Se scopriste che un vostro paziente registra le sedute?

Inviata da Alice · 13 mag 2015 Orientamento professionale

Se scopriste che un vostro paziente registra con il cellulare le proprie sedute utilizzando le note audio, di nascosto, vi arrabbiareste? Vi infastidirebbe?

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Miglior risposta 13 MAG 2015

Io sono una neoericksoniana e pratico l'ipnosi: noi permettiamo ai nostri pazienti di registrare le induzioni, perchè riteniamo utile che le riascoltino successivamente. Di solito questo avviene palesemente, mai di nascosto.
Nel tuo caso, ne parlerei serenamente con il paziente, cercando di capire le motivazioni del suo agire.
Cordiali saluti
Dott.ssa Loredana Aiello

Dott.ssa Loredana Aiello Psicologo a Como

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15 MAG 2015

Salve Antonia, tra il terapeuta e il paziente dovrebbe fluire una relazione terapeutica basata sul reciproco rispetto e sulla più perfetta trasparenza. Registrare le sedute di nascosto non è inseribile in un siffatto contesto.
E poi, quale scopo si prefigge chi registra e perché di nascosto. La terapia non è un gioco è invece qualcosa di molto serio e l'esigenza di registrare la/le sedute andrebbe lealmente contrattato con il terapeuta spiegandogli anche la motivazione. Sembra che questa persona che ha questo comportamenti abbia difficoltà a esprimere le proprie esigenza e forse anche paura dei rifiuti. Forse sarebbe opportuno lavorare anche su questo con il suo terapeuta.
Un cordiale saluto Lorenzo Colangelo

Dott. Lorenzo Colangelo Psicologo a Ancona

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15 MAG 2015

Cara Antonia, certamente l'emozione che proverei sarebbe di rabbia, che ovviamente non agirei nella relazione terapeutica, ma la userei come strumento di lavoro terapeutico.
Rispetto a come io gestisco il setting dei colloqui, mi capita di registrarli e nella dichiarazione di consenso, faccio firmare una voce relativa al consenso che mi fornisce il paziente di registrare. Allo stesso modo, se un paziente chiede di registrare, acconsento (parlando brevemente del perché voglia registrare) e faccio firmare.
Ma qua è diverso: si tratta di una scoperta che lei ha fatto e chissà perché il suo paziente le ha tenuto nascosto. Tutti spunti importanti per un lavoro terapeutico.
Spero di esserle stata utile.
Auguri.
D.ssa Barbara Paolinelli (Trento)

Dott.ssa Barbara Paolinelli Psicologo a Trento

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14 MAG 2015

Salve Antonia,
non mi è mai capitato! Mi infastidisce non essere informata... ma non importa. Ci sarà un perché, un motivo per effettuare la registrazione: riascoltare quanto si dice e fermare dei concetti. Mi dispiacerebbe per un motivo: l' alleanza terapeutica fra paziente e terapeuta è venuta a mancare. Per il resto registri pure, io non devo nascondere nulla, la privacy della seduta è un mio dovere non quello del paziente!
Cordialità
Dott.ssa Patrizia Perantoni

Dott.ssa Patrizia Perantoni Psicologo a Roma

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14 MAG 2015

Cara Antonia
il problema, a mio parere, non è la registrazione della seduta che può anche avvenire se c'è un chiaro motivo che sia di aiuto al paziente... il problema è il farlo di nascosto perché è proprio il "nascondere la cosa" che è un comportamento incongruente nell'ambito della psicoterapia.
Se è vero che pure in terapia da parte del paziente non sempre si abbia totale apertura su qualsiasi questione personale ( e questo è comunque accettabile in quanto il paziente ha i suoi tempi che vanno rispettati), diciamo che l'atto intenzionale di nascondere qualcosa va oltre e rappresenta una rottura dell'alleanza terapeutica.
E' pure un gesto che sottende qualcosa in più nel senso che implica una motivazione d'uso (della registrazione) che non si intende condividere e valutare insieme al terapeuta.
Proprio questa non condivisione e questo nascondimento (non tanto della registrazione ma delle motivazioni che la sottendono) mostra il mancato rapporto di "alleanza terapeutica" o la rottura dello stesso (ad opera del paziente) e pertanto è un elemento di per sè ostacolante lo sviluppo della psicoterapia in corso.
Stessa cosa dicasi per tutti i comportamenti simili a questo dove si tende a voler nascondere intenzionalmente (con fare d'inganno) il terapeuta.
Spero aver offerto spunti di riflessione utili.
Saluti
Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicoterapeuta in Ravenna

Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologo a Ravenna

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14 MAG 2015

Non mi arrabbierei nè mi infastidirei. Gli proporrei di analizzare insieme le ragioni profonde di questo gesto.
Questo è quello che devo fare per lui e con lui.
Io sono dalla parte del mio paziente.
Al massimo gli direi che, nel suo interesse, è bene che quello che si dice nello spazio della seduta lo tenga per se stesso. Il segreto professionale è un mio obbligo non il suo.

