5 falsi miti su come educare i bambini

Quando ci affacciamo al mondo dell’educazione scopriamo che esistono tanti miti su come educare i figli. Vediamone alcuni.

26 AGO 2021 · Tempo di lettura: min.
5 falsi miti su come educare i bambini

Diventare genitori è una delle emozioni più grandi e più belle al mondo, ma implica ovviamente diverse responsabilità, tra cui una particolarmente importante: quella di educare i figli.

E quando si parla di bambini sembra che tutti quanti ne sappiano più dei genitori e siano pronti a sciorinare consigli su consigli in ogni ambito, dall’educazione, al mangiare, al dormire, etc. Per questo proveremo ad analizzare alcuni dei falsi miti che comunemente sono consigliati quando si parla di educare i bambini.

Ricordiamoc come sempre, che questi consigli sono generici e che se si dovessero presentare delle difficoltà nell’esperienza genitoriale è sempre meglio consultare un professionista che ci possa aiutare a risolvere i nostri dubbi, perché ogni bambino è unico così come lo è ogni genitore!

Educazione positiva

Esiste un tipo di educazione che viene definita educazione positiva, proprio perché tende a sviluppare caratteristiche come l’assertività, la comunicazione o il concetto di risoluzione nel rapporto tra genitori e figli, dando spazio a un rapporto costruttivo, nel rispetto dei diritti dei bambini.

Questo tipo di educazione si basa su una convenzione ONU - The United Nations Convention on the Rights of the Child (CRC)- per i diritti dell’infanzia che promuove l’obiettivo di costruire l’identità del bambino in quanto persona unica e irripetibile nel suo percorso psico-fisico.

I principi alla base di tale educazione sono 4:

  1. Concentrarsi sugli obiettivi a lungo termine: sia per gestire lo stress che le situazioni conflittuali, bisogna cercare di non farsi prendere dal momento ma di pensare sempre che stiamo educando il nostro bambino. Per esempio è meglio spiegare e comunicare piuttosto che gridare ed è sempre importante tenere conto dei sentimenti degli altri senza umiliare ferire o ricorrere alla violenza.
  2. Essere sempre presenti fornendo sostegno e diventando un punto di riferimento per i propri figli: sostenere, comprendere, dare supporto, spiegare e comunicare. Molto spesso per i bambini piccoli i genitori sono tutto il loro mondo ed è importante che si sentano protetti, accuditi e che i loro bisogni siano soddisfatti.
  3. Mettersi nei panni dei propri bambini per capire cosa sentano e provano: questa immedesimazione serve per comprendere meglio il punto di vista del bambino ed aiutarlo a imparare e contemporaneamente avere delle aspettative realistiche sul suo sviluppo senza forzarlo e senza creare pressioni inutili.
  4. Essere genitori risolutivi piuttosto che punitivi. Questo significa di assumere un atteggiamento assertivo, costruttivo e positivo, favorendo lo sviluppo del bambino e potenziando le sue capacità individuali e il concetto di responsabilità piuttosto che di paura. Questo tipo di educazione positiva trasmetterà dei messaggi che potranno far crescere l’autostima del bambino e che sono volti a fomentare uno stile di adattamento sicuro.

educazione bambini

Miti e credenze sull’educazione infantile

Esistono miti e credenze sull’infanzia che, invece di aiutare, fanno sorgere dubbi e impediscono di aiutare correttamente i bambini, fornendo informazioni sbagliate.

Da genitori, è normale considerare i figli la cosa più importante della propria vita: il desiderio principale è quello di crescere bambini felici che un giorno possano diventare adulti felici. Ma molto spesso si è così presi dalle battaglie e dagli impegni quotidiani che essere un genitore consapevole e divertente può diventare difficile. Soprattutto se si seguono credenze che non fanno che peggiorare lo sviluppo e la crescita del bambino.

Queste credenze arrivano molto spesso da situazioni in cui prevalevano forme di educazione diversa che si basavano sopratutto sul potere e sull’autorità e che incitano le persone o i caregiver ad agire senza pensare.

