Perché sono indecisa quando si tratta di uomini?
Ho cercato risposta leggendo altre domande simili alla mia, ma non sono riuscita a rispondermi completamente da sola. Faccio molte considerazioni ma non riesco mai ad arrivare a una conclusione. Nella vita sono un po' indecisa in generale, bene o male dopo un po' riesco sempre a capire quello che vorrei, ma dopo averci penso fin troppo. Finché si tratta di decisioni che non riguardano la sensibilità altrui tutto ok, poi la paura di ferire o deludere mi confonde alquanto le idee. Veniamo al problema principale però: decidere con che uomo stare. A gennaio ho incontrato un uomo meraviglioso di 36 anni (io ne ho 27) e ci siamo innamorati molto. Lui ha mille cose che mi piacciono, lo stimo molto come persona: ha iniziativa, è intelligente, mi motiva a migliorarmi (cosa che dovrebbe essere importante fra partner) e ho voglia di condividere con lui moltissime cose. Dopo qualche mese è venuta fuori una certa aggressività da parte sua causata da forte stress emotivo. Ho cercato di stargli vicino ma essendo la persona più vicina lui sfogava ancora di più con me, e questo ha azzerato l'attrazione fisica nei suoi confronti, che già non era idilliaca ma comunque c'era finché c'era l'amore. Ovviamente non avevo voglia di venire incontro a una persona che si arrabbiava per stupidaggini con me solo perché sotto stress. Il suo essere sempre così irritabile o fare gesti maleducati (prendermi oggetti dalle mani, andarsene da casa dopo una discussione legata alla sfera sessuale, oppure per rabbia dare un colpo a un bicchiere che poi si è rotto) mi hanno allontanata e l'ho lasciato. Ho iniziato a frequentare un ragazzo di 33 anni che è una mia vecchia conoscenza ma col quale non avevo approfondito prima perché c'era attrazione fisica ma non fiducia. Mi sono ritrovata a parlare con lui e a desiderare un nuovo inizio con lui. Io e questo ragazzo abbiamo un'ottima intesa sessuale, anche se litighiamo, credo sia una questione ormonale. Il problema è che a volte è scostante, per fatti suoi oppure per atteggiamenti miei, e questo mi fa sentire sola. Faccio il confronto con quanto il mio ex mi completasse caratterialmente e a quel punto il mio ex mi manca..ma se tornassi con lui, oltre ad avere paura del suo nervosismo (che lui sostiene si sia calmato perché ha capito cosa lo scatenava) avrei paura di una certa delusione nella sfera sessuale. Insomma da come parlo sembra che col mio ex non ci sia nulla da fare eppure non riesco a chiuderci, anzi il confronto con lui mi manca spesso. Contemporaneamente mi piace molto quel ragazzo fisicamente ma lo giudico perché ancora non abbiamo raggiunto un'intesa, perché per il mio modo di vedere le cose se non c'è entusiasmo all'inizio come può essercene dopo? Il momento in cui più si va d'accordo, ci si cerca, ci si vuole, ci si emoziona dovrebbe essere adesso o sbaglio? Ho paura che in entrambi i casi scegliendo uno dei due mi potrei pentire di qualcosa, mentre non sarei capace di non stare con nessuno dei due, soprattutto perché il ragazzo di 33 anni abita quasi accanto a casa mia. Che considerazioni si possono trarre dai miei pensieri ingarbugliati?