Dr. Marco Tartari

Dott. Marco Tartari Psicologo a Roatto

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14 MAG 2015

Rimarrei sconcertata e avrei preferito se me lo avesse chiesto.Innanzitutto, gli chiederei di smettere di registrare e di cancellare le registrazioni già effettuate in mia presenza, perché trovo scorretto (e glielo direi) il suo comportamento. Noi abbiamo degli obblighi per quanto concerne la privacy e siamo tenuti al segreto professionale e questo paziente registra le sedute e chi mi dice che non le faccia sentire ad altre persone? La cosa non mi piace. Gli chiederei il motivo e a cosa gli servono le registrazioni, dopodiché partirei da questo per riflettere ed analizzare le sue motivazioni, la mia reazione, i suoi e i miei vissuti in uno spazio di condivisione quale è il setting terapeutico. Se ne venissi a conoscenza a terapia terminata, potrei decidere di percorrere delle vie meno piacevoli.

Dott.ssa Cristina Montanaro Psicologo a Chivasso

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14 MAG 2015

Gentile Antonia,
innanzitutto questo gesto significherebbe ad una prima superficiale analisi mancanza totale di fiducia e di rispetto verso il terapeuta, la terapia ed anche se tesso. In secondo luogo dovrebbe diventare argomento delle sedute per capire il senso inconscio di quest gesto. Cosa spinge un paziente a registrare di nascosto le sedute? Qual è a livello psicologico per il piano di vita del paziente il fine di questo gesto? Una terapia si basa sulla reciproca limpidezza e trasparenza. La scoperta di questo comportamento dovrebbe diventare oggetto d'analisi. Certamente, il terapeuta essendo un essere umano avrà anche delle reazioni emotive a tale scoperta. La situazione potrebbe portare o ad una svolta nella terapia o ad un'interruzione con conseguenze che potrebbero essere per il paziente anche pesanti a livello legale.
Buona giornata

Dott.ssa Anna Ambiveri Psicologo a Torino

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14 MAG 2015

Sinceramente rimarrei molto male, ma subito dopo mi chiederei che cosa mi ha voluto dire con questo comportamento.
Dott.ssa Anna Agresti
Psicologa psicoterapeuta
Prato

Dr.ssa Anna Agresti Psicologo a Prato

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14 MAG 2015

Chi lo fa, e lo fa di nascosto, ha proprio bisogno di psicoterapia. Se lo scopro gli proporrei la doppia registrazione: la sua e la mia. Così, per par condicio.

Dott. Roberto Bondavalli Psicologo a Mantova

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14 MAG 2015

Buongiorno Antonia,
Dal mio punto di vista più che arrabbiarmi o infastidirmi mi chiederei e ovviamente chiederei a lui/lei il motivo. Che senso ha per il paziente e ne discuterei in terapia.
Cordiali saluti.
Dr.ssa Verena Elisa Gomiero

Dott.ssa Gomiero Verena Elisa Psicologo a Padova

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14 MAG 2015

Buongiorno Antonia,
provo a immaginare una situazione simile, riesco a vedere una mia possibile reazione: chiederei innanzitutto al mio paziente a che cosa gli serva registrare le sedute e poi proverei con lui ad analizzare il suo bisogno, e le emozioni e sentimenti che questo ha provocato sia in me che in lui. Alla fine quella terapeutica è LA relazione che dovrebbe fungere da modello nuovo per il paziente, per cui la si dovrebbe costruire come uno spazio di riflessione, condivisione e messa alla prova delle proprie luci ed ombre! Ovviamente ritengo che il terapeuta debba fare lo stesso nella misura in cui questo possa essere di giovamento all'altro. In conclusione: proverei prima a capire il paziente e sentire le sue emozioni, poi farei lo stesso con me e infine analizzeremmo il tutto insieme! Insomma è la relazione che cura, no?! Saluti Antonia.

