C'era una volta una mente sana in un corpo sano....

La pandemia da Covid-19 ci ha messi davanti ad uno specchio impietoso, uno specchio dell'anima che ci ha mostrato le nostre fragilità: nuove fragilità raccontate attraverso nuove malattie, la VIGORESSIA e la ORTORESSIA.

30 GEN 2023 · Tempo di lettura: min.
C'era una volta una mente sana in un corpo sano....

Abbiamo sempre creduto nel precetto che la MENTE potesse mantenersi veramente sana solo in un CORPO sano; sano perché curato e rispettato, attraverso l'alimentazione, l'igiene personale ma soprattutto mantenendolo giovane e forte attraverso una attività fisica regolare. Faceva parte del concetto di salute anche una partecipazione altruistica alla comunità e alla vita sociale, nonché una costruttiva vita sentimentale. A queste condizioni la nostra mente poteva funzionare in modo soddisfacente, pensare positivamente e regalarci la felicità del cuore!

La società civile dell'era post-moderna ha lavorato su questo, esattamente come una persona lavora su sé stessa quando, superando le sfide adolescenziali, si assume delle responsabilità da adulto.

Ci eravamo quasi illusi che l'umanità fosse cresciuta, pronta ad assumersi le sue responsabilità verso l'ambiente e l'Altro, riorganizzando la propria scala di valori e mettendo al primo posto nuovamente l'essere umano invece del Dio denaro ed il lavoro!

Abbiamo così registrato il boom del Social, del Bio, del Green, del Fitness, del Vegan e del Vegetariano e siamo diventati tutti o quasi, un po' più Animalisti.

Ma poi è arrivato lui, il COVID!

Il Covid ci ha costretti a metterci davanti ad uno specchio, uno specchio impietoso! Nel riflesso abbiamo visto la nostra fragilità di esseri umani SOLI!

La solitudine ci ha fatto paura, una paura immensa che ci ha frantumati!

Il distanziamento fisico e l'isolamento domestico ci hanno fatto toccare con mano il vuoto delle nostre esistenze, fondate sull'apparire, sull'immagine costruita ad hoc sui social e su tutte le bugie che quotidianamente ci raccontiamo.

Stare in casa con chi dovrebbe rappresentare le fondamenta della nostra vita (genitori, figli, coniugi) ci ha mostrato delle relazioni prive di empatia, calore, comprensione e intimità, amplificando il nostro senso di solitudine.

Non avere più tutte le attività "del tempo libero" che ci proteggevano dalla noia, ci ha lasciati, dopo la prima fase euforica, ci ha lasciati smariti, senza quelle stampelle che sostengono il nostro essere al mondo.

Ci siamo trovati privi di significati e abbiamo rivolto la nostra rabbia al Covid, al governo, alla sanità pubblica, ai media, cioè a tutto ciò che per noi rappresentava l'evoluzione di una società civile.

E dato che siamo esseri sociali, abbiamo scelto, abbiamo dovuto scegliere, di mostrare il nostro disappunto, il nostro dolore, la nostra sofferenza; LA SOFFERENZA, ciò che di più profondo, intimo e individuale c'è, l'abbiamo mostrata al mondo in tutta la sua dirompente aggressività!

Noi ci illudiamo che la nostra sofferenza sia nostra, unica ed originale anche nel modo di esprimerla, invece, la società decide per noi come raccontarla, ci dà la cornice entro cui scrivere il nostro dolore e la nostra richiesta di aiuto.

Dunque, se tra i valori fondanti della società in cui vivo, c'é la cura maniacale del corpo, un corpo da esporre, da mostrare, allora il corpo e le sue forme devono rispondere ai canoni decisi dagli altri, per ottenere approvazione, per conquistare i Like!

IL CORPO DIVENTA BIGIETTO DA VISITO PRIMA ANCORA CHE LUOGO DELLA NARRAZIONE DI ME, DELLA MIA PERSONA.

il corpo viene così sottoposto ad un rigido regime alimentare, non restrittivo perché il corpo non va deprivato ma curato, quindi un regime alimentare "adeguato" a sostenere il rigido regime di allenamento necessario a scolpire quel corpo da mostrare, sui social, o alla vicina ripartenza e riapertura, un corpo tonico, agile, forte, efficiente, immortale nel desiderio, dai muscoli ben definiti, dalle forme quasi maschili ma mostrate con tutta la seduttività imparata dai tutorial!

Una seduttività ed una femminilità quasi caricaturale: "al corpo chiedono di rivelare i loro gusti, gli ideali e le identificazioni, di esprimere ciò che ancora non sanno pensare" ( "Fragili Amazzoni " di Elena Riva, Ed. FrancoAngeli) e non gli appartiene, in una spirale viziosa di falsità doloranti!

L'Anoressia, così come la conoscevamo, diventa VIGORESSIA, colpisce uomini e donne, con una prevalenza nelle femmine e nella fascia di età dai 12 ai 24 anni. La Vigoressia, uscita dalle palestre e dalle scuole di danza, fra i muri di casa al tempo della pandemia, si mostra in tutta la sua carica psicopatologica: è qui che un corpo "sano" non è più la garanzia di una mente sana!

Quando il corpo non risponde alle aspettative, non si adegua e non si "omologa" allora viene punito: lo si depriva, di cibo e di cure, lo si nasconde o lo si umilia, lo si ferisce e lo si deturpa, fino ai comportamenti suicidali, con una ritualità ossessiva, una parvenza di controllo, che in realtà è perdita di controllo!

C'è però anche chi il controllo lo mantiene, in modo manicale e ossessivo, e lo mette al servizio dell' ideale del RISPETTO: per la natura e per gli animali; la motivazione alla base di scelte alimentari di tipo Vegetariano e Vegano, razionali fin tanto che la ricerca del cibo perfetto, del NUTRIMENTO PERFETTO, quello che non provoca sofferenza alla "madre terra e a tutte le sue creature", immola il corpo a sacrifici e rituali che poco hanno a che fare col rispetto, nell'incapacità assoluta di considerare sé stessi ed il proprio corpo, come creature viventi e SENZIENTI, esattamente e molto di più di un qualsiasi animale.

Anche in questo caso si registra una nuova patologia del comportamento alimentare che prende il nome di ORTORESSIA.

I professionisti della salute mentale si sono trovati, nell'arco di pochi mesi, dentro ad un boom di richieste di aiuto, un boom difficile da gestire date le condizioni imposte dalla pandemia, ma soprattutto difficile da gestire perché massiccio e in forme nuove, per le quali non ci sono guide, manuali, letteratura! La comunità scientifica è però certa che queste nuove forme di psicopatologia dell'alimentazione , entreranno nei prossimi manuali diagnostici.

Bibliografia

Faccio Elena (2001), Il Disturbo Alimentare, Carrocci Editore

Riva Elena (2022), Fragili Amazzoni, FrancoAngeli ed.

PUBBLICITÀ

Scritto da

Dott.ssa Elena Dal Santo

Lascia un commento

PUBBLICITÀ

ultimi articoli su anoressia

PUBBLICITÀ