Sono sola e non so con chi parlarne

Inviata da Manuela · 2 nov 2015 Crisi adolescenziali

Salve
È la prima volta che scrivo su un sito del genere..mi chiamo Manuela. Il problema è che, a differenza della maggior parte delle mie coetanee, non ho nessun'amica/o, non esco mai, ho dei problemi con i miei genitori, sono molto timida e l'unica persona di cui mi fido è la mia professoressa d'inglese; con lei riesco a confidarmi e mi sento ascoltata..Vorrei evitare di parlare con lei ma certe volte, quando mi sento più triste e sola del solito, ne ho davvero bisogno.
Provo a parlare con compagni ma sembra che non gliene importi nulla di me e poi li vedo cosí diversi..
Ho bisogno di un consiglio di un esperto..prima di tutto come faccio ad aprirmi con altri senza aver paura di essere abbandonata? E poi dovrei continuare a parlare con la mia professoressa o no?
Grazie mille per l'attenzione

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Miglior risposta 3 NOV 2015

Gentile Manuela,
in poche righe emergono chiaramente e fortemente bisogni, vissuti ed emozioni che effettivamente sono difficili da gestire da soli. Emerge il bisogno di essere ascoltata, capita e supportata, emerge la paura di essere rifiutata e conseguentemente un atteggiamento guardingo e diffidente verso gli altri, emerge un vissuto di solitudine e di disagio esperito nelle relazioni con chi ti circonda.
Potrebbe esserti utile un percorso psicologico in modo da trovare quello spazio in cui aprirti, essere ascoltata di cui necessiti. Potresti raccogliere informazioni su eventuali servizi psicologici attivi nella tua scuola e sui consultori. E potresti farlo coinvolgendo la tua professoressa.

Saluti,
Dott.ssa Stefania Valagussa

Dott.ssa Stefania Valagussa Psicologo a Concorezzo

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3 NOV 2015

Cara Manuela
il fatto che tu dica che ai tuoi compagni "non importa nulla di te" non è più vero del fatto che a te importa poco di loro.
Dico questo perché mi sembra di comprendere che tu non investa in loro tante energie per poter, in qualche modo, incentivare i rapporti e magari creare qualche amicizia stretta, un' amica speciale con cui confidarti.
Certo la tua amicizia con la proff è importante ma non potrà darti l'aiuto e il sostegno che una coetanea, vivendo i tuoi stessi problemi, ti darebbe.
Non credo ci sia così tanta differenza tra te e le altre ragazze.
Mi spiego: penso che le differenze siano apparenti, forse nel modo di fare o di vestirsi, ma certo non sostanziali.
Magari tu sei un poco più timida delle altre e, tieni conto, la timidezza è spesso scambiata per snobbismo o alterigia.
Dai, datti da fare e cerca amiche e amici con cui confidarti e condividere interessi e situazioni.
Cari saluti Dott Silvana Ceccucci Psicologa Psicoterapeuta

Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologo a Ravenna

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2 NOV 2015

Cara Manuela,

la timidezza a volte sembra la peggiore delle condanne. Spesso i timidi si sentono inadeguati, non capiti, non si espongono per paura di essere rifiutati e non sono assolutamente compresi perchè molti li scambiano per superbi e snob, quando invece purtroppo desiderano solo avvicinarsi agli altri ma non sanno come fare.
L'empatia e la disponibilità della professoressa di inglese è già qualcosa su cui puoi contare ma non è sufficiente per offrirti un sostegno qualificato alla tua crescita.

Proprio perchè è facile suggerire di aprirsi agli altri, ma è difficile a farsi, se desideri, sarebbe consigliabile intraprendere un percorso psicologico per comprendere perchè per te è difficile aprirti, capire in quali situazioni questo ti crea svantaggi e in quali vantaggi e attuare un percorso di cambiamento. Visto che sei minorenne devi comunque parlarne con i tuoi genitori.

un caro saluto

Dott.ssa Monica Salvadore

Dott.ssa Monica Salvadore Psicologo a Torino

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2 NOV 2015

Cara Manuela,
da quello che dici pare che i problemi con i tuoi genitori si riflettano nelle tue relazioni sociali... bello il fatto che tu abbia trovato qualcuno con cui parlarne, comprendo come spesso tu ne senta fortemente il bisogno, solo che, per quanto una persona esterna possa darci degli ottimi suggerimenti o semplicemente ascolto, è difficile che possa avere gli strumenti necessari a gestire la situazione e, soprattutto, ad "allenarti" mentalmente a trovare una nuova soluzione.

Credo che sia opportuno cercare un esperto con cui tu possa stabilire la stessa relazione di fiducia che hai con la tua professoressa e con cui trovare soluzioni creative e pratiche per superare la tua timidezza e stabilire nuove relazioni.

Buona vita,
Dr.ssa Ilaria Terrone, Bari

Dott.ssa Ilaria Terrone Psicologo a Bari

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2 NOV 2015

Cara Manuela,
sarebbe stato utile che ci avessi detto qualcosa sui problemi che hai con i tuoi genitori perchè loro per te restano comunque le figure di riferimento più importanti.
Alla tua età che rientra ancora nell'adolescenza, è frequentissimo non avere un buon rapporto con i genitori e , per certi aspetti è quasi "fisiologico".
Devo ricordarti però che i genitori non sono perfetti ma meritano rispetto e affetto anche se qualche volta non danno il buon esempio.
Ti chiedo perciò di mettere da parte l'orgoglio e metterli a conoscenza delle tue difficoltà chiedendo di autorizzarti e sostenerti per un percorso di psicoterapia individuale che sarebbe ancora meglio se fosse familiare qualora essi accettasero di partecipare e mettersi anch'essi in discussione.
L'empatia e la disponibilità della professoressa di inglese è apprezzabile ma non è sufficiente per darti un aiuto sostanziale e qualificato.
Ti chiedi e ci chiedi come fai ad aprirti con gli altri avendo la paura di essere abbandonata o magari di non essere ascoltata.
Ti rispondo col dirti che tutto deve partire dall'umiltà del chiedere perchè molti potrebbero scambiare la tua timidezza per superbia e non avvicinarsi.
Aprirsi agli altri non dà la certezza o la garanzia doi essere corrisposti ma molto spesso ciò accade e comunque è il primo passo da fare.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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2 NOV 2015

Cara Manuela,
nel tuo messaggio si leggono il bisogno di ascolto, comprensione e supporto, la diffidenza nei confronti degli altri, il timore di essere rifiutata...

Sei minorenne e questo ci vincola nel dare una consulenza. La legge chiede l'autorizzazione da parte di chi ha la tutela del minore.

Il mio suggerimento è di informarti se vi sia un servizio di psicologia nella tua scuola oppure di rivolgerti al consultorio della tua città.
Se ne senti il bisogno, appoggiati alla tua professoressa e chiedile un supporto: dato che ti confidi con lei, perché non confidarle che vorresti una mano per essere meno sola e aprirti di più?

Un saluto
Dott.ssa Francesca Fontanella

Dott.ssa Francesca Fontanella Psicologo a Rovereto

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