Salve,
ho un bimbo di cinque anni. Da un po' di tempo ha paura di tutto soprattutto la sera. Si sveglia in piena notte piangendo (anche quando è nel lettone con noi) oppure aspetta il papà che rientra da lavoro (non arriva mai prima della mezzanotte), la sera non gira mai per casa solo ma pretende di essere accompagnato e mi segue ovunque. Ho provato a parlare con lui e l'unica cosa sensata che mi risponde è che ha paura che entri qualcuno in camera sua. Cerco di accontentare alcuni capricci (prima di metterlo a letto devo chiudere gli infissi, abbassare le serrande e lasciare luce e televisione accesi) ma il risultato non cambia anzi! Grazie anticipatamente dei consigli
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10 GIU 2016
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Gentile Ilenia,
consiglio anche io un approfondimento per valutare se si tratta di un disturbo d'ansia strutturato o di una transitoria fobia, piuttosto frequente a cinque anni. Nel frattempo utilizzi l'enorme risorsa della fantasia e del gioco che i bambini hanno a questa età e provi a dare "parola" alle sue paure. Provi ad usare dei libri che vi permettano di affrontare il tema delle paure in maniera anche ironica e sdrammatizzante, ad usare dei rituali che lo rassicurino e che lo possano far sentire più forte e attivo rispetto ai timori che senti. Infine, se a suo figlio piace disegnare, le consiglio di disegnare e colorare le situazioni che teme. Tutto ciò potrebbe aiutarlo a rappresentarsi in maniera meno catastrofica i momenti di separazioni, a sentire di avere strumenti per elaborarli.
Un saluto,
dr.ssa Campagnola
9 GIU 2016
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Gentile Ilenia,
quella che lei descrive la potrei inquadrare in un disturbo da "ansia da separazione" o una "fobia specifica". Servirebbe un approfondimento. Comunque, in entrambi i casi, sono disturbi che sorgono su una base ansiosa. L'ansia non è una colpa ma un tratto del carattere e i suoi "sintomi" sono vari, di diversa intensità e cambiano al variare dell'età. A volte sono così "forti" da rendere la vita difficile e limitata, come nel vostro caso. Se non si aiuta il bambino, nella maniera adeguata, ad abbassare l'intensità del sintomo, la catena che ne consegue e la strada che si pecorre, tenderà a peggiorare e a sfociare, nel tempo, in altre forme d'ansia e in altre fobie (ansia generalizzata, fobia sociale...) rendendo sempre più difficile in adolescenza e nell'età adulta l'autonomia personale. Le consiglio, quindi, di rivolgersi al un collega della zona che lavora con i bambini. Saprà chiarire il problema, presentarle un percorso, aiutare suo figlio a trovare le sue strategie e aiutare lei e suo marito a porsi nella maniera più corretta di fronte ai sintomi del bimbo.
Cordiali saluti
Dott.ssa Sabrina Fontolan