Separati?

Inviata da Cucciolo · 22 mar 2018 Terapia di coppia

Buongiorno.
Ho quasi 50 anni e mia moglie 44.
Ci siamo conosciuti nel 1999 e ci siamo sposati in chiesa nel 2002 dopo un anno di convivenza.
Siamo sempre andati d’amore e d’accordo in tutto tranne nel sesso che per lei non è mai stato una priorità e questo ha generato malumori in me.
A partire dal 2006, abbiamo comonciato a fare i pendolari in auto tra Nettuno e Roma e siamo andati avanti così fino alla fine del 2013. Quindi stavamo quasi sempre insieme.
Nel frattempo nel 2007 e nel 2012 sono nati i nostri due figli.
Alla fine del 2013 io sono stato trasferito lavorativamente vicino a Nettuno e lei ha continuato a fare la pendolare da sola fino a marzo 2016, data in cui si è messa a fare la libera professionista.
Verso la fine del 2016 gli attriti tra di noi sono aumentati fino a sfociare in continui litigi per via della mancanza di una vita sessuale soddisfacente. Io ho anche minacciato di andarmene. Dopo le feste di Natale ho ripensato a tutto e le ho comunicato che per me lei era la cosa più importante e tutto il resto non importava.
Da quel momento lei ha detto che non provava più le stesse cose per me. E siamo andati avanti così, in questo stato di crisi quasi permanente, fino a settembre 2017 quando mi ha fatto scrivere dall’avvocato per la separazione, firmata a fine settmbre.
I primi di ottobre io andavo a vivere in un’altra casa con i bambini gestiti esattamente al 50%.
Da allora non capisco più niente.
Lei da subito non ha perso occasione per venirsi a infilare nel mio letto, ha sempre sostenuto con forza che mi ama; mi chiama sempre amore. Tante volte ha dormito da me insime ai bambini.
La separazione non è mai stata trasmessa per l’omologazione.
I primi di febbraio mi ha detto che lei vuole tornare a vivere con me ha ha ansie e paure in tal senso, quindi ha proposto un periodo di lontananza vera per farsi passare le paure.
A suo dire, questa cosa gliel’avrebbe suggerita la psicologa che la segue da un anno circa.
Di fatto non è capace di attuare questa lontananza. Se io non la chiamo lei mi tempesta di chiamate e messaggi d’amore.
Ovviamente il tutto fa piacere anche a me che la amo ancora con tutto me stesso.
Qualche giirno fa le ho detto che ci dobbiamo lasciare definitivamente perché io non posso vivere perennemente in ansia; questo anche per indurla a riflettere. Lei questo non vuole accettarlo. Mi comincia a tempestare di telefonate e messaggi. Pochi giorni fa mi ha persino inviato foto provocanti per indurmi a fare sesso telefonico.
A questo aggiungo che nel 2015 le è stato asportato un melanoma da cui è completamente guarita ma segue un protocollo di controllo.
Durante gli anni che ha fatto la pendolare da sola ha sofferto, a suo dire, di “depressione” non diagnosticata da nessuno per la morte del padre avvenuta nel 2011.
Con noi ha sempre vissuto sua madre che solo da poco ho scoperto che ha sempre parlato male di me.
Cosa ne pensate di tutto questo?
Dovrei continuare a battermi per l’unità della famiglia e in che modo?
Grazie.

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Miglior risposta 26 MAR 2018

Buongiorno,
ha descritto dettagliatamente la situazione che sta vivendo e direi che i suoi dubbi e perplessità sono legittimi.
Le consiglierei, al pari di sua moglie, di avvalersi di un percorso psicologico per una migliore comprensione dei suoi sentimenti e delle sue aspettative.
In seguito, potrete valutare l'opportunità di una terapia di coppia, per cogliere le eventuali dinamiche disfunzionali.
Un caro saluto
Dott.ssa Vanda Braga

Dott.ssa Braga Vanda Psicologo a Rezzato

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24 MAR 2018

Quello che le posso dire, leggendo la sua "storia" è che dare una risposta alla sua domanda non tocca ad altri che a se stesso.
Lei come si sente? E cosa vuole? Come immagina il suo futuro?
Darsi queste risposte e, a volte, porsi queste domande non è mai semplice, soprattutto dopo aver vissuto con una persona tanto tempo e aver immaginato e realizzato un progetto insieme, la vostra famiglia.
Nella vostra storia ci sono diversi "eventi critici" che però non sembra chiaro come sono stati affrontati, se insieme, attraverso la condivisione e la collaborazione o semplicemente cercando di mandare avanti la vostra relazione portandosi dietro tanti "non-detti" e qualche rancore.
Quello che le posso dire rispetto all'oggi è: fermatevi un attimo, trovate un momento per voi e parlate di ciò che volete, dei vostri bisogni, desideri e aspettative, di come vi immaginate, se insieme o da soli, se quello che volete è un progetto di vita comune o ormai le vostre strade sono separate. è normale questa sorta di dipendenza dopo la fine di una relazione, alternata da momenti positivi di amore/vicinanza e momenti di rabbia/tristezza/lontananza, ma è una situazione che si trova in empasse e risolvere questa empasse sta solo a voi.
Potreste provare un percorso di coppia, per condividere e affrontare i vostri vissuti e le vostre emozioni, passate e attuali e provare a ricercare un nuovo punto di partenza, che sia di coppia di coniugi o solo di coppia genitoriale.
A presto,
Dott.ssa Marianna Semerano

Anonimo-170721 Psicologo a Torino

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24 MAR 2018

Caro,
Perché non valutare una terapia familiare? Essa spesso è associata a terapia individuale (che segue sua moglie) e servirebbe per chiarire questi comportamenti ambivalenti della stessa e poter mettere in luce quale decisioni prendere.
Io sono La dott.ssa Antonazzo Floriana Zora, psicologa e specializzanda in Psicoterapia sistemico familiare a roma iv anno e seguo un metodo che in questi casi sono di dieci sedute + una.
In caso mi contatta e fissiamo un appuntamento.
Ricevo o di lunedi primo pomeriggio o martedi.
Se volete sono a vs disposizione.

Anonimo-169958 Psicologo a Bari

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24 MAR 2018

Buongiorno,
La situazione che descrive e' di forte invischiamento relazionale reciproco, ma in particolare lei sembra totalmente dipendente dalla volontà di sua moglie e incapace di fare delle scelte, forse perché teme di perderla. Bisognerebbe capire meglio molti meccanismi relazionali per poterle dare dei consigli, ma non credo che continuando in questo modo lei possa "salvare la famiglia", c'e' infatti il rischio di screditarsi agli occhi di sua moglie proprio per la sua dipendenza. Si faccia consigliare da un terapeuta, (ottima l'impostazione strategica in questo caso) per poter andare nella direzione di scelte più personali e autonome, che possano portare ad un chiarimento vero delle intenzioni di entrambi.
Cordiali saluti
Dr.ssa M. Sara Sanavio
Perugia

Dr.ssa M.Sara Sanavìo Psicologo a Perugia

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