Buongiorno,
Sto con il mio ragazzo da sei anni (abbiamo 29 anni) e negli ultimi quattro anni l'abbiamo fatto 3/4 volte in tutto.
Questo problema è iniziato con il suo cambio di lavoro, ha iniziato a lavorare la notte e dormendo tutto il giorno piano piano abbiamo smesso di farlo; inizialmente, per quasi un anno, io ne ho sofferto in silenzio, tentando in tutti i modi di creare atmosfere o di rendermi più desiderabile e venendo sempre respinta neanche con troppo garbo, ho sofferto perché non voleva parlarne e perché non mi sentivo più né desiderabile né donna.
Finalmente ho trovato il coraggio di obbligarlo ad affrontare L argomento, quindi abbiamo iniziato a parlarne molto apertamente e molto spesso, cercando di capire insieme quale fosse il problema, anche perché nel frattempo lui era tornato a fare orari normali a lavoro e non c'erano reali ostacoli al nostro riavvicinamento. Per parecchio tempo non ha fatto altro che ripetermi che era tutta colpa sua, che mi amava e che avrebbe risolto il problema, io non gli ho mai creduto fino in fondo e ho iniziato a demoralizzarmi, chiedendogli sempre più insistentemente di fare qualcosa di più concreto e insieme per risolvere la situazione.
Ora la situazione è questa: lui si sta facendo seguire da un terapeuta con cui parla delle sue tante insicurezze e anche di me, ma la situazione è statica, lui dice e dimostra sempre di amarmi, mi ripete sempre che mi trova bellissima e che torneremo a fare L amore; dal canto mio, ogni tanto mi chiudo, lo colpevolizzo e sto male perché non so quando e soprattutto come torneremo come prima.
La cosa assurda, e anche il motivo per cui stiamo ancora insieme, è che ci amiamo moltissimo, stiamo benissimo insieme sotto tutto gli altri punti di vista, viviamo insieme da un anno, siano felici, siamo onesti, aperti l'uno con l'altro, abbiamo dei progetti per il futuro e non litighiamo mai.
Io però in un angolo della mia mente continuo a pensare che questo problema ci stia portando lentamente alla rottura, continuo a chiedermi come sia possibile che di punto in bianco, a un certo punto, torneremo a fare l'amore, mi chiedo come farò anche io a riprendere confidenza con il suo corpo che ora mi è quasi estraneo, e come farò a sentirmi di nuovo sicura di me stessa dopo essere stata respinta tante volte. So che anche lui ne soffre tantissimo e so che il problema va ben oltre la mera attrazione fisica, ma sto male.
Grazie, Ogni consiglio è ben accetto!
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16 APR 2016
· Questa risposta è stata utile per 4 persone
Cara Desiree
io penso che siate sulla strada giusta e che questo problema sia reversibile e pure non devi pensarlo come qualcosa di molto molto lontano nel tempo.
Immagino bene come in te possano essersi create delle inibizioni e delle resistenze in quanto sei stata rifiutata e tutto.
Ora, però, credo che dovrai dimenticare questo percorso passato e guardare unicamente all'oggi della relazione.
Lui si sta impegnando e tra voi c'è amore.
Anche tu, a mio parere, hai fatto degli errori nel volerti troppo proporre e (in buona fede certo) hai forzato le cose.
Importante che abbiate imparato a comunicare su questi problemi.
Ora cerca di essere naturale di essere te stessa.
Stagli vicina anche fisicamente ma senza aspettative e senza forzare le cose.
Io penso che riprendere l'intimità tra voi può essere più naturale di quanto pensi.
Un caro saluto.
Dott. Silvana Ceccucci Psicologa Psicoterapeuta.
7 APR 2016
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Gentile Desirée,
immagino che stiamo parlando di una impotenza e che siano state escluse le cause organiche con opportune analisi (dosaggi ormonali, ecodoppler penieno, ecc..).
Anche quando le cause sono in origine organica (si potrebbe ipotizzare un disequilibrio ormonale per il cambiamento repentino del ritmo sonno-veglia che potrebbe alterare la produzione del cortisolo e, a cascata, del testosterone) la componente psicologica dei problemi sessuali va sempre affrontata.
Ora, non sappiamo che tipo di terapia stia seguendo il suo ragazzo, tuttavia se i risultati tardassero ad arrivare può considerare di rivolgersi ad uno psico-sessuologo. Solitamente questo particolare professionista prende in carico la coppia e non il singolo soggetto.
Come Lei ha ben descritto, gli effetti di questa situazione stanno ricadendo anche su di Lei, e in alcuni casi possono arrivare a scalfire l'autostima e a "bloccare" la persona che non riesce a lasciare il partner perché sente che la relazione è importante e funziona, ma con il tempo rischia di avere a sua volta problemi, persino sessuali.
Di solito gli psico-sessuologi utilizzano tecniche, veri e propri metodi, per reintegrare gradualmente la sessualità nella coppia.
