Ansia, panico, paure

Ansia, paure, panico: quando diventano invalidanti?

10 DIC 2019 · Tempo di lettura: min.
Ansia, panico, paure

La paura è una reazione naturale a determinati eventi della vita, una risposta funzionale ad una situazione che oggettivamente provoca paura (es. scosse sismiche) e ci permette di attivare meccanismi di difesa in situazioni di pericolo. Molte volte però succede che essa diventi cronica o si manifesti in presenza di una situazione oggettivamente non pericolosa (es. andare in ascensore, spazi aperti, luoghi affollati).

La fobia è un'irrazionale e persistente paura di alcune situazioni, attività, oggetti o animali caratterizzata da reazioni psico-fisiologiche quali tachicardia, sudorazione, blocco del pensiero, fuga e richiesta di aiuto. La percentuale di persone affetta da queste problematiche è altissima e spesso accompagnata anche da attacchi di panico caratterizzati da sintomi come palpitazioni, tremore, vampate di calore alternate a brividi di freddo, rossore in viso, sensazione di soffocamento e dolore al petto.

In sintesi, ansia e paure svolgono una funzione adattiva dell'organismo all'ambiente preparandolo alla difesa o alla fuga, ma quando questi meccanismi restano costantemente attivi in completa assenza di fattori oggettivamente pericolosi è qui che, col passaggio dal fisiologico al patologico, subentra il problema.

Questi sintomi cronicizzati interferiscono col normale svolgimento della vita della persona al punto tale da renderla invalida e invalidante. Ne risulta infatti compromessa non solo la sua quotidianità, ma anche la quotidianità di chi gli sta intorno che si ritrova ad essere quasi costretto a prestare aiuto e organizzarsi in funzione della persona in questione. Nello specifico, la vittima di queste problematiche, per timore delle sue reazioni fisiologiche sopra descritte, inizia a evitare tutte quelle attività e situazioni che potrebbero aumentare l'attività fisiologica del proprio organismo e scatenarne i sintomi. Così, l'individuo comincia a evitare il contatto con gli altri, evita di uscire, tende all'isolamento. Ad esempio, inizia ad evitare di frequentare luoghi pubblici ed evita di uscire con persone non familiari per timore del loro giudizio.

Ma evitando l'oggetto temuto davvero migliora il problema?

Attraverso questi meccanismi di evitamento, la persona pensa di proteggersi ma in realtà non fa altro che ridurre la propria autonomia e benessere psicologico. Anche se da un lato riesce ad avere meno sintomi e a vivere più serenamente la sua quotidianità, dall'altro auto-alimenta la problematica tanto da rendere l'oggetto fobico ancora più temuto e impossibile da risolvere. Come già gli antichi Sumeri scrivevano nelle loro tavole "lapaura guardata in faccia si trasforma in coraggio, lapaura evitata diventa timor panico".

Il percorso psicologico consiste nel costruire una nuova percezione del problema. Apprendere delle tecniche significa ri-orientare il comportamento acquisendo step-by-step gli strumenti e le strategie funzionali volte a gestire il problema in maniera efficace e vivere serenamente la propria vita affettiva, lavorativa e sociale.

PUBBLICITÀ

Scritto da

Dott.ssa Angela Leonetti

Lascia un commento

PUBBLICITÀ

ultimi articoli su ansia

PUBBLICITÀ