Come tenere a bada le preoccupazioni ai tempi del CoVid-19

Nell'articolo si spiegherà brevemente il ciclo dell'ansia, la funzione dei pensieri ripetitivi e la loro loro gestione.

23 MAR 2020 · Tempo di lettura: min.
Come tenere a bada le preoccupazioni ai tempi del CoVid-19

"L'ansia è come una sedia a dondolo: sei sempre in movimento, ma non avanzi di un passo" J. Picoult

Quando parlo del disturbo d'ansia scelgo sempre questa metafora perché credo che rendi bene l'idea di come l'ansia faccia sentire le persone. Quando si è ansiosi, si avvertono molti sintomi fisici (agitazione, tremore, tensione o tachicardia...) e molti sintomi psicologici (come preoccupazione esagerata, previsione di scenari negativi o catastrofici...) che attivano l'organismo, spronandolo all'azione; se non fosse che in realtà, quando si parla di ansia patologica, essa non faccia muovere di un passo. Questo perchè il più delle volte questi sintomi bloccano la persona, portandola all'interno di un "loop" dal quale è poi difficile uscire.

Perché si crea questo "loop"?

Perché il corpo e la mente sono interconnessi ed hanno una relazione tra loro bidirezionale: il corpo influisce sulla mente e la mente influisce sul corpo.

Se dovessimo analizzare il ciclo dell'ansia nello specifico, però, potremmo dire che solitamente è la nostra mente, i nostri pensieri che in primo luogo elaborano le informazioni provenienti dall'esterno (eventi, ad esempio le notizie che ascoltiamo dai telegiornali) o dall'interno (corpo, ad esempio la preoccupazione che possa accadere qualcosa a noi o ai nostri cari) come degli stimoli minacciosi anziché neutri. Sono i pensieri estremizzati e catastrofici a provocare i sintomi fisici che prenderanno forma nel corpo (sudore, agitazione, ecc) portando la persona ad interpretare nuovamente tali sintomi fisici come pericolosi e quindi alimentare sempre più l'ansia.

Quello che dovremmo ricordare è invece che le paure sono spesso immotivate o comunque non realistiche, poichè ciò che impaurisce il più delle volte non coincide con la vera realtà delle cose. Ad esempio, prendendo in riferimento il periodo che stiamo vivendo, potremmo essere preoccupati ed allarmarci più del dovuto non appena avvertiamo un piccolo dolore fisico o, addirittura, pensare al peggio ogni volta che ascoltiamo un notiziario.

L'ansia, lo stress e il rimuginio sono le reazioni tipiche che possono sorgere in questa delicata situazione di isolamento.

Lo stravolgimento della routine quotidiana, la mancanza di interazione con persone esterne alla famiglia (o per chi vive da solo, l'assenza di persone fisiche accanto), l'impossibilità a muoversi (soprattutto per chi era abituato ad essere molto attivo), ecc. sono tutti aspetti che possono accrescere la sensazione di non essere in grado di gestire questo difficile momento, soprattutto per coloro che già soffrivano d'ansia o stavano vivendo un periodo intenso.

Ecco che, allora, il pensiero ripetitivo (rimuginio) diventa l'unica soluzione per tentare di gestire una situazione non chiara, incerta, che genera ansia e difficile da fronteggiare. La persona agisce in questo modo nel tentativo di controllare una realtà percepita come incontrollabile, con il solo uso del pensiero che, se viene mantenuto nel tempo, alla lunga, può portare a delle conseguenze negative sia a livello fisico che psicologico, oltre che ad un grande dispendio di energia.

Quali rimedi?

  1. Distinguere il rimuginio produttivo da quello non produttivo. Chiediti se tutto questo pensare ti sta portando realmente a qualcosa di concreto o se ti sta facendo perdere tempo. Chiederti cosa potresti fare per migliorare o fronteggiare la situazione. Questa seconda domanda è una riflessione che ti può aprire a degli scenari d'azione e non a bloccarti nel tuo stesso pensiero ansiogeno e ripetitivo.
  2. Dai sfogo ai tuoi pensieri. Scrivi. Liberati. La scrittura espressiva rappresenta un buon mezzo per dare sfogo al pensiero in quanto permette di mettere nero su bianco (e una volta per tutte) la moltitudine di preoccupazioni che regnano nella mente dell'ansioso. Non vuoi scrivere? Disegna! Anche le immagini mentali se prendono forma poi possono dare spazio a qualcos'altro di più positivo e creativo. Una volta liberato/a, potrai dirigere la tua attenzione su altro!
  3. Medita o pratica una tecnica di rilassamento. Questo ti aiuterà a focalizzarti sul presente: sulle tue sensazioni corporee, sull'ambiente, sui rumori circostanti avvertiti... Se utilizzi i tuoi sensi automaticamente andrai a "disinnescare" quei meccanisi che regolano l'elaborazione di informazioni e la riflessione. Essi si arresteranno per dare spazio alle sensazioni somatiche.
  4. Identifica e persegui dei piccoli obiettivi quotidiani. Ricreare la tua routine all'interno della tua giornata può salvarti dall'impiegare troppo tempo a pensare in modo astratto. Attieniti al concreto, al reale, al perseguibile. Stai con i piedi per terra, facendo ciò che ti piace, e vedrai che questo periodo passerà presto!
  5. Rivolgiti ad un esperto. Se senti di non aver le risorse per poter fronteggiare questo periodo, non vergognarti a chiedere aiuto. Ricordati che per andare avanti bisogna essere capaci di indietreggiare per un attimo...

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Scritto da

Dott.ssa Elisa Simeoni Psicologa Psicoterapeuta

Psicologa, laureata in Psicologia Clinica con il massmo dei voti presso l'Università Cattolica di Milano, in formazione come Psicoterapeuta alla Scuola di Specializzazione “Mara Selvini Palazzoli" di Brescia ad orientamento sistemico-relazionale. In costante aggiornamento anche nel settore legato alla promozione della salute e del benessere, attraverso corsi e seminari.

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Commenti 1
  • Ermelinda trivieri

    Aiuto, ho l’ansia a mille!

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