Moroso depresso mi allontana e poi mi lascia
Salve,
cercherò di raccontare la mia storia in maniera dettagliata.
Io e il mio ex moroso ci siamo conosciuti due anni fa (io ho 31 anni e lui 30) e da subito abbiamo intrapreso una relazione seria, anche se a distanza. Vivevamo in due regioni diverse ma vederci non è mai stato un problema, ogni settimana bene o male riuscivamo a stare insieme.
Dopo soli sei mesi che stavamo insieme suo padre è mancato. Per lui è stato un duro colpo, ma più che concentrarsi su se stesso e il suo dolore era preoccupato per la madre. Si è quindi dedicato molto a lei, cercando di esserle di supporto. In tutto questo la nostra relazione è andata avanti normalmente, io ho cercato di fare del mio meglio, gli sono stata vicina, dandogli i suoi spazzi, capendo i suoi silenzi. Da subito ho capito che era molto riservato, che non era una persona che si apriva facilmente e che in generale preferiva tenersi le cose dentro.
Ho rispettato anche questo perché di certo non si possono forzare le persone a parlare con noi se c’è qualcosa che non va e quindi gli ho sempre fatto presente che io c’ero per qualsiasi cosa potesse avere bisogno. Ogni tanto si è anche aperto, ma ho sempre rispettato i suoi tempi.
Le cose tra di noi sono andata sempre bene, ci siamo trovati subito, avevamo un ottima intesa.
Dovevamo andare a vivere insieme quando qualche mese fa ha cominciato a stare sempre di più sulle sue, ad allontanarmi, a voler avere sempre più spazio, si poneva delle domande sul futuro, su se stesso e a volte si sentiva pressato.
Anche in questa situazione piuttosto tesa, ho cercato di comprendere le sue ragioni, ho pensato si trattasse di una crisi legata al fatto che si stava avvicinando l’anniversario della morte e ho provato ad aiutarlo e sostenerlo.
Piano piano si è distaccato emotivamente da me, non mi faceva più complimenti, non mi chiamava più in modo affettuoso, ha smesso di toccarmi e mostrarmi amore.
Mi diceva che non si sentiva più felice in generale, non voleva più uscire nemmeno con gli amici e solo la musica, la sua grande passione, lo faceva stare bene. Inoltre ha cominciato a soffrire di tanto in tanto di attacchi di panico.
Lui si sentiva un peso nei miei confronti, aveva sbalzi d’umore molto forti e non voleva che mi facessi carico di tutto ciò.
Sono stati mesi difficili anche per me, vederlo cambiare, vedere come il dolore lo stava straziando dentro è stata dura, ma non sapevo cosa fare. Sapevo che prima o poi sarebbe arrivato il momento in cui avrebbe dovuto fare i conti con il lutto ma non pensavo che la cosa avrebbe coinvolto anche il nostro rapporto.
Piano piano quindi ha cominciato a dirmi che forse doveva affrontare tutto questo da solo, che non poteva darmi questo peso, farmi stare in balia dei suoi umori, non darmi niente mentre io gli dimostravo tanto. Ho provato a fargli capire che per me essere in coppia vuol dire farsi da spalla, esserci nei momenti belli ma non tirarsi indietro in quelli brutti.
Alla fine lo scorso mese ha scelto di lasciarmi, di rinunciare al nostro rapporto, dice che vedermi portare via le mie cose da casa sua è stato difficile, che dirmi di troncare il nostro rapporto non è stato facile, ma che il nostro rapporto era fermo, in un limbo, ed era tutto a causa sua, che non stava bene, che si sentiva depresso e che non aveva la forza a stare in un rapporto in questo momento.
Mi ha detto che non mi meritavo di essere trattata in quel modo, che l’ho sempre fatto stare bene ma che voleva distaccarsi, pensare a se stesso, forse (spero) ad intraprendere un percorso dallo psicologo.
Dice che devo andare avanti, pensare a me, trovare la felicità indipendentemente da lui, che non mi chiede di aspettarlo perché non sa se e quando starà meglio.
Ora sto provando anch’io a concentrarmi su me stessa e non sentirlo più spesso sicuramente mi ha reso meno vittima di sbalzi d’umore.
Ci sentiamo ancora di tanto in tanto ma faccio fatica ad accettare la rottura, a vedere come ha buttato via un rapporto e fatico a sentirlo solo come “amico”.