Sono malato. Lo dico a mio figlio?

L'articolo sottolinea l'importanza della comunicazione ai minori in momenti difficili come può essere quello della malattia di un familiare.

3 LUG 2014 · Tempo di lettura: min.
Sono malato. Lo dico a mio figlio?
Molte famiglie si trovano a dover scegliere se dire o non dire rispetto a situazioni delicate come può essere quella della malattia.

Gli atteggiamenti sono principalmente due:

1) Non dico nulla o rispondo con bugie alle domande che mio figlio fa; lo faccio solo per non spaventarlo, è troppo piccolo, non capirebbe!

La scelta del non dire si rivelerà nel breve tempo ingestibile e controproducente. In realtà celare ai figli, specie se piccoli, la verità su una malattia crea un buio comunicativo: si alimentano angosce e paure, c'è il rischio che facciano inferenze errate e si creino fantasie negative; inoltre i bambini si crederanno colpevoli per qualcosa che non hanno fatto. Già a 3 anni i bambini comprendono che la malattia può colpire le persone vicine, a 4 anni sanno che ci si ammala e che si può morire non solo di vecchiaia. 

2) Dico la verità e spiego che cosa sta succedendo.

I bambini guardano noi e il mondo che ci circonda, mondo dove più nulla viene celato, fanno domande e vogliono sapere la verità. I nostri figli non sono passivi ma sono in grado di percepire a tutti gli effetti che in famiglia è cambiato qualcosa, percepiscono i messaggi non verbali, i silenzi carichi di tensione e paura. 

Ecco perchè, a mio avviso, per il benessere psicologico dei minori e di tutta la famiglia è importante dire in modo sincero che cosa sta accadendo. Non esiste un manuale di istruzioni per una comunicazione così delicata. Un consiglio potrebbe essere quello di usare il linguaggio delle fiabe che aiuta a dire verità dolorose mantenendo lo spazio di fiducia e speranza. La terapia della parola e dell'amore curano, calmano e rassicurano. 

Il modello A.M.A.R.E. può fornire ulteriori suggerimenti per comunicazioni così delicate:

A= Accordo: i genitori devono essere d'accordo sull'importanza di una comunicazione così particolare al figlio

M=Momento: è importante trovare uno spazio e un tempo ideali per la comunicazione

A=Ascolto: quello che il bambino già conosce, spesso è sorprendente quante cose sappia. E' una conoscenza a noi utile perchè ci permette di correggere alcune conoscenze che possono essere errate.

R=Ridare fiducia: incoraggiare e rassicurare il bambino, lasciare lo spazio alle sue domande

E= Empatia: accogliere le sue reazioni e stato d'animo, fargli capire che gli adulti comprendono la sua tristezza e paura. 

Il silenzio non è d'oro: è il nemico dal quale occorre sfuggire per il benessere dei nostri figli e di tutta la famiglia.

 

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Scritto da

Dott.ssa Giorgia Vacchini

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