Sono il papà di un bambino di 8 anni che frequenta la prima elementare. Già all'asilo il mio bambino rifiutava la scuola materna, quasi ogni giorno subiva delle crisi ansiose e piangeva per non voler andare all'asilo. Poi, quando è andato alle elementari tutto sembrava essere migliorato, ma verso primavera della prima elementare si sono ripresentate queste crisi, che definirei di panico. All'inizio della seconda mio figlio fece più di 30 giorni di assenza per gli stessi motivi. Quest'anno ha avuto episodi ansiosi con rifiuto di andare a scuola intermittenti ma ora le crisi si sono nuovamente accentuate e sono di nuovo quasi quotidiane. Il bambino prima di andare a scuola dice di aver paura e si mette a tremare come una foglia. A scuola la maestra dice che è inutile parlarne con lei perché le cause sono da ricercare a casa, ma io e mi moglie, oramai disperati, non riusciamo a comprendere il perché di questo comportamento. Cosa strana è che quando ci sono delle gite scolastiche il bambino non vede l'ora di andare a scuola, del resto è un bambino a cui piace molto stare con amici, anche se preferisce che siamo sempre io o mia moglie presenti. Didatticamente il bambino è molto bravo, ha sempre tutto 9 o 10 in pagella, non ha mai avuto problemi di apprendimento. L'altro anno abbiamo portata il bambino da uno psicologo il quale aveva verificato il suo q.i. e la sua capacità di apprendimento con riscontri più che soddisfacenti, lo psicologo diceva sopra la media. Io penso ad ansia di prestazione anche perché quando gli chiedo come mai quando è in gita pur essendo sempre nell'ambiente scolastico, non ha nessuna crisi e va volentieri a scuola, lui mi risponde che in questa circostanza c'è meno possibilità di essere sgridato dalla maestra, anche se penso che poche volte la maestra ha avuto motivo di sgridarlo perché a scuola se ne sta piuttosto zitto durante la lezione. Lui dice che gli viene anche molta paura quando la maestra sgrida gli altri bambini. La maestra è molto esigente e a volte ha detto al mio bambino frasi del tipo "non guardarmi con quella faccia da pesce lesso" cosa che al bambino fa molto male in quanto si risente molto. Naturalmente la maestra nega quanto detto e dice di non credere al bambino, lei dice sempre e solamente, che siamo io e mia moglie a dover essere più duri con lui, dice che il bambino non è abituato a sentirsi dire di no, ma io non condivido.
Risposta inviata
A breve convalideremo la tua risposta e la pubblicheremo
C’è stato un errore
Per favore, provaci di nuovo più tardi.
Prenota subito un appuntamento online a 44€
Ricevi assistenza psicologica in meno di 72 ore con professionisti iscritti all’ordine e scegliendo l'orario più adatto alle tue esigenze.
Miglior risposta
9 APR 2013
· Questa risposta è stata utile per 6 persone
Caro Walter,
quando si arriva a un clima "critico o conflittuale" tra scuola e genitori sono sempre i bambini a risentirne. Non ho capito se lo psicologo da cui è già andato ha effettuato esclusivamente un esame degli aspetti cognitivi perché sarebbe importante approfondire quelli emotivi, affettivi e relazionali ripercorrendo la storia sia del bambino sia famigliare. Aggiungo che ciascuno di noi oltre alle difficoltà (che vanno coccolate) ha delle risorse che quando si è nella "nebbia" non vede e che possono essere riattivate con l'aiuto di uno specialista.
25 MAR 2014
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Anche mio figlio ha lo stesso problema e successo in prima elementare e adesso che fa la prima media gli hanno prescritto prima,un ansiolitico senza,successo e ora,un antipsicotico ed e stato male
Ti è stata utile?
Grazie per la tua valutazione!
11 APR 2013
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile Walter,
alla psicologa cui vi siete rivolti avete presentato il problema, e cosa vi ha detto ? Sicuramente, avendovi visti tutti e tre ed affrontato test con il bambino, può fornire valutazioni più accurate di quanto possa emergere da una corrispondenza via mail.
Se il problema influenza la serenità della vostra famiglia è opportuno richiedere una nuova consulenza per valutare lo stato emotivo di suo figlio.
Cordialmente
dott.ssa Cristina Mencacci
9 APR 2013
· Questa risposta è stata utile per 5 persone
Buongiorno gentile Walter,
probabilmente il vostro bambino ha imparato fin da piccolino che se mostra le sue paure può fidarsi di voi genitori nell'ascolto delle stesse, e questo è un bene ed è grazie a voi che lui non si sente inascoltato. Il fatto che persiste questo stato di agitazione, però, può dipendere anche da voi genitori e non solo dal clima scolastico con la maestra. Iniziate a dargli fiducia che sta crescendo e che può farcela da solo, a volte, a superare la paura di andare in classe. In sostanza, cercate di non farvi prendere voi genitori dall'ansia che lui sta soffrendo. Genitori non si nasce ed è un "mestiere" difficile e che attraversa tante tappe quante sono le fasi di crescita dei figli, dunque, potrebbe accadere che proteggiamo troppo i nostri piccoli temendo che non possano farcela difronte alle difficoltà ma, così facendo, invalidiamo la nostra fiducia nei loro confronti. Per voi è il caso di svolgere degli incontri sulla genitorialità possibilmente in gruppo con altri genitori, questo tipo di supporto lo svolgono gli psicologi psicoterapeuti.
Cordialmente
9 APR 2013
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Caro Walter,
quando i rapporti tra scuola e genitori diventano difficili, diventa difficile anche capire quali sono le ragioni del disagio ma da quello che scrive sembra che il problema sia iniziato molto prima della scuola elementare. Forse è presente in voi e nel bambino una difficoltà o un disagio legato ai momenti di separazione e di solitudine, che il bambino sente di meno quando è in gita circondato dalla compagnia di tutti i suoi amici. In accordo con il collega che le ha risposto, credo sarebbe importante rivolgersi ad una/o psicoterapeuta, magari familiare relazionale, per approfondire gli aspetti affettivi e relazionali sia della storia del bambino che famigliare. Mi rendo conto che come genitori la difficoltà di rivolgersi ad uno specialista che segua la famiglia, invece che solo il bambino, è legata alla paura di sentirsi giudicati come genitori o di doversi mettere in discussione, ma il compito di una/o psicoterapeuta non è assolutamente quello di valutare, giudicare o dare ricette educative standardizzate, ma anzi quello di lavorare insieme ai genitori per il benessere del bambino.
Cari saluti
Dott.ssa Silvia Arnaldi (Vicenza)