La riscoperta del sentimento di maternità tra amore e aggressività

Scoprire di amare incondizionatamente il proprio bambino appena nato qualche volta comporta anche la scoperta di sentimenti ambivalenti.

1 MAR 2016 · Tempo di lettura: min.
La riscoperta del sentimento di maternità tra amore e aggressività

La scoperta dell'amore incondizionato verso il proprio bambino appena nato comporta, in alcuni casi, anche la scoperta di sentimenti a prima vista ambivalenti.

Se da una parte siamo abituati a pensare, erroneamente, che l'amore per il piccolo sia "pronto" nel nostro corredo genetico, dall'altra esiste un timore relativo all'incompetenza di amare e l'allontanamento di tutti quei sentimenti naturali che potrebbero minare la relazione diadica, sentimenti come l'aggressività, la fatica, la rabbia.

L'amore materno è soggetto, ancora oggi, ad una sorta di idealizzazione che, spesso, porta molte madri a non riconoscere e/o accettare quei momenti di irritazione, stanchezza ma a volte anche di aggressività e collera verso il figlio e/o se stesse, momenti quasi sempre accompagnati da un potente vissuto di colpa e vergogna.

La tendenza generale è la negazione di questi sentimenti. Una delle immediate conseguenze di tale negazione è, a livello più visibile, l'isolamento, proprio in un momento di vita in cui appare fondamentale condividere esperienze (ad esempio con altre mamme) e sentimenti.

La repressione del livello cosciente tende, inoltre, a "nascondere" i vissuti considerati negativi nella parte inconscia di noi, dove questi continuano ad agire, inconsapevolmente appunto, con i rischi che le soppressioni comportano.

Quindi è importante sapere che anche l'aggressività è una componente dell'amore, anche di quello materno: solo in questo modo si può accettarla ed elaborarla, trasformandola in qualcosa di positivo nella relazione con il figlio.

Non è strano perché l'aggressività è un impulso vitale, necessario per sopravvivere che fa parte della natura dell'uomo. Questo impulso può essere distruttivo se vissuto allo stato puro, senza la mediazione della ragione o della coscienza. Nella sua forma più elaborata e consapevole si trasforma invece in una spinta vita estremamente positiva: è un modo di affrontare i conflitti della vita e di cogliere le occasioni senza tirarsi indietro.

Risulta importante, dunque, sopratutto in questa fase di vita, ascoltare se stessi e accogliere i propri bisogni, riconoscere le proprie paure e i propri timori e fare spazio alla comprensione, invece che alla paralisi della paura.

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Scritto da

Dott.ssa Martina Fabbrizzi

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