Mio figlio adolescente....

Inviata da Paola · 4 dic 2013 Psicologia sociale e legale

Buongiorno, avrei bisogno di aiuto per rapportarmi con mio figlio di 15 anni.... Abbiamo sempre avuto un bel rapporto, con molto dialogo ma ultimamente alcuni episodi mi hanno fatto riflettere.
Ultimamente a scuola non va bene, fa veramente il minimo indispensabile e se va male la colpa non è mai la sua. Se mi oppongo a certe sue richieste (premetto che i miei no cerco sempre di motivarli) ha crisi di rabbia che faccio fatica a contenere. In genere in questi casi mantengo un tono di voce e un atteggiamento molto calmo, non do in escandescenza, ma al termine mi accorgo che ne esco "a pezzi", veramente ridotta a un tappetino.
Sento da molte mie amiche che è "normale" a quest'età, ma ho un figlio più grande (con cui il ragazzo ha spesso scontri) con cui ho avuto meno difficoltà in questo passaggio, quindi non per tutti è così....
Ricordo bene quando avevo la sua età e il "casino" che hai in testa ma da genitore vorrei essergli veramente d'aiuto nel capire il trambusto che sta passando e guidarlo per superarlo nel migliore dei modi.
Grazie

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Miglior risposta 30 DIC 2013

Buonasera, ultimamente non ci sono stati più episodi "spiacevoli" di scatti di rabbia, il dialogo è sempre costante, magari dei giorni riesco a parlargli meglio, in altri magari preferisco lasciar perdere.... con la scuola ho dovuto purtroppo (speravo riuscisse a gestirsi da solo) riprendere in mano la situazione, controllando compiti e aiutandolo a studiare per un pò di tempo, poi ho riprovato a lasciarlo fare da solo ma vedo che tende a fare il minimo indispensabile se non ha un pò di controllo.... non so se devo lasciarlo fare senza intervenire o se è meglio aiutarlo a gestire l'organizzazione scolastica.... a volte mi sento un pò presa in giro....
Qualche psicoterapeuta mi ha chiesto se c'è un padre..... si, il padre c'è ma non ha molto dialogo con il ragazzo, non lo segue.... si fa sentire solo quando le cose non vanno..... e purtroppo molte volte abbiamo punti di vista educativi diversi, io sono più per il dialogo e per la comprensione, lui è più per la punizione, nonostante da ragazzo fosse stato anche lui un ragazzo "difficile"....
Sono stata a fare una consulenza da una psicoterapeuta ma dice che l'ideale sarebbe che il ragazzo andasse da lei, non che ci possa andare io e "affiancarmi" per aiutarmi nel percorso..... il ragazzo non ne vuole sapere di andare e io non ho continuato, forse non ho trovato la persona adatta...
Grazie ancora per l'attenzione

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10 DIC 2013

Gentile Paola,
ci tenga aggiornati se lo ritiene necessario,

Cordiali saluti,
Dott. Giuseppe Del Signore - Psicologo Viterbo

Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo a Viterbo

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9 DIC 2013

Signora Paola,

lei è da sola nel crescere questo figlio?
C'è un padre?

D.ssa Silvia Michelini Psicologo a Roma

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9 DIC 2013

Ringrazio tutti delle risposte, anche su vostro consiglio preferisco farmi affiancare in questo percorso da una persona esterna... martedì ho il primo appuntamento, spero veramente mi possa essere utile.
Grazie ancora

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9 DIC 2013

Gentile Paola,
essere genitore di un ragazzo adolescente è una sfida quotidiana e con certi ragazzi lo è più che con altri. Il fatto che lei abbia costruito negli anni, con suo figlio, un bel rapporto, basato sul dialogo, costituirà sicuramente un aiuto nell'affrontare questa difficile fase, anche se, apparentemente, le sembra che sia tutto cambiato. Come genitori è necessario sforzarsi di comprendere il punto di vista dei propri figli, senza necessariamente condividerlo, e per poterlo fare bisogna essere autenticamente disponibili all'ascolto (anche a quello dei silenzi). Spesso gli adolescenti, con il loro comportamento irruento e provocatorio, ci mettono alla prova: indirettamente ci stanno chiedendo “fino a che punto starai al mio fianco”, “cosa ti aspetti da me? Se ti deludo mi abbandonerai?”, … Queste domande sono solo degli esempi; lei può cercare di capire quali domande le sta ponendo nello specifico suo figlio. Ciò che è più importante fare in questo momento è dimostrare di “esserci” in ogni caso, di essere disposti a mantenere sempre aperto il dialogo, di essere pronti ad accettare e rispettare qualsiasi scelta, mantenendo comunque ferme e chiare le proprie posizioni. Talvolta possiamo aiutare nostro figlio anche permettendogli di affrontare le proprie difficoltà senza il nostro aiuto. Quello che le consiglio Paola, è di mantenere una paziente e constante vicinanza con suo figlio, al di là di tutto.
Le porgo i miei più cordiali saluti.

