Ortoressia: l’ossessione del mangiar sano

Mangiar sano è un bene, ma a volte si perde il senso della misura e persino quello che sarebbe un comportamento auspicabile diventa un'ossessione: parliamo dell'Ortoressia.

25 OTT 2021 · Tempo di lettura: min.
Ortoressia: l’ossessione del mangiar sano

"Virtus stat in meedis".

Aristotele svela in questa citazione l'elisir per una vita longeva, individuando cioè nella giusta misura delle cose il segreto per vivere bene. Ovviamente la saggezza dei greci è inoppugnabilmente vera, infatti anche l'eccessiva ricerca del benessere può rivelarsi dannosa. Questa premessa ci permette di capire cosa si cela dietro l'Ortoressia.

Pochi conoscono questo disturbo alimentare ma, di recente, Nutrimente (associazione per la prevenzione, la cura e la conoscenza dei disturbi del comportamento alimentare) ha condotto un'indagine su circa 1200 italiani, uomini e donne di età compresa tra i 18 e i 65 anni per capire quale sia il rapporto delle persone col cibo. Ne è emerso che un italiano su 3 è una potenziale vittima di Ortoressia.

Ortoressia: di cosa si tratta?

Quando il pensiero del cibo diventa fisso, crea una preoccupazione emotiva tale da rendere l'alimentazione molto rigida e selettiva, dunque vi è una patologica attenzione alla nutrizione. Mangiar sano è un bene, ma a volte si perde il senso della misura e persino quello che sarebbe un comportamento auspicabile diventa un'ossessione (Aristotele aveva senza dubbio ragione!).

Secondo i dati diffusi dal Ministero della Salute, sarebbero oltre 3 milioni gli Italiani con disturbi alimentari e di questi il 15% soffrirebbero di Ortoressia, con una sorprendente prevalenza di uomini (11,3%) rispetto alle donne (3,9%). Questo "fanatismo alimentare" si caratterizza da una compulsiva pianificazione dei pasti riguardanti tutta la settimana accompagnato da un anormale tempo speso nei supermercati alla ricerca degli alimenti più salutari presenti sugli scaffali.

Si stima che le persone affette da Ortoressia passino più di 3 ore al giorno a pensare al cibo: cosa mangiare e come prepararlo? È salutare o non lo è? Meglio evitare e mangiarlo ogni tanto? Questi sono i tipici dubbi che un Ortoressico si pone incessantemente.

Secondo Sara Bertelli, psichiatra e presidente di Nutrimente Onlus, il confine tra un comportamento alimentare molto attento alla salute e un disturbo vero e proprio è quasi impercettibile , ma ci sono alcuni indicatori che marcano la differenza.

Chi è affetto da Ortoressia, oltre che essere assalito dal pensiero del cibo costantemente, evita tutti gli alimenti considerati fonte di contaminazione e intere categorie di cibi (vedasi la carne rossa, i salumi ma anche le verdure, perché contaminate da pesticidi).

Il problema è che nulla è privo di contaminazioni ed infatti la dieta diviene sempre più restrittiva con le dovute conseguenze pratiche e sociali, perché, per esempio si passa tanto tempo al supermercato per scegliere il cibo "giusto" oppure si declinano inviti a cena fuori come fossero eventi traumatici.

L'Ortoressia dunque ha un impatto sull'aspetto relazionale perché chi ne soffre si isola completamente in una bolla fatta di un falso benessere perché l'impatto sulla salute non è meno rilevante. L'Ortoressico rischia di diventare denutrito perché priva l'organismo di nutrienti fondamentali. Appare spontaneo paragonare questa patologia all'anoressia.

In entrambi i disturbi c'è il pensiero ossessivo nei confronti del cibo, ma la molla propulsiva è diversa: l'Ortoressia nervosa si differenzia da anoressia e bulimia, perché l'obiettivo iniziale non è quello di raggiungere un peso ideale ma piuttosto mantenere il proprio corpo puro e sano. Paradossalmente quindi, questo meccanismo letale parte dall'idea di star bene, attraverso un'alimentazione equilibrata e mirata, ma a volte questa sana intenzione può trasformarsi in un fanatismo alimentare che fonda le proprie convinzioni in conoscenze superficiali e non validate.

In quest'ottica è più vicino allo spettro ossessivo-compulsivo che a quello dei Disturbi della Condotta Alimentari.

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Scritto da

Dott.ssa Clarissa Guercioni

Bibliografia

  • Ortoressia. Quando il cibo diventa un'ossessione. Pierluigi de Pascalis (Armando Editore)

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