Il rapporto con mia figlia adolescente sta diventando un incubo

Inviata da Cecilia41 · 16 set 2022 Crisi adolescenziali

Buonasera,

Sono separata e ho 50 anni e una figlia di 15 anni e mezzo. Fino a un paio di anni fa avevo con lei un rapporto meraviglioso, ma ora ogni minima richiesta di collaborazione sta diventando motivo di scontro e litigi con offese da parte sua non immaginabili. Io sto cercando di mettere delle regole che ritengo basilari per il rispetto e l’educazione in casa, nonché per le continue richieste di sue di uscite fino a tardi con il tema di doverla andare a prendere rovinando i miei programmi del weekend e il mio riposo. Alza sempre l’asticella e suo padre glielo concede sempre con il risultato che io sono sempre il mostro di turno se cerco di rimettere le regole che ritengo giuste. A nulla poi sono valse le mie richieste a suo padre di collaborare per farla mangiare sano visto che si ciba esclusivamente di cibo spazzatura. Quando è con lui per provocarmi mi manda le foto degli hamburger con patate fritte che mangiano insieme. Se mi arrabbio perché lascia in disordine non collabora minimamente in casa e mi risponde offendendomi e dicendo che vuole andare a vivere dal padre. Sono avvilita, sento che mi sta sfuggendo tutto di mano. Vorrebbe avere la massima libertà che pare che le sue amiche abbiano in una città come Milano (ma siamo
Impazziti, sono poco più che ragazzine) dove ogni sera ci sono due stupri diversi. Io cerco solo di evitarle le situazioni di pericolo portandola e andandola a prendere, nonché cercando di informarmi sulle sue frequentazioni, ma a volte fisicamente proprio non ce la faccio, durante la settimana ho un lavoro impegnativo e queste nottate passate a farle da taxi mi stanno distruggendo. Lei dal canto suo vorrebbe tornare la sera da sola perché dice che la tratto da bambina . Ma io sono solo preoccupata per lei, non può fare da sola a Milano in piena notte a quell’età, e cerco di educarla e difendere la mia salute con qualche no che ritengo francamente giusto. A suo padre ammetto che pesa meno andarla a prendere la sera tardi quando sta da lui, ma io davvero poi non riesco più a dormire. E comunque lo faccio, ma mai il minimo gesto di riconoscenza, mai! Che tristezza infinita. Ci sono altre mille cose che potrei aggiungere ma credo che la sostanza si possa già desumere da queste brevi righe. Avete qualche suggerimento?

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Miglior risposta 19 SET 2022

Cara Cecilia,
ci sono tanti aspetti da tenere in considerazione, quando si è adolescente, femmina.. il rapporto con la mamma cambia tantissimo, amore e odio, rivalità, che peraltro a volte viene messa in campo solo per provocazione come ha giustamente detto Lei. Gestire i cambiamenti adolescenziali non è facile, specie da parte della madre che ripeto, cambia completamente ruolo: da amica ad acerrima nemica. E ripeto, spesso per provocazione. Il suggerimento che mi sento di darLe è di chiedere supporto ad uno psicologo sulla gestione dei cambiamenti della figlia, su come meglio approcciare ai suoi bisogni tanto quanto ai Suoi bisogni Cecilia. Del resto si dice che prima dobbiamo stare bene con noi stessi per poter stare bene con gli altri e questo vale anche fra madre e figlia. Se mamma sta bene, può far star bene anche la figlia.
Le auguro un grande in bocca al lupo e rimango a disposizione qualora decidesse di contattarmi.

