Terapia di coppia in un momento di crisi profonda e di allontanamento
Buongiorno a tutti. Io e mia mia moglie veniamo da tre anni difficili lavorativamente per me e per lei (periodo in cui è nato anche nostro figlio), io per problemi col lavoro, per fortuna ora risolti ma che mi hanno molto provato, lei per la frequenza di vari corsi di specializzazione e poi preparazione di vari concorsi (impegni gravosi che si sono sommati al lavoro di insegnante). Non da ultimo lei sta affrontando l'anno di prova per il ruolo , molto distante da casa (circa 180 km al giorno tra andata e ritorno) ed è carica di molta ansia e stanchezza a riguardo. Nel febbraio di quest'anno, dopo un anno e mezzo molto duro in cui oltre al mio lavoro ho dovuto star dietro ai mille impegni per la costruzione della nostra casa che mi hanno totalmente assorbito, finalmente ci siamo trasferiti (prima abitavamo vicini ai suoi genitori, in un paese a circa 20km da dove abbiamo costruito casa). Dopo un mese e mezzo dal trasferimento, circa 50 giorni fa, a seguito di una lite come tante lei se ne è andata ed è tornata dai suoi genitori prima, e si è risistemata poi nel nostro vecchio appartamento da un paio di settimane, portandosi via tutte le sue cose, anche le più insignificanti ed inutili (ha detto che le serve per tranquillizzarsi che al limite poi si può sempre fare un controtrasloco). Da quel momento abbiamo avuto molte discussioni (all'inizio animate, per la mia paura di perderla, poi via via sempre più pacate, grazie anche ai nostri rispettivi terapeuti da cui andiamo individualmente). Da questei è emerso che lei ora sta rivangando il passato e rispolverando (ingigantendoli) problemi superati a suffragio della sua scelta attuale di allontanamento (spero temporaneo). Lei dice che è molto confusa su quel che vuole fare nel proseguo; a volte dice che non ha deciso nulla e vuole aspettare tutto il tempo che serve a vedere come evolve la situazione, aspettando gli esiti della sua terapia, altre volte che non vuole lasciare passare troppo tempo in questa fase di limbo (anche giuridico), perchè vuole fare chiarezza sulla situazione il prima possibile, perchè ora lei al solo pensare di tornare (a breve) a casa si sente a disagio. La cosa non è legata al bambino che ci gestiamo in modo armonico e senza problemi grazie anche ad una scrittura privata a riguardo fatta da un mediatore. Ora dopo circa 5-6 sedute inidividuali in cui ha cercato risposte (o suggerimenti) sulla strada da prendere, la sua terapeuta le ha detto che non essendo una terapia di coppia non può darle le risposte che lei vuoi sulla coppia ma devono continuare a lavorare solo su di lei, e al limite di intraprendere una terapia parallela di coppia con me. Lei quindi è partita in quarta e se dapprima non voleva neanche sentirne parlare ora vuole a tutti i costi questa terapia (che anche io voglio, ma nei modi e nei tempi corretti, dato che è una carta che possiamo giocarci una volta sola e che la mia terapeuta mi ha detto che secondo lei io non sono ancora del tutto libero da ansia e dal dolore accumulato in questo mese e mezzo e che lei ha troppa fretta e come si sa la fretta è cattiva consigliera). Io temo che la sua fretta sia anche dovuta al fatto che lei si forse si sta imponendo (consciamente o meno) delle scadenze, legate al suo lavoro: per essere chiari, magari vuole trovare delle risposte entro l'inizio del prossimo anno scolastico, in modo che se si parla di riconciliazione poi si può farla con calma anche nei mesi a venire, ma se purtroppo fosse una separazione, vuole farla in un momento in cui questo non vada a creare ulteriori carichi di stress ad anno scolastico re-iniziato. Come mi devo comportare? Ovviamente la cosa (terapia di coppia) è voluta da entrambi, anche se con presupposti di partenza magari diversi (io voglio a tutti i costi risolvere i nostri problemi e riunire la famiglia, nel tempo che serve per farlo bene, anche per il bene del bambino, lei magari vuole qualcuno che la aiuti a capire cosa fare o le dia conferma di decisioni "già prese"). Io le ho proposto di continuare solo con le terapie individuali fino a fine dell'anno scolastico in corso (quindi almeno fino a fine giugno) così che la sua fatica e il suo stress non inficino il percorso e poi di riparlarne al limite verso metà luglio, così da arrivare alla terapia di coppia anche con già dei primi risultati individuali. Lei ha accettato, ma non so se aspettare luglio possa portare solo delle condizioni più favorevoli per la terapia, o se i suoi dubbi a riguardo del futuro della coppia possano solo aumentare nel frattempo, con la consapevolezza dell'avvicinamento dell'inizio del nuovo anno scolastico e quindi con la fretta di prendere una decisione. Io davvero spero che alla fine risolviamo, ed intendo giocarmi bene tutte le carte a riguardo. Grazie in anticipo.