Sono azioni che promuovono reazioni automatiche, sconsiderate e punitive in ragione di un’educazione rigida e severa e autoritaria e che si basano sull’ idea del: “siamo stati educati così anche noi e mica siamo venuti male”.

Ma l’educazione autoritaria e forte crea molto spesso danni all’autostima, all’emotività e crea stili di attaccamento insicuri che possono nuocere alle relazione interpersonali del figlio non per tutta la vita, ma quasi. Al contrario, il modello che si cerca di promuovere oggi è quello di un’educazione positiva che aiuti a coltivare fiducia, amore e relazioni sane e forti. Scoperchiare la falsità di questi miti è il primo passo per prenderne coscienza, mettere in discussione le idee che si possono avere sull'infanzia e, se necessario, cambiarle. Vediamone alcuni più da vicino (anche se ovviamente ce ne sono molti di più!).

come educare i figli

1. I bambini si comportano male per attirare l’attenzione

È comune pensare che i bambini si comportino male per attirare la nostra attenzione o perché stanno facendo i capricci o perché sono furbetti o per farci arrabbiare. Se si dà adito a questo pensiero però, si corre il rischio di non considerare un altro punto di vista. Secondo Bettelheim infatti, non prestando attenzione al bambino, si sta semplicemente evitando, non accettando e non comprendendo l’espressione del sentimento che il bambino sta mostrando. Pertanto anche il bambino apprenderà in maniera distorta ad esprimere l’emozione del momento o semplicemente che non è degna di essere espressa perché nessuno lo ha ascoltato.

La maggior parte delle volte i bambini hanno buone ragioni per fare quello che stanno facendo, ma non è possibile verificarlo, se si sceglie deliberatamente di ignorarli.

Un esempio semplice potrebbe esser quello che riguarda la richiesta di un bicchiere d’acqua prima di dormire! Sapete perché i bambini chiedono sempre un bicchiere d’acqua prima di dormire? Molto spesso non è perché abbiano davvero sete o perché vogliano delle coccole, ma semplicemente perché devono verificare che i genitori ci siano davvero se dovessero avere bisogno di loro.

Quando si cerca di capire il comportamento di un bambino e indovinare cosa lo motiva, la spiegazione più semplice non è sempre corretta. L’infanzia è un momento speciale e peculiare: i bambini non sono infatti adulti in miniatura o più basici, hanno bisogni da soddisfare e curiosità da colmare e pertanto la soluzione a un problema può essere più complesso di quello che sembra a un primo sguardo.

2. I bambini imparano solo con la punizione

Secondo Alfie Kohn, la punizione non è il modo migliore per fare imparare al bambino: infatti attraverso la punizione mettiamo in atto delle forme di controllo che premieranno il bambino solo quando si comporterà bene.

Nel suo libro Unconditional Parenting, dove Kohn promuove una forma di genitorialità basata sulla ragione e sulla comunicazione piuttosto che su forme di controllo e punizione, sottolinea come sia molto più importante accompagnare il bambino nel suo percorso di crescita attraverso l’amore piuttosto che con le punizione.

L’esempio che propone nel libro è quello della sua primogenita che all’arrivo del fratellino, inizia a comportarsi male e a non dare più retta: invece di optare per una punizione, Kohn ha preso la bambina e ha iniziato a coccolarla, a calmarla e farle i complimenti.

Il messaggio che è passato alla bambina attraverso quest’azione è stato la comprensione del suo malessere e non il fatto che con i capricci si ottengano le coccole. Se fosse stata messa in atto una punizione, la bambina si sarebbe sentita ancora peggio ma soprattuto incompresa, iniziando a dar adito al pensiero che i genitori le vogliono bene solo quando si comporta bene. Attraverso la comprensione e le coccole, il bambino capisce che il genitore è disposto ad ascoltarlo e a comunicare per risolvere il suo malessere. La peggior caratteristica della punizione è che non promuove un apprendimento significativo e non consente al bambino di capire perché certi comportamenti sono inaccettabili. Insegna solo a nascondersi dai genitori per non essere puniti, distogliendo l'attenzione da uno dei punti più importanti: il valore della comunicazione, della libertà di esprimersi e della risoluzione del problema.

