madre perennemente arrabbiata

Salve a tutti,
sono un ragazzo di 30 anni che purtroppo non ha ancora avuto modo di trovare un lavoro con una paga tale da potersi trasferire lontano da casa...casa che sta divenendo un incubo specialmente per mia madre.

Mia madre è una persona perennemente ossessiva, arrabbiata e depressa.
Vive nel suo mondo e non riesce ad andare oltre a ciò che la sua mente le proietta. È arrabbiata anche quando potrebbe essere, non dico felice, ma quantomeno tranquilla. Trova sempre qualcosa su cui inveire, specialmente mio padre vittima principale ma inveisce pure contro noi figli (io e mia sorella) tirandoci i peggiori accidenti.

Cerco di stare tranquillo, quando non sono a casa e sono a lavoro sono sereno perché sento di stare rigenerando i sensi. Ho proprio una sensazione di libertà e vita, ma quando trasporto questa sensazione di leggerezza in casa è come se lei s'impegnasse per strapparmela dalle mani e far pesare su di me l'intero malessere di una vita intera, tanto che alle volte mi trovo sinceramente a pensare che preferirei piangere per i prossimi anni la sua scomparsa piuttosto che dover vivere ancora, ogni istante, come se qualcuno tirasse una fune al mio collo.
È arrabbiata sin dal mattino, sin dalla tv, iniziando ad inveire contro il mal capitato conduttore che si ritrova lì.
Da lì inizia il suo rosario d'imprecazioni che va avanti tutta la giornata cambiando vittima di continuo. Più volte ho provato a convincerla a cercare aiuto e tutte le volte lo prende come un ennesimo attacco alla sua persona.
Io non posso fare niente, perché oggettivamente non ne ho le competenze e, a questo punto, nemmeno la voglia di aiutare qualcuno che non vuole assolutamente essere aiutato.

Io spero di andarmene presto, continuo a cercare sempre lontano tutto: dal lavoro ai rapporti affettivi, affinché io possa ritagliarmi un piccolo spazio che possa permettermi di stare bene.

Col passare degli anni, non solo non sopporto più questo costante suo malessere che, inevitabilmente, diviene pure mio, ma non sopporto più nemmeno la struttura di casa mia perché la sento "fatiscente ".
Negli ultimi 2 anni ho sviluppato un malessere solo nel vedere la struttura di casa mia, malessere che ho sempre vissuto anche da bambino e cui spesso raccontavo nei temi di scuola.

Io e mia sorella cerchiamo sempre un dialogo con lei e qualche volta fuoriesce qualcosa relativo alla sua infanzia, come se a quasi 70 anni si trovasse nuovamente catapultata lì. In quel passato triste, fatto di lavoro e violenza.

Quindi mi chiedo se non sia effettivamente questo il mio problema.

È come vivere in una prigione dalla quale, nonostante si abbia la via d'uscita, si ingigantiscono i problemi attorno che ci impediscono realmente di avanzare e ci portano a rimanere fermi dove si è.
Perché si è abituati a fare un dramma qualsiasi cosa: dal bicchiere che si rompe, all'avviare una effettiva conoscenza, al cercare un lavoro in un altro stato/regione.


Scusate la lunghezza del post ma mi trovo inevitabilmente a sentirmi impedito e incapace di ottenere quell'indipendenza che cerco di conquistarmi.