Relazione terapeutica strana parte 2
Cari dottori,vi riscrivo perchè ,nonostante le vostre risposte,in seduta ho vissuto qualcosa che secondo me è profondamente negativo.Mi trovavo a parlare col mio terapeuta circa il fatto che lui vuole portarmi in privato( io sono seguita in asl come ho spiegato nella precedente domanda) e il suo comportamento a riguardo è stato secondo me inaccettabile,perchè ha negato quanto aveva detto e mi ha incominciato ad attribuire colpe sul superamento del setting terapeutico.La cosa che piu' mi ha deluso è che lui mi ha fatto dubitare di ciò che avevo sentito.Non è la prima volta che fa cosi':quando si rende conto di stare superando i limiti imposti,lui nega tutto ciò che dice e si "rende" professionale.Piango mentre lo scrivo,forse perchè sto realizzando che questa terapia sia arrivata ad un punto morto,dal quale è impossibile venir fuori.La rabbia è tanta purtroppo e non riesco a calmarmi.E' dura per me confrontarmi con questa consapevolezza,perchè significa dover abbandonare ciò che per tanti anni è stato il centro della mia vita,la terapia e lui a causa del transfert.Mi sento tradita.Per me è difficile abbandonare tutto perchè soffro ancora per l'abbandono materno alla nascita..Tra l'altro lui è l'unica persona di cui io mi sia fidata da quando mi è stato diagnosticato il disturbo paranoide.Mi sento avvilita,anche perchè ciò significa che probabilmente presto dovrò cercare un nuovo terapeuta.e raccontare a qualcuno di nuovo la mia storia (che è molto difficile e forte) è per me impossibile al momento.Non so se riuscirò a fidarmi di nuovo.Spero nelle vostre risposte,so che mi daranno sollievo.