Bisogna pertanto avere fiducia nei bambini e lasciare loro lo spazio di esprimersi, per creare figli indipendenti invece che obbedienti, e allo stesso tempo invece di volere dei bambini che si comportino da adulti, è importante che gli adulti imparino a essere  tali, mettendosi nei panni del bambino e capendo cosa stia accadendo. Come abbiamo già accennato infatti l’infanzia è un periodo molto delicato dove si pongono le basi di molti comportamenti e credenze del bambino.

la  punizione non è la soluzione

3. Ascoltare, comunicare e negoziare permette ai bambini di prendere il controllo

I bambini sono spesso educati nell’ansia e nella frenesia del quotidiano, tanto che a volte sembra che la maggior parte dei genitori dimentichi ciò che in realtà sa benissimo: i bambini meritano di essere ascoltati perché hanno sempre qualcosa da dire o da chiedere ed è fondamentale che i genitori dialoghino e parlino con loro. I bambini imparano da ciò che vivono e di cui hanno esperienza. Se vengono trattati con rispetto ed empatia, cresceranno sicuri e certi di essere amati incondizionatamente. Non dobbiamo mai pensare che i bambini si stiano comportando male perché vogliono rovinarci la giornata: probabilmente stanno provando un malessere che non riescono ad esprimere e la migliore maniera per calmarli è quella di comunicare con loro.

Come già accennato previamente è più importante essere risolutivi e comunicativi piuttosto che autoritari e punitivi.

4. Sono troppo piccoli per parlare di sessualità!

La maggior parte dei genitori concorda sull'importanza di parlare di sesso con i bambini, ma ci si può trovare in dubbio sul quando sia l’età migliore per farlo.

Affrontare questo tema prima che lo faccia qualcun altro in una maniera comprensibile, potrà aiutare il bambino a identificare i genitori come la fonte di informazioni prioritaria per il bambino. Per questo è importante che il genitore sia il primo punto di riferimento: parlarne il prima possibile con parole e toni adatti all’età, è la scelta migliore.

5. Non serve spiegare il perché delle cose ai bambini perché tanto non capiscono

Molti genitori sottovalutano la capacità dei bambini di capire cosa stia succedendo. E, ancor peggio, non capiscono che le esperienze che vivono possono influenzarli profondamente. Per questo è fondamentale sempre spiegare il perché delle cose e di quello che si sta vivendo, perché non si creino fantasie e timori nella loro testa. Adottando un linguaggio adatto alla loro età, è possibile parlare di tutto con i figli.

A volte può essere difficile, ma è un esercizio fondamentale per poter aiutare il bambino a crescere sicuro e sereno di essere amato e pronto per affrontare la vita. Comunicare con franchezza e in modo maturo stimola la crescita dei più piccoli. Allo stesso modo è importante richiedere un feedback al bambino, per verificare se il messaggio è risultato chiaro per eventualmente adattare ulteriormente il nostro messaggio e per insegnarli l’importanza dell’ascolto e della comunicazione.

Questi sono solo alcuni dei miti sull’infanzia che possono aiutarci a riflettere sui modelli educativi per favorire una crescita sana e sicura per i nostri bambini. È sempre importante ricordare che per dubbi o approfondimenti sui modelli educativi potete consultare un esperto in psicologia infantile.  

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Scritto da

Dott. Matteo Agostini

Sono il Dott. Matteo Agostini, laureato in Scienze Psicologiche Applicate e con Laurea Magistrale in Psicologia Clinica. Ho acquisito competenze nell’ambito della psicologia clinica, della neuropsicologia clinica, e della psico-sessuologia. Sono Tutor per bambini e ragazzi con ADHD/DSA presso il CCNP San Paolo di Roma e consulente sessuale e nutrizionale.

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