Terapia di coppia andata male?
Buongiorno, vi scrivo perché vorrei un punto di vista esterno riguardo a una situazione che si è creata tra me e il mio ragazzo.
Io ho 29 anni, il mio ragazzo 27.
Ci siamo conosciuti all'università, eravamo in classe insieme.
Siamo stati migliori amici per 4 anni, poi abbiamo iniziato una relazione, al momento siamo insieme da 5 anni e conviviamo da 4.
Quando siamo andati a convivere io mi sono ammalata, dopo diversi anni di ricerche ed esami è venuto fuori che soffro di fibromialgia, artrosi ed emicrania. Questo chiaramente ha stravolto l'equilibrio della coppia in quanto io non sono più totalmente autosufficiente e ho spesso bisogno di una mano, oltre ad avere difficoltà nel contatto fisico a causa del dolore.
Durante questi 4 anni di convivenza oltre alla malattia e il covid ci sono successe molte cose.
Io ho perso entrambe le nonne.
Matteo si è laureato ed ha iniziato a entrare nel mondo del lavoro, ma in un ambiente che non lo fa sentire apprezzato, ha perso sua nonna e suo padre, sua mamma ha avuto un tumore e per fortuna ora sta bene.
È stato un periodo molto pesante per entrambi e la depressione si è fatta sentire molto forte.
Io ci convivo da tanto tempo e la riconosco, questo mi ha permesso di capire che anche Matteo non sta bene. Ha iniziato ad essere sempre svogliato e di malumore, faceva fatica a trovare il gusto nel fare le cose.
Purtroppo entrambi ci sentivamo impotenti uno di fronte ai problemi dell'altro e quindi abbiamo deciso di cercare aiuto, quindi abbiamo intrapreso una terapia di coppia.
All'inizio della terapia ognuno di noi stava male per l'altro e volevamo trovare un modo di darci conforto a vicenda migliorando la comunicazione.
In particolare Matteo si sente chiuso in sé stesso e fa fatica ad esprimere i propri bisogni e obiettivi.
Questo lo fa sentire molto male e sfocia sporadicamente in scatti d'ira, finalizzati probabilmente a sfogare le proprie frustrazioni.
Lui in questo comportamento non si riconosce, ed è consapevole che fa male a entrambi e vuole trovare un modo per esternare le proprie emozioni e sentimenti senza arrivare ad esplodere.
Io al contrario sono molto diretta e ho fatto subito presente che mi sono sentita ignorata perché Matteo, ha smesso di darmi le solite attenzioni.
Ma questo per me è stato un campanello di allarme che mi ha fatto capire che lui non si sente psicologicamente bene.
Chiaramente in una situazione così difficile abbiamo pensato a tutte le possibilità.
Ho lasciato lui libero di scegliere se restare con me o andare per la sua strada, perché io ho bisogno di molto aiuto e non voglio che lui si senta costretto nei miei confronti. Ma lui mi ha detto che mi ama e vuole restare nonostante le difficoltà.
Tra le possibilità abbiamo pensato anche quella di lasciarci, nonostante ci amiamo, uno per il bene dell'altro.
Ma siamo giunti alla conclusione che ci amiamo e non vogliamo lasciarci, stiamo bene insieme per la maggior parte del tempo e facciamo tante attività insieme.
Proprio per questo motivo e cercare di costruire una nuova armonia nella coppia e trovare il modo di aiutarci a vicenda abbiamo iniziato la terapia.
Abbiamo seguito la terapia di coppia per 6 mesi.
Durante questo tempo ci sono stati dati diversi esercizi per capire se avevamo gli stessi obiettivi, se i compiti in casa erano equamente suddivisi e per distribuirci le decisioni di casa.
Questi esercizi sono andati tutti bene, non abbiamo alcun problema in questo senso.
Però gli scatti d'ira e il comportamento di Matteo non sono cambiati, lui sente di aver fatto progressi nel modo in cui gestiamo la nostra vita, ma non riesce ancora a esprimersi e a capire da dove deriva la sua rabbia.
Lui riconosce in questo il nodo ed è lui stesso ad avermi detto di volerci lavorare, perché è importante non solo per la nostra relazione ma anche per la sua stessa tranquillità nella vita.
Però la psicologa ha totalmente ignorato la questione, per quanto noi abbiamo cercato di mettere in evidenza che il problema è quello.
Durante l'ultima seduta ci ha detto che siamo troppo diversi, che uno è bianco e l'altro nero e non arriveremo mai a trovare dei compromessi tra di noi perché il grigio non esiste.
Che nella situazione in cui siamo c'è costrizione, perché io non ho scelta e lui ha scelto di restare e quindi tra di noi non può esserci amore.
Noi abbiamo risposto che non siamo d'accordo, noi sappiamo di amarci e l'amore si vede proprio nel restare di fronte alle difficoltà.
Abbiamo tanti aspetti in comune ma anche degli aspetti differenti, che accettiamo l'uno dell'altro ma sui quali vogliamo entrambi impegnarci per venirci incontro.
Lei ci ha mandato a quel paese e ci ha risposto che passeremo la vita a cercare l'uno nell'altro un amore che non c'è.
A noi sinceramente questo non è sembrato un atteggiamento professionale, ma soprattutto non ci aspettavamo affatto che una terapista di coppia invece di aiutarci ci dicesse di lasciarci, quando noi l'abbiamo fatta proprio per approfondire il legame e migliorare il rapporto.
Siamo molto confusi da questa esperienza, perché attraversiamo entrambi un periodo difficile, ma sappiamo che vogliamo aiutarci tra di noi ed essere aiutati.