Perché il mio compagno mi tratta male?
Sono Angelica, ho 23 anni e convivo da poco più di un anno col mio compagno di 39 anni. Abbiamo un bimbo di 7 mesi, l'amore più grande della mia vita. La nostra relazione è cominciata 3 anni fa, lui con i suoi modi mi faceva sentire speciale, amata, importante. Mi riempiva di attenzioni, era sempre presente. Premetto che lui è un uomo divorziato con 2 figli ma nonostante ciò, mi ha sempre messa al primo posto. Anche prima di convivere la nostra relazione era ricca di litigate ma, senza dubbio, i momenti felici superavano di gran lunga quelli "tristi ". Quando è iniziata la nostra convivenza, lui essendo io incinta, era estremamente premuroso ed in effetti mi aiutava con le faccende domestiche, mi accontentava in tutto. Da quando è nato nostro figlio, le cose sono degenerate. Se capita ad esempio che il bambino pianga e ce l'ho io in braccio, lui me lo toglie dalle mani, si allontana da me per farlo distrarre, insomma mi fa sentire incapace. Inoltre, quando ho cominciato a svezzare mio figlio, lui mi incolpava che il bambino non mangiasse con lui perché a detta sua il biberon glielo davo sempre io e quelle erano le conseguenze. Mi ha accusata di non renderlo partecipe alle faccende riguardanti il bambino ma così non era dato che gli proponevo di dargli da mangiare lui la domenica (poichè lavora tutta la settimana) o di fargli il bagnetto ma lui ha accettato raramente ( in realtà non ha pazienza, subito si innervosisce se il bambino non mangia). Non è la prima volta che anche in presenza di altri mi strappa il bambino dalle mani nel momento in cui piange, lasciando in me un profondo senso di umiliazione. Ad esempio, ieri eravamo a pranzo a casa di persone che conosciamo a malapena (suoceri di mia sorella). Il bambino si é spaventato del cane e ha cominciato ad urlare. Io l'ho subito preso in braccio per tranquillizzarlo, ma lui di scatto si è alzato e mi ha tolto il bambino dalle mani davanti a tutti gridando il bambino si é spaventato del cane. Non mi ha più fatto tenere il bambino in braccio per il resto del tempo, solo alla fine. Io non ho reagito per educazione dato che ci trovavamo a casa di estranei. Sempre ieri, abbiamo dovuto chiamare in ospedale poichè il piccolo non stava affatto bene. Avevo chiesto gentilmente di comporre il numero ma di far parlare me poichè sapevo perfettamente gli orari in cui avevo dato tachipirina al bambino. Lui ha composto il numero senza far parlare me, escludendomi dalla telefonata. Al telefono sembrava un padre single (diceva "ho un bambino di 7 mesi che ha la febbre da stamattina, gli ho messo la tachipirina ma non è scesa, è il caso che lo porti in ospedale?", parlando sempre al singolare, come se io non esistessi). È andato in farmacia a comprare le supposte al piccolo e quando è tornato senza dire una parola ha aperto la supposta e gliel'ha messa lui. Insomma io sono la mamma, vorrei potermi prendere cura di mio figlio. Sicuramente lui è il padre, ma non per questo ha diritto a far tutto. Quando ad esempio gli chiedo di tenere il bambino mentre io faccio i servizi lui spesso si rifiuta dicendo mettilo nel passeggino e portatelo insieme io devo uscire il cane, passo da mia madre, faccio la spesa. Insomma...conoscendolo posso affermare che non gli va di stare a casa. La cosa che mi ferisce di più sono le sue umiliazioni, i suoi modi poco carini, il suo togliermi il bambino dalle mani. Mi crede incapace. E questo succede spesso. Sono stanca di soffrire e piangere.
Cosa mi consigliate di fare?
Grazie infinite