Problemi relazione con compagno divorziato con figlia

Sono una ragazza di 35 anni, ho una relazione stabile con mio compagno da 3 anni di cui 2 di convivenza.Lui è divorziato ed ha una bambina di 13 anni. All'inizio mi sono posta nei suoi riguardi della figlia con un atteggiamento molto materno ed in maniera molto spontanea, dunque mi preoccupavo di ogni cosa, dalla scuola alle cose più banali tipo segnalare al padre le sue lacune o ad esempio l'uso non corretto di social network ecc. Questo nel tempo è diventato un problema in quanto il padre sostanzialmente non faceva mai nulla per "riprendere" la figlia,al contrario essendone completamente succube, manifestava più che altro di essere infastidito dal fatto che qualcuno potesse dire cose negative sulla figlia, tant'è che questo ci ha portati ad affrontare due percorsi terapeutici di coppia,dove sostanzialmente ciò che ne è venuto fuori è che io da parte mia non essendo la madre non ho il dovere di preoccuparmi della sua educazione, istruzione ecc e che invece sarebbe stato compito del padre porre attenzione a questo e soprattutto fare in modo che la convivenza potesse risultare più facile iniziando a dare delle regole e facendo capire alla bambina anche l'importanza del mio ruolo nella famiglia. Questo perché non mi prende mai considerazione, qualsiasi cosa la chiede solo al padre, se usciamo loro camminano mano nella mano ed io un metro dietro, se io e il padre ci allontaniamo per parlare di qualcosa subito arriva lei. A casa non collabora in nessun modo, non si occupa nemmeno di tenere in ordine la sua stanza.(Questo perché data la separazione è stata viziata in ogni modo ed ogni persona della sua famiglia la tratta come se tutto fosse dovuto,sono sempre tutti ai suoi ordini e qualsiasi cosa chiede viene accontentata e stessa cosa accade dalla madre che non la segue in nessun modo e la lascia libera di fare quello che vuole senza alcuna regola).
I giorni in cui lei vive con noi la nostra relazione cambia completamente. È tutto molto più freddo,non ci sono momenti di intimità, la nostra diventa quasi una convivenza tra amici ed io,pu essendo in casa mia, mi sento totalmente estranea e non me stessa.Sicuramente elementi sciocchi ma che tutti insieme mi hanno portata al punto di non avere più tolleranza. In tutto ciò ho da poco scoperto che lei fra qualche mese,quando inizierà le superiori, verrà a stare da noi. Di questo ne sono venuta a conoscenza dalla bambina perché il padre non si è nemmeno posto il problema di parlarne con me, probabilmente dando per scontato che sia normale se la bambina vuole stare da noi. E su questo non ci piove, è la figlia ed ha tutto il diritto di tenersela con se,ma considerando che il padre svolge un lavoro per cui esce di casa alle 7 di mattina e rientra alle 20 di sera, è normale che debba occuparmi io della figlia? Chi si occuperà di accompagnarla e riprenderla a scuola?di prepararle da mangiare,di lavarle i vestiti, di verificare che a scuola vada bene ecc ecc ecc? è scontato che debba farlo io?
Amo moltissimo il mio compagno e quando viviamo da soli,la nostra relazione è veramente perfetta. Non farei mai nulla per mettermi contro la figlia, al contrario sarei disposta io a rinunciare alla nostra relazione pur di non fare soffrire la bambina. Ora però sono davvero stanca, non so più cosa fare e mi sento nuovamente abbandonata a me stessa e totalmente impotente.