Dott.ssa Scilla Battiato Psicologo a Pulsano

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14 MAG 2015

Qualsiasi evento si manifesti nel setting, per me è motivo di riflessione e pertanto da un punto di vista emotivo non avrei nessuna reazione particolare se non quella di favorire il paziente a scoprire se il mezzo utilizzato gli è utile in qualche modo. Nel caso di risposta affermativa, non ne escluderei la sua utilità : se invece il paziente lo considera un mezzo di controllo, lo inviterei a ricercare le origini di tale bisogno. Tutto qui.
Dott.ssa Carla Panno
psicologa-psicoterapeuta

Dott.ssa Carla Panno Psicologo a Milano

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14 MAG 2015

Gentile Antonia,

è difficile prevedere in assoluto quali emozioni possiamo provare, in queste ed altre circostanze, sia perché ognuno di noi è diverso, sia perché un paziente può registrare le sedute di nascosto per tanti motivi differenti.

Quel che posso dirle è che a volte, scoprire o sapere che un paziente registra le sedute non è realmente una sorpresa, per noi. Possiamo averlo intuito da piccoli dettagli, dalla conoscenza di quello specifico paziente e dal modo di porsi che ha nei nostri confronti. Il fatto che il paziente, a un certo punto, ce ne parli spontaneamente, è molto positivo. Spesso ciò significa che è pronto ad affrontare quello che c'è dietro.

Un'altra cosa che posso dirle è che, qualsiasi emozione proviamo nello scoprirlo, nel venirne a conoscenza o anche solo nell'intuirlo, è per noi preziosa. Le emozioni che uno psicologo prova nei confronti del paziente sono oggetto di analisi da parte dello psicologo stesso, e lo aiutano a capire alcune cose e a lavorare meglio. Spesso ci rivelano vissuti ed emozioni che il paziente prova in altri contesti, e che tendono ad orientare il suo sentire ed agire anche verso lo psicologo.
Ad esempio, ci sono cose che il paziente non riesce a dirci, ma che riesce a farci ''sentire'' come le sente lui.
Oppure, succede che le nostre emozioni siano simili a quelle che provano persone che il nostro paziente conosce, ed anche in questo caso ci aiutano a capire cosa vive il paziente al di fuori del nostro studio.

In sostanza lo psicologo non si limita a reagire all'emozione, ma cerca di capirla, e di capire cosa il paziente gli sta comunicando facendogli provare quell'emozione.

Dr.ssa Elisa F. Di Muro

Dott.ssa Elisa Flavia Di Muro Psicologo a Milano

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13 MAG 2015

Cara Antonia,
ritengo che il problema principale una volta scoperto sarebbe quello di capire perchè l'utente è arrivato a registrare la seduta e che cosa è fallito nella relazione che guida il lavoro comune. Sarebbe necessaria una riflessione sul proprio operato e quello dell'utente. Si intraprende un percorso di crescita e conoscenza di se stesso perchè alla base si costruisce una potente fiducia nel fatto che lo psicologo sia proprio li per lui/lei e questo comportamento potrebbe indicare che non sia sia sviluppata o addirittura che sia rotta.

Dott.ssa Angela Niro Psicologo a Foggia

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13 MAG 2015

Nasconere qualcosa è un atto intenzionale, a prescindere di ciò che si tenta di nascondere. Una terapia è una relzione e come tale si costruisce su dei pilastri primo fra cui la sincerità; ogni persona che entra in terapia porta la sua sincerità con tutto ciò che ne concerne sta poi al terapeuta utilizzare ciò per far si di creare un'esperienza emotiva trasformativa anche nella relazione stessa. Personalmente utilizzerei a scopo terapeutico il fatto che il paziente registra la seduta, se mai ne verrei al corrente.
Qualora non ne fossi mai a conoscenza e scoprissi successivamente che il contenuto delle sedute viene pubblicato si dovrà procedere per altre vie, purtroppo meno piacevoli.

Dott. Fabio Glielmi

Dott. Fabio Glielmi Psicologo a Roma

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13 MAG 2015

Farei time-out e cercherei di capire insieme a lui qual'è il bisogno che sta sotto all'atto di registrare le sedute. Certamente, ai fini della psicoterapia, non farei finta di nulla.

Dott.ssa Torti Elisabetta Katia Psicologo a Sampierdarena

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