Trauma, incapacita' di amare, o semplice non amore?

Inviata da Inara · 29 ott 2012 Trauma psicologico

Gentili dottori,
vi scrivo perche' sono giunta a un livello di tolleranza massimo per l'ansia che provo. Cerchero' di essere breve e chiara.
Ho una relazione da circa 18 mesi, e' la piu' lunga mai avuta (ho 33 anni) e la prima con una persona che mi ama davvero. In passato ho sempre avuto storie brevi, interrotte dall'altra parte, storie in cui ero io quella che amava di piu' e in cui mi attaccavo all'altra persona come fosse il mio mondo. Ora che sto con questo ragazzo, ho continui dubbi sull'amarlo o meno, se dovrei rompere o meno. Non riesco a decidere e a capire, vivo la storia in modo molto ansioso, non dormo la notte pensando a cosa dovrei o non dovrei fare, che dovrei lasciarlo ma poi non ci riesco. Ho avuto dubbi dal principio e un anno fa lo lasciai ma subito me ne pentii perché' ci stavo male. Mi sono analizzata e ho pensato che forse associo l'amore alla sofferenza, alle forti emozioni che provavo per quegli uomini che non mi amavano. Che forse sto inconsciamente sabotando la mia storia per paure o traumi di cui non sono consapevole. Io ho avuto un'infanzia tutto sommato serena, i miei mi hanno sempre dato molto amore e attenzioni, sono sempre stati orgogliosi di me, ma anche molto protettivi, forse troppo, e hanno preso molte responsabilità mie al posto mio - infatti io sono molto spaventata dalle responsabilità in generale. Non so se questo abbia contribuito anche a influenzare le mie relazioni, e mi facciano insconsciamente scappare dalle situazioni in cui devo impegnarmi e prendere responsabilita' (perché' come posso spiegare che ho provato - o creduto di provare - amore solo per chi non mi amava - e quindi mi metteva nell'impossibilita' di avere una relazione seria- , e ora non sento emozioni forti per qualcuno che finalmente mi ama e non mi fa struggere?). Sono stata da uno psicologo un anno fa e ho fatto TCC per l'autostima, ma sono molto ansiosa e mi preoccupo sempre, e soprattutto non sopporto non avere certezze, per questo mi tormento cercando di capire cosa devo fare se lasciarlo o no, se lo amo o no, e cerco assiduamente la RISPOSTA GIUSTA ORA, non riuscendo a vivere serenamente. Io voglio molto bene al mio ragazzo, andiamo d'accordo, possiamo parlare di tutto, abbiamo cose in comune, la passione non e' forte ma la vita sessuale non va male (potrebbe migliorare pero', ma ho dei blocchi dettati dai miei pensieri e dalla mia ansia).
Vorrei sapere gentilmente la vostra opinione, puo' essere che solo non ho il coraggio di rompere, oppure sto sabotando una relazione sana e che potrebbe essere felice?
Grazie in anticipo

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Miglior risposta 19 GEN 2015

Sembra che l'abbia scritto io questo post. Oltre l'ansia vogliamo parlare della tristezza e di tutti i sensi di colpa? Mamma mia che brutte situazioni. Comunque siamo accomunate da tutto proprio tutto. :(

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22 GEN 2014

ciao Inara,
so che questo post è vecchio e non sono certa se vedrai la mia risposta o meno... comunque anche io mi sento molto bloccata... ho avuto una storia in cui ho dato me stessa e poi in tutte quelle successive ho sempre provato (in tutte le storie successive, nessuna eccezione) quell'angoscia atroce che tu hai così ben riassunto in due righe: incapacità di affrontare la relazione e prendersi le responsabilità o semplicemente relazione sbagliata dalla quale non sono in grado di tirarmi fuori? avrei veramente bisogno di un consiglio, perchè faccio soffrire un sacco le persone ed è una cosa k non sopporto...
Grazie, Irene

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30 OTT 2012

Gentile Inara, con i limiti intrinseci di una consulenza online, la invito a rilfettere sulle due modalità che sembrano ripetersi: "ragazzi che ci tenevano davvero... terminate da me perché non mi sentivo innamorata" e "intense in cui mi sono sentita innamorata... non mi ricambiavano". Ma questa volta riconosce "forse associo l'amore alla sofferenza, alle forti emozioni che provavo per quegli uomini che non mi amavano", e si chiede "non ho il coraggio di rompere, oppure sto sabotando una relazione sana e che potrebbe essere felice?". Un dubbio legittimo e che può essere l'inizio di una maggiore consapevolezza di sé e della possibilità di un cambiamento che le permetta di vivere le relazioni sentimentali più serenamente. Un saluto. Dott.ssa Annalisa De Filippo - Psicologa

