultima, le consiglierei di intraprendere un percorso psicologico che la aiuti ad uscire dal suo bozzolo protettivo e ad accogliere le sue paure, all'interno di un rapporto intimo e protetto come quello clinico.
Resto a disposizione per qualsiasi perplessità.
A presto.

Dott.ssa Alessia Di Pancrazio

Dott.ssa Alessia Di Pancrazio Psicologo a Milano

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