Buongiorno, amo un vedovo di 17 anni in più e per il quale da due anni ho lasciato mio marito. Io non ho figli lui vive con uno dei figli di 22 anni e ha un'altro di 28 che pur convivendo in un'altra casa, viene spesso a qualunque ora a casa del padre privandoci della serenità della nostra privacy. Col tempo ho capito che il mio desiderio è di avere una vita di coppia senza la presenza quotidiana dei figli con cui c'è un rapporto di serena circostanza ma poco feeling, cosa che mi impedisce di dire quando si comportano in modo maleducato in casa o menefreghista nei confronti del padre. Lui dice sempre sì a qualunque loro richiesta soprattutto economica per evitare loro ( secondo lui) una sofferenza ulteriore dopo la perdita della madre. Io gli chiedo di prenderci uno spazio tutto nostro e di spingere i figli, il più piccolo a essere più indipendente ( consuma soldi in vestiti, cene e pretende ormai da due anni di vivere con la sua ragazza in casa del padre senza mai collaborare all' economia domestica ne alle faccende necessarie). Il più grande ormai maturo, ad essere più discreto in casa. La mia richiesta è: posso pensare che lui dica ai suoi figli che essendo grandi devono vivere la loro vita in maniera indipendente in modo che anche lui possa essere libero di viversi la sua relazione con me anche dal punto di vista delle scelte economiche? Vi ringrazio moltissimo dell'aiuto Claudia Bari
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31 GEN 2023
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Buongiorno Claudia,
naturalmente lei può spiegare al suo compagno che i figli, ormai grandi, potrebbero (e dovrebbero!) essere più autonomi ma non sono certa che lui avrebbe voglia di ascoltarla, credo che lui senta di doverli ancora proteggere dalle difficoltà della vita , come ha fatto quando la madre è morta e loro erano più piccoli.
Penso che lei debba essere molto cauta e diplomatica se vuole affrontare con lui questo argomento e, se mi consente un consiglio, credo che prima di qualunque osservazione lei dovrebbe lodare il coraggio del suo compagno, la sua determinazione, il suo senso di responsabilità e il forte affetto che lo lega ai figli, sia perchè se lo merita, sia perchè se lei fa partire le critiche lui potrebbe sentire svalutati il suo impegno e le sue fatiche degli ultimi anni e potrebbe reagire irrigidendo il suo stile relazionale, specialmente con lei.
Un accompagnamento psicologico (anche solo per lei) potrebbe essere utile in questo contesto, dal suo scritto mi sembra di capire che siete entrambe brave persone e sarebbe un peccato compromettere la relazione.
31 GEN 2023
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Buongiorno Claudia, non ci sono cose che può o non può dire. Bisognerebbe capire, avendo conoscenza e sensibilità della situazione, su cosa è ragionevole cercare una modifica. Tempo che la persona alla quale venga chiesto il maggiore adattamento sia lei, in quanto al suo arrivo la situazione era già strutturata in un certo modo e le dinamiche famigliari già presenti. Questo non per dire che è giusto così ma potrebbe essere molto faticoso indurre dei cambiamenti che ha tutto il diritto di pretendere. Temo che si debba trovare una via di mezzo a cui si giungerà per successive approssimazioni. Rispetto alla sua richiesta di indipendenza ad esempio, dubito si possa applicare a quello di 22. Un pò di sano buonsenso può aiutare ad evitare che la situazione diventi troppo conflittuale. Una visione sistemica (terapia famigliare) in questo caso potrebbe aiutare, anche a livello di consulenza.