Abbiamo tutti una famiglia modello

“Le case felici sono costruite con mattoni di pazienza” diceva Harold E. Kohn, ma a volte in una famiglia la pazienza è il primo elemento che può venire meno, soprattutto durante le varie fasi evolutive.

30 GEN 2023 · Tempo di lettura: min.
Abbiamo tutti una famiglia modello

Una famiglia si origina a partire dalla nascita di un figlio. Essa è un cambiamento, che comporta l'alternanza tra un'omeostasi, ovvero ciò che tenta di impedire il cambiamento, ed una morfogenesi, ovvero ciò che tende a creare relazioni nuove tra i membri. Proprio questo permette alla coppia di trasformarsi in una famiglia.

"Le case felici sono costruite con mattoni di pazienza" diceva Harold E. Kohn, ma a volte all'interno di una famiglia la pazienza è il primo elemento che può venire meno, soprattutto durante le varie fasi di crescita dei propri figli. Ad esempio l'adolescenza è una fase evolutiva, in cui nell'individuo avvengono cambiamenti corporei, tempeste emotive e processi cognitivi, attraverso i quali egli deve definire il suo posto nel mondo e costruire quelle mappe mentali per orientarsi. Spesso in questo processo intervengono i genitori, impedendo il naturale processo di formazione o ostacolandolo e ciò può innescare nell'adolescente una reazione di ribellione o una completa accettazione della protezione familiare.

Essere una famiglia modello o avere un modello di famiglia da seguire? Il grande dilemma

Per tale ragione la ricerca intervento condotta da Nardone ha permesso di costruire una serie di modelli, ovvero dei riduttori di complessità, che raggruppano delle tendenze comportamentali, relazionali e comunicative all'interno di ogni famiglia. Ogni famiglia segue questi modelli. Essi non sono disfunzionali, ma lo diventano quando si trasformano in modelli rigidi, immutabili e immodificabili, creando un disagio verso uno o più membri della famiglia.

I vari modelli familiari sono:

- modello iperprotettivo, nel quale i genitori si sostituiscono ai figli. La comunicazione è dolce, accogliente e protettiva. La madre è colei che culturalmente deve occuparsi dell'educazione e dei comportamenti del figlio, il figlio deve essere all'altezza degli status symbol prevalenti. I genitori sono incapaci di punire ed ogni regola è modificata se ritenuta troppo frustrante per il figlio. Il figlio deve accettare incondizionatamente i privilegi, che gli vengono dati, altrimenti i genitori ci restano male. Questo super investimento nel figlio genera un individuo che è incapace di essere autonomo ed indipendente e che viene spesso premiato senza merito.

- modello democratico-permissivo, nel quale genitori e figli sono amici e c'è assenza di autorevolezza. I figli quindi non hanno doveri, il consenso si ottiene solo attraverso un dialogo paritario, le regole vengono concordate e deve essere garantita una perpetua armonia. Non esistono gerarchie, quindi il dissenso di uno può bloccare le decisioni. Se non si rispettano le regole non succede nulla di grave, le esigenze di genitori e figli sono sullo stesso piano. Tutto ciò porta il figlio a non trovare nei genitori un supporto stabile e rassicurante ed un modello in cui rispecchiarsi.

- modello sacrificante, nel quale c'è un costante sacrificio dei genitori verso i figli. Il piacere è quasi un peccato e la relazione si basa su egoisti insani che prendono tutto ciò che l'altruista dà, anche se in realtà proprio sacrificandosi il genitore si sente in dovere di essere ricambiato. Quindi viene comunicato che per sentirsi stimati e accettati bisogna sacrificarsi. I genitori sono la colonna portante di tutta la famiglia e non possono avere spazi extra-familiari oltre al lavoro, tutto è destinato alle necessità familiari. L'aspettativa è che i figli ricompenseranno i genitori, raggiungendo ciò che loro non hanno mai avuto. Di conseguenza è dovere del figlio dare soddisfazione ai genitori, ma spesso i figli rispondono a quello modello o sviluppando sentimenti di rifiuto e violenza verso i genitori, oppure può adottando lo stesso modello anche da parte del figlio.

- modello intermittente, nel quale i membri della famiglia oscillano da un modello all'altro in maniera ambivalente. Il dubbio primeggia ed ogni azione è soggetta all'autocritica. Non ci sono regole fisse, tutto è soggetto a continue revisioni. Nulla è valido e rassicurante. Ovviamente ciò crea mancanza di punti di riferimento e di basi sicure.

- modello delegante, nel quale i genitori delegano il loro ruolo di guida a persone esterne, soprattutto ai nonni. La differenza tra figli e nipoti diventa labile. C'è l'esigenza di restare una grande famiglia in cui vigono le regole dei nonni, ma al contempo si crea un'ambivalenza tra il progresso dei neogenitori e l'esperienza dei nonni, un conflitto simile a quello del romanzo di Verga "I Malavoglia". Ciò fa percepire ai figli un'assenza di autorevolezza da parte dei genitori ed un senso di disorientamento.

- modello autoritario, nel quale i genitori esercitano il potere rigidamente. In genere il padre ha un posizione dominante, alla quale il figlio ribelle, se si oppone, va incontro a violenti scontri. Ciò crea rabbia nei confronti dei figli, ma a volte questo modello può innescare comportamenti sudditanza ed accettazione di quei valori immutabili da parte dei figli. Inoltre si comunica che i comportamenti accettabili si uniformano alla scala di valori proposta, e quindi sono mostrabili socialmente, mentre quelli inaccettabili, secondo la propria scala di valori, vanno evitati o nascosti. Infatti in questo modello gli errori comportano spesso pesanti punizioni verso i figli.

La famiglia è il luogo della trasformazione e della flessibilità

Ciò che rende funzionale una famiglia è la sua adattabilità e la sua flessibilità tra i vari modelli. Infatti i membri di una famiglia sono come fiori in un bouquet: ce n'è sempre uno determinato ad andare nella direzione opposta rispetto al modo in cui desidera l'arrangiatore. Questo comporta una continua negoziazione ed un continuo adattamento alle varie situazioni.

D'altronde se la famiglia fosse un frutto, sarebbe un arancio, un cerchio di sezioni tenute insieme ma separabili, con ciascun segmento distinto. L'unione non sta nella perfezione, né nell'imposizione, né tanto meno nella sottomissione, ma nella libertà di scelta, nella possibilità di crescita e nella capacità di sapersi adattare.

Riferimenti Bibliografici

Nardone G., & l'equipe del Centro di Terapia Strategica (2012). Aiutare i genitori ad aiutare i figli. Problemi e soluzioni per il ciclo di vita. Firenze: Ponte alle Grazie.

Nardone G., Giannotti E. e Rocchi R., (2007), Modelli di famiglia. Conoscere e risolvere i problemi tra genitori e figli", TEA, Milano.

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Scritto da

Dott.ssa Deborah De Luca

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