Dr.ssa Sara Sandrini Psicologo a Brescia

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9 DIC 2013

Gentile Paola,
come dice bene, non per tutti è uguale. Non per questo si deve rinunciare a trovare la strategia migliore per stare al meglio possibile. Le consiglio di rivolgersi ad un collega della sua zona per affrontare al meglio la situazione. Non è facile vedere soffrire le persone che amiamo, d’altra parte però, potrebbe essere utile imparare a gestire meglio la rabbia del ragazzo, non solo per lui, ma per sé stessa!
Resto a sua completa disposizione,
cordialmente,
Dottor Antonino Savasta,
Pistoia.

Dottor Antonino Savasta Psicologo a Pistoia

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5 DIC 2013

Salve,
l'adolescenza è una delle tappe fondamentali nella crescita di un individuo.
Vi è un continuo processo di individuazione/omologazione.
Se le interessa può leggere anche i miei brevi articoli pubblicati su questo sito sulle tappe di crescita.
Per quanto riguarda il suo ragazzo potrebbe valutare un incontro con uno psicologo che dia al giovane la possibilità di avere uno spazio tutto suo per esprimersi .
I problemi scolastici possono esserci in tutte le fasce di età e possono o no comportare problemi futuri(ad esempio un abbandono degli studi) ad ogni modo tramite una serie di colloqui si possono costruire presupposti per ragionare sul proprio futuro.
Potete inoltre concordare un incontro a tre con lo psicologo se lo ritenete più opportuno per confrontarvi con l'aiuto di una figura che medi e vi guidi nella discussione.
Buona giornata Dott.ssa Frandi Claudia

Dott.ssa Frandi Claudia Psicologo a La Spezia

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5 DIC 2013

Gentilissima Signora Paola,
È vero che non sempre l'adolescenza risulta essere un periodo critico, è però vero che ogni figlio, ogni persona ha la sua storia, il suo carattere e quindi può capitare che anche nella stessa famiglia due figli con gli stessi genitori e con le stesse situazioni si trovano a gestire ed affrontare questa fase della vota in modo diametralmente opposto. Come mamma non sarà sicuramente facile per lei, ma provi a pensare a come suo figlio forse ha bisogno di esercitarsi a fare il grande per riuscire a sentirsi sicuro, e con chi può farlo senza rischiare troppo, se non con la persona che gli vuole più bene?
In adolescenza infatti puó capitare un periodo nel quale il ragazzo/a fatica a trovare una sua identità ed un suo posto ben definito sia dentro che fuori casa; è però difficile riuscire ad imporsi con gli amici, con i coetanei, che diventano il punto di riferimento principale al quale il ragazzo si rapporta per capire meglio chi è e chi vuole diventare. Non sempre questo confronto è facile, può generare insicurezze, paure, che però possono essere incanalate su altri punti (vedi la famiglia) perchè la paura di rimanere tagliati fuori dal gruppo è troppo forte, rimanere isolati sarebbe troppo difficile e terribile da accettare. Lei, cara madre, si trova quindi un pò nel ruolo complesso ma fondamentale di "allenatore" e se questo non è successo con il primo figlio è perchè i suoi due ragazzi non hanno frequentato gli stessi amici, gli stessi ambienti, forse nemmeno la stessa scuola, e sicuramente non avranno lo stesso carattere quindi hanno affrontato le sfide e le difficoltà in modo diverso.
Tanta pazienza. Ma anche tanto affetto, anche se sembra di avere di fronte dei piccoli mostri.
In bocca al lupo!
Dr.ssa Mazzola Ambra

Dott.ssa Ambra Mazzola Psicologo a Crema

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5 DIC 2013

Gentile Paola,
è vero che il passaggio di crescita di cui parla (adolescenza) può essere critico.
Cambiano i connotati fisici (primi accenni di barba, altezza, acne, sviluppo genitali, ecc.), sociali (all'adolescente si chiede di essere un'entità autonoma nel mondo dei coetanei), di pensiero (si inizia sempre più ad abbracciare una prospettiva futura rispetto ai bambini che vivono nel presente), sentimentali (iniziano gli interessi per l'altro sesso con tutti i dubbi che comporta). Allo stesso tempo ha ragione ad affermare che non sempre l'adolescenza è turbolenta. Per alcuni è più facile.
In ogni caso il peggioramento nei voti scolastici è un "must", nel senso che è molto frequente in questa fase.
Le motivazioni che lo spiegano, tuttavia, possono essere diverse.
Forse dovrebbe prendere in considerazione l'idea di rivolgersi ad uno psicologo di persona, per valutare meglio il caso singolo.
Ci pensi.

Restiamo in ascolto

Dr Mori Francesco Psicologo a Siena

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5 DIC 2013

Gentile Paola,
Se suo figlio maggiore non le ha dato problemi di comunicazione, non significa che il suo secondogenito debbe ricalcare le orme del maggiore. Comprendo come si sente dopo le snervanti battaglie con suo figlio, ma sicuramente Lei si sta impegnando per essere per lui un punto di riferimento. In momenti di tranquillità, provi a chiedere al giovane come si sente, cosa prova quando perde la pazienza diventando aggressivo. Con pazienza e attraverso l'ascolto attivo non giudicante, può aiutarlo ad esternare il suo stato d'animo. Se sente di non riuscire da sola, può richiedere una consulenza rivolta alla genitorialità presso uno psicologo psicoterapeuta della sua città.
Cordialmente

Dr.ssa Anna Mostacci Psicologa Psicoterapeuta Psicologo a Roma

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