Dott.ssa Michela Dicosta

Dott.ssa Michela Dicosta Psicologo a Cantù

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21 SET 2022

Gentile signora,
Innanzitutto mi dispiace molto di leggerla così desolata. Mi pare di capire, da quello che racconta, che si senta schiacciata tra la necessità di proteggere sua figlia imponendole le regole che lei ritiene giuste e il desiderio di riavere con lei un rapporto di condivisione o, se non altro, di non aggressione. E' senz'altro vero che all'età di sua figlia le ragazze mettono in questione la figura materna più di quanto non facciano nei confronti dei padri, che a volte anzi si offrono come complici, tuttavia proprio perché l'adolescenza è un periodo che può essere molto burrascoso è molto importante cercare di creare un'alleanza tra genitori, mantenendo un orecchio disposto all'ascolto nei confronti dell'adolescente nel caso in cui questo volesse servirsene. A questo proposito è possibile che gli adolescenti, proprio perché impegnati nel difficile lavoro di non essere più bambini, abbiano bisogno di parlare dei loro pensieri ma non siano disposti a farlo con i genitori: può essere utile allora la figura dello psicologo scolastico qualora ci fosse oppure un professionista analogo al di fuori della scuola. E' importante anche, nel caso si ritenesse di prendere contatti con un professionista, concordare questo passo con l'adolescente, in modo che possa sentirsi parte attiva, in via di crescita, e non un bambino.
Le auguro di trovare un po' di sollievo da queste fatiche
Viola Rastrelli

Dott. ssa Viola Rastrelli Psicologo a Milano

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18 SET 2022

Salve Cecilia,
leggendola avverto e mi pare di cogliere dalle sue parole, suoi sentimenti di sconfitta e stanchezza, più che comprensibili. La situazione di conflittualità che lei e sua figlia state vivendo, porta sicuramente scompiglio nella vostra quotidianità, ma come ogni conflitto e difficoltà, può rappresentare un punto di partenza, una risorsa, un significato da cogliere per comprendere dinamiche sottese al contenuto manifesto (le azioni di sua figlia, le incomprensioni, il diverso rapporto con lei e il padre).
Suggerisco una maggiore alleanza col padre di sua figlia che possa giovare al rapporto apportandone un miglioramento, questo è sicuramente possibile da raggiungere in un contesto terapeutico con un professionista che possa comprendere le dinamiche della triade familiare, supportarvi e concedervi gli strumenti per superare questo delicato momento e risanare il fragile equilibrio al momento un po' compromesso.
Restando a disposizione, la saluto
Dott.ssa Silvia Maggi

Silvia Maggi Psicologo a Manduria

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17 SET 2022

Buonasera Cecilia,
Dal suo messaggio emergono tutta la fatica e la frustrazione comuni alla maggior parte dei genitori di adolescenti (e quelli che non la sentono si illudono o colludono). Perche', se essere genitori e' uno dei mestieri piu' difficili al mondo, essere genitori di figli adolescenti aggiunge una componenete di sfida e conflittualita' sempre presenti, che rende il compito a volte apparentemente insostenibile. Eppure lo si fa, forse perche' l'altra caratteristica dell'essere genitori e' che alla fine si trovano le energie per riprovare, e si va avanti, come sempre per tentativi ed errori. La ribellione di sua figlia potrebbe essere semplicemente quella propria dell'eta' ed essere rivolta particolarmente contro di Lei perche', oltre ad essere il genitore dello stesso sesso, Lei e' probabilmente anche stata la figura genitoriale principale, oppure potrebbe contenere elementi legati alla sua separazione dal padre, o all'atteggiamento apparentemente collusivo di quest'ultimo. Difficile a dirsi dal suo messaggio, servirebbe approfondire questi aspetti per capire meglio cosa stia succedendo. Se ne ha la possibilita', Le consiglierei di iniziare un percorso di supporto psicologico focalizzato su questo tema. Potrebbe fare tutta la differenza nell'individuare il modo migliore per Lei di stabilire dei sani confini per sua figlia e di rinegoziare la gestione di privilegi/limiti/doveri della ragazza con il padre.
Le faccio i miei migliori auguri e resto a disposizione,
dott.ssa Francesca Calvano

