La riscoperta del sentimento di maternità tra amore e aggressività
Scoprire di amare incondizionatamente il proprio bambino appena nato qualche volta comporta anche la scoperta di sentimenti ambivalenti.
La scoperta dell'amore incondizionato verso il proprio bambino appena nato comporta, in alcuni casi, anche la scoperta di sentimenti a prima vista ambivalenti.
Se da una parte siamo abituati a pensare, erroneamente, che l'amore per il piccolo sia "pronto" nel nostro corredo genetico, dall'altra esiste un timore relativo all'incompetenza di amare e l'allontanamento di tutti quei sentimenti naturali che potrebbero minare la relazione diadica, sentimenti come l'aggressività, la fatica, la rabbia.
L'amore materno è soggetto, ancora oggi, ad una sorta di idealizzazione che, spesso, porta molte madri a non riconoscere e/o accettare quei momenti di irritazione, stanchezza ma a volte anche di aggressività e collera verso il figlio e/o se stesse, momenti quasi sempre accompagnati da un potente vissuto di colpa e vergogna.
La tendenza generale è la negazione di questi sentimenti. Una delle immediate conseguenze di tale negazione è, a livello più visibile, l'isolamento, proprio in un momento di vita in cui appare fondamentale condividere esperienze (ad esempio con altre mamme) e sentimenti.
La repressione del livello cosciente tende, inoltre, a "nascondere" i vissuti considerati negativi nella parte inconscia di noi, dove questi continuano ad agire, inconsapevolmente appunto, con i rischi che le soppressioni comportano.
Quindi è importante sapere che anche l'aggressività è una componente dell'amore, anche di quello materno: solo in questo modo si può accettarla ed elaborarla, trasformandola in qualcosa di positivo nella relazione con il figlio.
Non è strano perché l'aggressività è un impulso vitale, necessario per sopravvivere che fa parte della natura dell'uomo. Questo impulso può essere distruttivo se vissuto allo stato puro, senza la mediazione della ragione o della coscienza. Nella sua forma più elaborata e consapevole si trasforma invece in una spinta vita estremamente positiva: è un modo di affrontare i conflitti della vita e di cogliere le occasioni senza tirarsi indietro.
Risulta importante, dunque, sopratutto in questa fase di vita, ascoltare se stessi e accogliere i propri bisogni, riconoscere le proprie paure e i propri timori e fare spazio alla comprensione, invece che alla paralisi della paura.
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