Sono divorziata e convivo con un uomo, che ora è mio marito, da 12 anni, ho una figlia di 20 anni avuta dal precedente matrimonio. Durante questi anni di convivenza ci sono stati molti problemi soprattutto dati dalla gelosia del mio compagno nei confronti di mia figlia, io ho faticato moltissimo e mi sono divisa fra i due, ma nel tempo mi sono stremata e l mio compagno ha smesso di ascoltare ciò che gli dicevo perché lo riteneva solo di parte, quindi Circa due anni fa si è convinto ad andare da una psicologa. La situazione è nettamente migliorata in quanto lui ha accetto di buon grado i consigli dati da una fonte professionalmente accredita. In famiglia si vive un atmosfera più serena, ma lui che di base ha un carattere bizzoso ed immaturo ogni tanto ricade in questo tunnel della gelosia, per qualcosa che lui amplifica e da questo tunnel non riesco più a farlo uscire diventa un fuoco o che si autoalimenta. Non so come fare, cosa dirgli, non riesco ad aiutarlo. In aggiunta sono molto stanca di combattere per spiegargli quali sono le mie priorità di madre e non posso sentirmi in colpa per ché ho un bel rapporto con mia figlia non c'è la faccio più a dovermi sempre dividere.Lui ha il suo dramma dato dala gelosia che mi accusa di non capire , ma io capisco perfettamente, il punto è he non lo accetto e vorrei che la smettesse di comportarsi da bambino. In definitiva il mio quesito è un :come debbo comportarmi quando lui si arrabbia per gelosia?
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14 NOV 2017
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Gentile Gabriella, comprendo la sua difficoltà nel ‘dividersi’ tra questi due grandi e importanti affetti, ma forse è proprio questa divisione, questa scissione ad amplificare i vissuti di gelosia di suo marito. Dopo 12 anni credo sia tempo per mettere in campo un cambiamento di prospettiva e potervi vedere davvero come un’unica famiglia. Avete mai pensato a intraprendere un percorso di supporto psicologico insieme ?
Un gentile saluto,
Beatrice
Psicologa psicoterapeuta - Firenze ed Empoli
9 NOV 2017
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Salve Gabriella,
posso immaginare il suo stato d'animo a dover sostenere questa situazione. Suo marito ha davvero tanta sofferenza dentro e non riesce facilmente ad uscirne, coinvolgendo lei nel suo circolo vizioso. In base alla sua descrizione, occorrerebbe che suo marito continui il percorso psicologico, mentre da parte di lei mi viene di suggerirle di provare ad esprimergli le sue emozioni provate.
Se ritiene utile, può contattarmi.
Dottoressa Chiara Ragno
9 NOV 2017
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Gentile Gabriella,
comprendo la fatica di doversi dividere ed essere una sorta di cuscinetto tra sua figlia e il compagno. E' un peso che trascina da tempo. Per lei sua figlia è emotivamente importante.
Lei afferma che la consulenza precedente per il suo compagno aveva dato i suoi frutti. Provi a ricordare e riflettere:
Che cosa era cambiato? Quali risorse avevate utilizzato? Quanto tempo era durata la consulenza? Che cosa aveva modificato il compagno? Come interagiva diversamente lei?
Provi a mettere in campo queste risorse relazionali ed osservi se avviene qualche cambiamento.
Se non succede nulla, le consiglierei di pensare ad un percorso psicologico per individuare strategie assertive e migliorare la relazione. Ciò può essere svolto da lei/lui o in coppia a seconda della situazione che andrà approfondita.
I miei migliori auguri
Dott.ssa Donatella Costa
9 NOV 2017
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Gentile Gabriella,
Comprendo la fatica di madre di dividersi e fare da cuscinetto tra sua figlia e il compagno. E' un peso che lei trascina da tempo.
Lei afferma che in seguito alla terapia aveva notato dei miglioramenti, per quanto tempo era durata la consulenza? Che cosa aveva modificato la situazione? Quali risorse avevate utilizzato?
Le consiglio di rimettere in gioco questi aspetti, se non fosse sufficiente si potrebbe richiedere una nuova consulenza psicologica per individuare strategie di comunicazione assertiva e migliorare il clima relazionale.
8 NOV 2017
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Cara Gabriella,
essere madre prevede certamente un cambio radicale di progetti di vita e aspettative, oltre che di responsabilità: immedesimarsi in un ruolo così complesso quanto affascinante richiede un impegno e un'attenzione che dalle tue parole sembra che il compagno attuale con cui vivi non sia poi così disposto a mettere in gioco. Ovviamente al tuo post occorrerebbe uno spazio più ampio di sfogo, per andare effettivamente a cogliere nel dettaglio quelle situazioni che ti mettono in scacco e valutare in modo chiaro come reagire a questa situazione. Hai mai pensato all'opportunità di concederti tu stessa un supporto psicologico?
8 NOV 2017
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Gentile Gabriella,
dalla sua esposizione non mi è chiaro se solo il suo compagno abbia affrontato una terapia o se abbiate seguito una terapia familiare. Nel primo caso, lei ha mai incontrato lo psicologo del suo compagno o seguito un percorso per sé?
Attendo sue notizie.