Riuscirò mai a farcela se provengo da una famiglia così?

Inviata da Ginni7 · 21 dic 2021 Autorealizzazione e orientamento personale

Buonasera, sono una ragazza di 25 anni. Da due anni, grazie alla psicoterapia, ho fatto consapevolezza delle dinamiche tossiche da sempre presenti nella mia famiglia. Entrambi i miei genitori sono depressi, ma non riescono a riconoscere di aver bisogno di aiuto tantomeno di doversi curare. Anche io purtroppo soffro di depressione, influenzata dall’ambiente in cui sono cresciuta, mai spronata verso nuove esperienze, spesso intimorita, sovraccaricata sin da bambina di responsabilità di competenza degli adulti, purtroppo incapaci di gestire tra loro situazioni di difficoltà. Insomma una bambina poco tutelata dalle figure di accudimento, troppo prese dai loro problemi e indifferenti a ció che io provavo. Non mi sono mai sentita protetta tantomeno al sicuro. Il tutto aggravato da una precaria condizione economica. Da questo ho sviluppato un forte senso di voler fare e risolvere tutto da sola, senza chiedere mai aiuto, perché quando provavo a farlo da bambina, la mia sofferenza non veniva validata ma solo giudicata e minimizzata. Penso di soffrire di depressione da molti anni, nonostante abbia deciso di intraprendere un percorso di analisi solo due anni fa. Penso sia stata una delle scelte più giuste e coraggiose della mia vita. Ho avuto anche molta difficoltà nella creazione della mia identità e nell’ascolto di me stessa, proprio perché poco spronata ad esplorare e giudicata negli sbagli, che ad oggi reputo invece esperienze fondamentali per potermi scoprire e conoscere sempre di più.
Mi sono laureata pochi mesi fa in architettura; in analisi ho maturato la scelta di intraprendere un nuovo percorso universitario, completamente differente dall’altro in cui mi sono laureata, la cui pratica mi ha portato a capire di non valorizzare le mie risorse. E di conseguenza non riesco a trarre soddisfazione dall’attività lavorativa.
Dal percorso di analisi e dalla presa di consapevolezza è emersa anche una forte rabbia nei confronti dei miei genitori e parenti, che reputo responsabili di questa mia condizione in quanto incapaci di risolvere le loro questioni da adulti senza coinvolgermi e di trasmettermi l’entusiasmo nei confronti della vita. Quel che sono riuscita a crearmi l’ho fatto da sola e lo reputo una forte ingiustizia.
Alla sofferenza psicologica si somma una mia forte tendenza a somatizzare sin da bambina: scoliosi, dermatite, asma, dolori articolari. Da quasi un anno, accuso una forte stanchezza cronica, accompagnata da forte tensione muscolare e pochi giorni fa mi è stata diagnosticata una malattia infiammatoria cronica ( che mi provoca dolori costanti) al tessuto connettivo delle gambe. Queste ultime sofferenze fisiche rendono sempre più difficile il percorso di cura della depressione. Vorrei veramente uscirne. Ma ora mi sento in un tunnel e non riesco a vedere la luce. Sto pensando ad un aiuto di tipo farmacologico.
Vorrei sapere se si può uscire dalla depressione, se è veramente possibile guarire. Ci sono persone che hanno una storia familiare simile alla mia? E che ce l’hanno fatta a riscattarsi? Se sì quali sono i vostri consigli?

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Miglior risposta 31 DIC 2021

Cara Ginni, mi sono commossa a leggere il tuo testo per la consapevolezza che emerge dalle tue parole nonostante il dolore. Nascere in una famiglia così è un fattore che può predisporre alla depressione ma non c’è una correlazione deterministica tra condizioni sfavorevoli e disagio psichico. La psicoterapia ti ha aiutata tantissimo ed e’ molto importante che tu prosegua il percorso con la tua terapeuta . Per quanto riguarda il disturbo fisico, sarebbe consigliabile una visita neurologica per valutare l’ introduzione di un farmaco che ti possa aiutare .
Le nostre ferite e le nostre vulnerabilità possono essere curate e sanate, l’importante è prendersene cura. Non vedo motivi perché tu non possa ancora crescere e vivere una vita piena ed appagante .
Un caro saluto. Dott.ssa Laura Tavano

Dott.ssa Laura Tavano Psicologo a Chieri

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22 DIC 2021

Salve, la situazione che lei descrive le porta indubbiamente molta sofferenza e preoccupazione.
Come lei stessa dice, dedicarsi del tempo attraverso l’analisi per voler comprendere le dinamiche della propria famiglia e quindi le proprie, è sicuramente stato un atto coraggioso e di grande rispetto nei suoi confronti. Tutte queste domande che lei si pone in merito alla possibilità di non essere influenzati negativamente in maniera eccessiva dalle caratteristiche della propria famiglia di origine, sono comprensibili e a mio avviso “sane”. Sono proprio questi due elementi, l’analisi intrapresa e le domande che si pone, ad essere la base per un buon sviluppo personale. continuare a parlarne con il suo terapeuta credo sia la strada migliore. Saluti

Dott.ssa Federica Niro Psicologo a Firenze

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22 DIC 2021

Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè posso comprendere il dispiacere connesso. A mio parere, il provenire da una famiglia così potrebbe costituire non necessariamente un ostacolo bensì un motivo in più trasformare la rabbia in determinazione e dimostrare che nella vita si possono anche ottenere grandi cose pur partendo svantaggiati. Ritengo importante, tuttavia, che lei possa ritagliarsi uno spazio per elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi alla situazione e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente. Credo che un consulto psicologico possa esserle utile anche per identificare quei pensieri rigidi, maladattivi e disfunzionali che impediscono il benessere desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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