Non so vivere a 31 anni

Inviata da Edo7681 · 28 apr 2022 Autorealizzazione e orientamento personale

Buongiorno, mi scuso se saro un po lungo, mi chiamo edoardo e ho 31 anni, ho avuto un infanzia felice o almeno ricordo cosi forse con una madre troppo apprensiva, durante il periodo delle medie ho subito episodi di bullismo da parte di quelli che consideravko miei amici e nel contempo con la mia famiglia ci siamo trasferiri in un altra casa sita lontana dal paese e in campagna, con il tempo già li ho iniziato a isolarmi dagli altri, con le superiori le cose sono un po migliorate nel senso che a parte il primo anno dove sono stato bocciato negli anni successivi sono riuscito a passare gli anni in scuole sempre piu facili(private) e a crearmi qualche amico con cui uscire( anche qua cambiando di volta in volta in base alla scuola) pero mi rendo conto che gia a quei tempi non avevo interessi e che comunque vedevo gli amici solamente in momenti "standard" (sabato sera, venerdi sera) e che passavo gli altri a casa praticamente senza parlare con nessuno( la mia famiglia mi è sempre stata vicina ma non sono mai riuscito ad averci un rapporti), tutto cambiò con l università mi iscrissi a un università nel capoluogo della mia provincia perchè "temevo" il dovermi spostare, con il tempo non riuscii ad andare avanti perchè l idea di andare a lezione con tutte quelle persone mi dava ansia era come se avessi un rigetto, avevo paura. Con il tempo decisi di lasciare università. Nel frattempo mi sentivo anxhe piu solo perchè "abbandonato" dagli amici che erano andati a studiare, tutti insieme, in un altra città, per cui la mia vita si era ridotta astare in camera mia, la mia prigione. Dopo un po mi riscrissi all università ma non riuscii mai ad andare e invece andavo a fare dei giri in macchina, per il tempo che duravano le lezioni, e poi tornavo a casa e mi rimettevo in camera. A un certo punto forse allertati da qualcuno mentre ero in un parcheggio vengo accostato da una pattuglia della polizia locale che fece una segnalazione ai servizi sociali del mio comune. Per fortuna in quell ufficio c era un amica di mia madre con cui abbiamo fatto un incontro informale, in cui sono crollato e ho confessato tutto di come vivevo la mia vita. Ho iniziato poi un percorso psicoterapeutico durato qualche anno. Nel frattempo inizio grazie ad un amica di famiglia a lavorare in una palestra cosa che almeno mi fa uscire qualche giorno. Riprendo i contatti con quello che era stato il mio miglior amico e attraverso di lui conosco quella che è la mia prima vera ragazza con cui sto insieme tre anni, decido percui unilateralmente di chiudere la psicoterapia. La relazione aveva tantissimi problemi ma che non avrei lasciato perchè mi sarei trovato di nuovo totalmente solo. Fatto sta che ci lasciamo o almeno smettiamo di sentirci come se niente fosse, finchè dopo qualche mese mi esplode la cosa in faccia quando mi rendo conto di essere ancora di nuovo solo. Riprendo ad andare dalla mia terapeuta e ormai sono altri due anni e mezzo che ci vado. Nel frattempo riesco a vincere un concorso e ad avere il famigerato "posto fisso" che in realtà non mi piace per nulla. Da poco ho affrontato la "perdita" di un amicizia durata in realtà pochissimo ma che mi aveva distratto dal mio senso di vuoto perchè mi rendo conto che solo quando ho qualcun altro con cui possa vivere " da semi-parassita" passatemi il termine non mi rendo conto di quanto la mia vita sia sola e vuota. In tutto questo mi rendo conto che ho difficolta a relazionarmi con gli altri, la mia psicoterapeuta mi ha chiesto se volessi prendere degli antidepressivi e li mi sono reso conto che non ho mai avuto neanche le "palle di chiederle dopo tutto questo tempo che mi conosce cos'ho che non va. Ora vi ho dato un quadro di me magari approssimativo ma quello che vorrei chiedervi e se esiste davvero un modo per essere "normali" per avere una vita piena perchè mi sembra davvero che non sappia come vivere, mi sento spesso solo e ho paura di tante cose e soprattutto inconsciamente mi ritrovo periodicamente a essermi isolato fino ad arrivare al punto di rendermene conto e sprofodare in un abisso ma al contempo ricreare i presupposti perchè ciò si perseveri, mi rendo conto di aver scritto tanto e ringrazio chiunque avra la pazienza di leggerlo

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