DIABETE: l'accettazione della malattia

Che impatto ha la diagnosi della malattia cronica, nello specifico il diabete, nella persona? Che cosa si prova e come fare per affrontarla? Chi ci può aiutare?

7 GEN 2015 · Tempo di lettura: min.
DIABETE: l'accettazione della malattia

Il diabete fa parte del gruppo di malattie organiche gravi e croniche: grave perché se non curata può dar luogo a complicanze, cronica in quanto sarà presente per tutta la vita della persona.Per questi motivi e per le diverse caratteristiche psicologiche di ciascuno, il diabete è una malattia che – talvolta - può far emergere difficoltà nella sua accettazione e – quindi - creare sofferenza emotiva. Sin dall'inizio infatti, e cioè dalla diagnosi, dal punto di vista psicologico spesso accade che la malattia irrompa all'improvviso nella vita di un individuo e questo evento inaspettato può essere vissuto come molto stressante: esso "spezza" la vita della persona - esisterà un "prima" - dove tutto sommato c'era un benessere o una normalità, ed un "dopo" - vissuto come "perdita" - che cambia completamente le sensazioni psicologiche del malato. Inoltre cronicità e complessità della malattia diabetica esigono una buona adesione alle regole igienico-alimentari-mediche ed un miglioramento dello stile di vita, cosa che rende ancora più difficile il superamento dell'impatto psicologico della malattia stessa.

Dopo la diagnosi

È possibile, quindi, che dopo la diagnosi possano comparire nel paziente emozioni come rabbia, paura, senso di impotenza, ansia e/o depressione, che sono del tutto normali essendo espressioni necessarie per liberarsi dalla tensione emotiva interiore; quando però queste raggiungono un'intensità troppo elevata ed interferiscono eccessivamente con la quotidianità, sarebbe opportuno valutare la possibilità di avvalersi dell'aiuto dello psicologo. Questi, affiancando e sostenendo la persona, tenderà ad agevolare l'espressione degli stati emotivi per capire come gestirli in maniera più proficua; per individuare, esplorare ed utilizzare meglio le proprie risorse in modo da affrontare in maniera più adeguata le problematiche connesse alla malattia stessa.In che cosa consiste, nella pratica, il supporto psicologico per gli ammalati di diabete?Si tratta di colloqui, individuali o di gruppo, che hanno lo scopo di alleviare la sofferenza emotiva del paziente nelle fasi più faticose della malattia. La scelta tra incontri singoli o di gruppo, avviene attraverso una prima conoscenza e valutazione della caratteristiche specifiche della persona. I due approcci sono molto diversi: nel primo caso si privilegia il rapporto uno-uno lavorando esclusivamente su sé stessi, potendo così approfondire le proprie dinamiche; nel secondo caso si utilizza la condivisione dei vissuti, delle esperienze e delle strategie, lavorando col gruppo.In ambedue i casi, gli obiettivi da raggiungere saranno vari e conseguibili per gradi, si lavorerà cioè per:- l'acquisizione di un maggior grado di auto-consapevolezza per meglio affrontare le ansie nella gestione della malattia; - favorire l'accettazione delle caratteristiche personali, non più vissute come "limiti" ma come "stimoli" per attivarsi;- acquisire il ruolo di soggetto attivo e propositivo nei confronti della malattia; - mettere in atto specifiche strategie comportamentali rivolte alla creazione di nuove abitudini personali;- integrare le nuove acquisizione per favorire l'accettazione della malattia.

Seguire un percorso di sostegno

Seguire un percorso di sostengo psicologico significa, dunque, concedersi uno spazio da poter dedicare a sé stessi, che possa fornire l'opportunità per esternare, discutere e confrontarsi su argomenti e decisioni importanti; per cercare di risolvere dubbi e porre domande con lo scopo comune di "normalizzare" il proprio status emotivo. Sarà l'occasione per meglio metabolizzare l'evento-malattia e farlo entrare a far parte della propria vita, della propria quotidianità, attraverso l'attenuazione del malessere psicologico ed il conseguimento di un rafforzamento personale.

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Scritto da

Dott.ssa Roberta Viola

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