Si tratta spesso di "esercizi" da compiere a casa, sia da soli che in coppia, che consentono di recuperare un po' alla volta l'intimità.
Tenga presente che in questi casi più passa il tempo e più impegnativo sarà il recupero.
Ne parli con il suo ragazzo.
6 APR 2016
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile Desirèe,
leggendo le sue parole, mi è arrivato molto forte il suo disagio per la situazione che sta vivendo, in contrapposizione agli altri aspetti del rapporto di coppia che le definisce fantastici. Non avendo elementi in merito alla vostra vita sessuale in precedenza a ciò che descrive, è difficile poter fare un quadro del vostro vissuto di coppia. Nonostante parla di una comunicazione autentica tra voi, mi verrebbe da pensare che ci siano comunque dei non detti, aspetto normale in una coppia, ma che probabilmente è arrivato il momento di affrontare insieme. Sarebbe utile iniziare un percorso terapeutico insieme, a prescindere da quello individuale del suo ragazzo; potrebbe chiedere consiglio direttamente al professionista che lo segue.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Laura Camastra - Psicologa
6 APR 2016
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Buonasera Desirèe, la mia impressione è che la vostra "relazione fantastica" sia più un racconto che vi narrate (o si narra lei nello specifico) piuttosto che un qualcosa suffragato dai fatti. Dal suo post, infatti, sembra che il vostro problema sia "solo" l'ambito sessuale. Ad una più attenta analisi (almeno per quel che mi riguarda), ne scorgo altri: come una comunicazione non autentica (lo è fino ad un certo punto), in quanto lei stessa ammette che dentro di Sé pensa che non crede come potrà riabituarsi al corpo del suo compagno, tornare alla pregressa confidenza, etc. Posso intuire come il suo compagno, oltre al senso di colpa reale che sperimenta, possa provare anche del risentimento (più o meno diretto che, comunque, causa un ulteriore senso di colpa) nei suoi confronti in quanto è stato "designato" come colui che ha fatto cominciare il problema e che non sta riuscendo a risolverlo. In una atmosfera affettiva di questo tipo, mi sembra difficile che possa mantenersi una buona relazione e, soprattutto, con delle prospettive future. Come più volte detto nelle varie risposte in questo sito, un problema all'interno di una coppia non riguarda mai una singola persona, ma entrambe, e non sto parlando solo degli effetti (per cui è evidente che possa riguardare entrambi), ma proprio delle cause del problema: il fatto che tutto sembra essere iniziato con i diversi turni lavorativi, mi appare più un auto-inganno che una causa reale. Per auto-inganno intendo una spiegazione (emotivo-cognitiva) che integri sia l'informazione in entrata che lo stato affettivo conseguente (ad es., informazione in entrata: non si fa più l'amore; stato affettivo: rabbia, delusione, tristezza, etc.; spiegazione-autoinganno: sono cambiati i turni di lavoro; questo assolve al bisogno di chiarimento, si attenua il picco emotivo, la coppia va avanti, bene o male) attenuandone l'intensità in modo da poter essere gestito meglio.
Dunque, una terapia di coppia (ma non suggerirei di partire da un esperto sessuologo in quanto, almeno personalmente, vedo altre situazioni relazionali da esplorare in primis; queste cause, ipotizzo, sono quelle che hanno prodotto il problema sex) che analizzi l'intero rapporto, andando a focalizzarsi sia sulla costruzione dei legami dei vostri due sistemi che hanno formato la coppia che, anche il mantenimento (ovvero ciò che ha permesso alla coppia di durare nel tempo); questo potrebbe far emergere delle differenze (oltre a tanto altro, non emerso in questi anni) tra ciò che è stato prima e come è stato gestito (soprattutto emotivamente) e ciò che succede ora e come viene (o non si riesce) gestito.
Buona fortuna,
dott. Massimo Bedetti
Psicologo/Psicoterapeuta
Costruttivista-Postrazionalista Roma
6 APR 2016
· Questa risposta è stata utile per 4 persone
Gentile Desirée,
siccome stiamo parlando di una problema che riguarda soprattutto la vita sessuale della coppia, forse sarebbe stato preferibile affrontarlo fin dall'inizio con una terapia di coppia, cosa che può essere fatta anche adesso indipendentemente dalla terapia individuale del suo compagno.
In alternativa può chiedere consiglio allo stesso terapeuta del suo compagno e seguire le sue indicazioni.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
6 APR 2016
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Cara Desirèe,
potreste valutare, magari anche parlandone anche con lo psicologo che già segue il suo compagno, di affiancare alla psicoterapia individuale del suo compagno anche una terapia di coppia con uno psicoterapeuta o con un sessuologo col fine di trattare specificatamente il tema della vostra sessualità e lavorare insieme su questo aspetto.
Cordiali saluti,
Dr.ssa Heyra Del Ponte - psicologa e psicoterapeuta