Dott.ssa Annalisa De Filippo Psicologo a Sesto San Giovanni

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30 OTT 2012

Grazie molte per aver trovato il tempo di rispondermi, e avermi dato degli spunti.
Io non ricordo quasi niente di quando ero piccola (fino ai 6-7 anni circa) e come ancitipato ho avuto molto amore dai miei genitori, ma ho avuto pessime esperienze a scuola dalle elementari ma soprattutto alle scuole medie - ci passavo anche i pomeriggi essendo scuole private, i miei lavoravano entrambi e ai tempi le private erano le sole che offrissero il doposcuola). Ero sempre molto emarginata, e presa in giro perche' ero molto sognatrice e timida e dunque mi sentivo rifiutata. Ci soffrii tantissimo e odiavo andare a scuola, era un inferno per me. Consapevolmente i miei ricordi traumatici peggiori risalgono alle scuole medie, pero' mi ricordo che sin dall'asilo stavo male fisicamente (vomitavo tutte le mattine) prima di andare a scuola, dunque qualche rifiuto e trauma gia' c'era (ma non ricordo quasi nulla). Alla fine delle medie, quando finalmente ebbi l'opportunita' di cambiare scuola e andare alla scuola statale, dissi a me stessa: "da quest'anno andro' d'accordo con tutti i miei compoagni e avro' degli amici" e dal primo giorno cercai di vincere la mia timidezza, quegli anni furono molto belli per me ma iniziarono i primi amori e ovviamente sempre per chi non voleva saperne di me. Prima della mia attuale storia ho avuto solo altre due brevi storie con ragazzi che ci tenevano davvero, entrambe terminate da me poiché non mi sentivo innamorata. Tutte le altre, tutte quelle intense in cui mi sono sentita innamorata erano con uomini che non mi ricambiavano (ovvero tutti mi volevano tanto bene ma non erano innamorati). Non vorrei rovinare questa storia per paura, ma alle volte l'ansia diventa insopportabile.

C.A. Dott.sa Panno, potrebbe gentilmente spiegare meglio cosa intende per bivio? Che mi assale l'angoscia perché il mio partner e' disponibile, invece di essere indisponibile come mi aspetterei che sia uno da amare?

Grazie sincere ancora per avermi ascoltata, cari saluti
Inara

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30 OTT 2012

Carissima, mi sembra che tu sia arrivata al "bivio", nel senso che percependo la persona "ok" .sei assalita dall'angoscia....segnale prezioso che deve essere preso in considerazione in un contesto psicoterapeutico...Sì ,è l'incapacità di amare come dici tu ecc., ecc. Sono comunque a tua disposizione se lo riterrai necessario.
Dottssa Carla Panno psicologa-psicoterapeuta di Milano

Dott.ssa Carla Panno Psicologo a Milano

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30 OTT 2012

Cara Inara, spesso nelle relazioni quello che fa scattare la "chimica" della passione è il riattivarsi di Schemi che abbiamo interiorizzato nella prima infanzia, nella relazione primaria con i genitori. Questi Schemi nella Schema Therapy sono definiti Maladattivi Precoci e sono responsabili del fatto che tendiamo ad essere attratti sempre dallo stesso tipo di persone, nel suo caso partner rifiutanti, meno coinvolti affettivamente, e a rifiutare come poco coinvolgenti storie più paritarie in cui l'impegno sia condivisio da entrambi i partner. Le consiglierei di leggere il libro "Reinventa la tua vita" di Young e Klosko, oppure rivolegersi a un terapeuta abilitato alla Schena Therapy della sua zona.
Le faccio i miei auguri più cari
dott.ssa Valeria Blarzino

Dott.ssa Valeria Blarzino Psicologo a Cesenatico

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30 OTT 2012

Gentile Inara,
la questione che pone non è facile da risolvere tramite poche righe: si tratta infatti di capire se dietro i suoi dubbi ci sia un suo possibile modo di gestire relazioni significative come alla ricerca di un motivo per sottrarsi ad essere per un possibile timore o un'ansia inconsapevole oppure un "semplice" rendersi conto che questa specifica relazione non la soddisfa. Ritengo che con le sue capacità di introspezione potrebbe, come scrive ha fatto in passato, rivolgersi ad uno psicologo con cui fare chiarezza su questi aspetti e trovare in se stessa le risposte che cerca. Qualora desiderasse contattarmi, rimango a sua disposizione, un cordiale saluto, dott.ssa Lucia Mantovani

Dott.ssa Lucia Mantovani Psicologo a Milano

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