Dott.ssa Francesca Calvano Psicologo a Roma

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17 SET 2022

Gentile Cecilia, spiace per il periodo difficile che sta attraversando con sua figlia adolescente.
I rapporti "conflittuali" con i genitori nel ciclo di vita adolescenziale rappresentano, per quanto difficili e incomprensibili per i genitori, un tappa funzionale e sana per lo sviluppo della propria personalità e identità, in un percorso che porta l'adolescente a separarsi e individuarsi rispetto alla famiglia di origine.
Non so da quanto tempo è separata con il padre e se il rapporto conflittuale con sua figlia è emerso a seguito o contingentemente al periodo di separazione.
Quello che emerge e che fa, personalmente, mi fa pensare ad un conflitto non più costruttivo per lo sviluppo di sua figlia è che tali conflitti, a quanto riferisce, non sembrano essere presenti nella relazione con il padre.
Mi chiedo allora, se e quale "funzione" possa avere questa relazione conflittuale con lei, rispetto alla separazione tra lei e il suo ex marito.
Il consiglio che lo posso dare è di valutare la possibilità di intraprendere un percorso con un terapista familiare, che potrebbe aiutavi a comprendere che funzione ha tale conflitto, a mediare altre situazioni conflittuali forse presenti tra l'ex coppia coniugale e modificare le relazioni disfunzionali.
Le mando un caro saluto e rimango a sua disposizione.
Dott.ssa Monica Fontana

Dott.ssa Monica Fontana Psicologo a Reggio Calabria

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17 SET 2022

Cara Cecilia, in questo contesto sarebbe importante un confronto con il padre rispetto alle regole o un accordo tra voi, poiché la parola educativa abbisogna di fermezza e accordo, che l'adolescente è in grado di cogliere dall'ambiente familiare, e che permetta di mantenere un confine a richieste o altre manifestazioni. Dalle sue parole evidentemente si coglie qualcosa che sfugge rispetto alla sua comunicazione col padre, ma sarebbe necessario approfondire meglio questo. La crisi adolescenziale non è altro che il no di sua figlia a ciò che finora è / era stato proposto come modello o regola, infatti lei dice che prima c'era tra voi un bellissimo rapporto. Il no di sua figlia è lo stacco da un periodo di pubertà all'adolescenza, dove l'adolescente cerca nuove identificazioni, cerca di essere singolare, diverso rispetto a come è stato, sotto l'ala del genitore, e ad avere sue preferenze e stile, se così possiamo dire. Poi c'è il suo essere donna, qui, (nonostante l'essere anche madre) e la sua vita e esistenza / resistenza personale, che entrano in crisi, poiché si sente presa dalla preoccupazione che a sua figlia accada qualcosa (preoccupazione che non va sminuita, ma vista nelle sue implicazioni). Non dimentichi questo, sarebbe importante che ne parlasse in uno spazio personale. Resto a disposizione
dott.ssa Michela Gorini

Dott.ssa Michela Gorini Psicologo a Pesaro

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17 SET 2022

Buongiorno Cecilia, mi rendo conto che la situazione sia molto difficile ed è giusto cercare di bilanciare le esigenze sia di sua figlia che sue. Soprattutto le offese che sua figlia le rivolge sono il segno di una forte rabbia da parte di sua figlia che va elaborata. Allo stesso tempo ritengo che ci sia da rivedere qualcosa nella coppia genitoriale: anche se siete separati è opportuno trovare una regola condivisa per il bene della ragazza. Sia per proteggerla, sia perché non è giusto che cresca pensando di poter pretendere ciò che vuole senza avere rispetto o considerazione delle necessità altrui.
Purtroppo nei casi di separazione i figli possono sviluppare la convinzione di avere un credito nei confronti dei genitori. Bisogna spiegare che la separazione è un'eventualità possibile seppur spiacevole di ogni matrimonio e che il benessere dei genitori vale tanto quanto quello dei figli. Non è indispensabile che i genitori stiano bene. I figli possono crescere sereni anche in caso di separazione purché ci sia la possibilità di esprimere ed elaborare la sofferenza che la rottura della coppia genitoriale inevitabilmente comporta.
E' importante che i genitori mantengano una buona coesione con forte senso di responsabilità, senza cedere alle lusinghe del diventare il genitore preferito. Diversamente ci si espone a triangolazioni e giochi di alleanze variabili in cui sua figlia può sbandare nel suo sviluppo ed esporsi a pericoli e perdersi. Soprattutto può perdere la capacità di rispettare la madre, cosa che denota una deriva morale importante.
Le suggerisco pertanto di intraprendere un percorso di terapia in cui coinvolgere il suo ex e sua figlia.

Dott. Lelio Bizzarri Psicologo a Roma

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17 SET 2022

Salve Cecelia, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare la ragazza e le preoccupazioni di una mamma. Ritengo fondamentale che entrambe possiate richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarvi ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che impediscono il benessere desiderato.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Anonimo-181068 Psicologo a Roma

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