La famosa pausa estiva

Inviata da Marianna · 30 lug 2015 Terapia di coppia

Gentili dottori, per oltre un mese non vedrò la mia terapeuta a causa della famosa pausa estiva.
Ora, partendo dal presupposto che ritengo giustissimo che anche voi abbiate i vostri momenti da dedicare a voi stessi e alla famiglia senza dover pensare al lavoro, come bisogna comportarsi quando si sente la mancanza del terapeuta? E sopratutto, è una cosa così normale ad un anno dalla terapia?
Grazie mille a chiunque mi risponderà.

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Miglior risposta 12 FEB 2016

Cara Marianna
è del tutto normale avvertire la mancanza del proprio terapeuta durante la pausa estiva. Dobbiamo considerare che tra terapeuta e paziente il rapporto, di Alleanza Terapeutica, è molto stretto e, nella terapia, il paziente trova nel terapeuta una sorta di "io ausiliario" che lo sostiene e lo aiuta a sentirsi integro, per cui, non essendoci il terapeuta il paziente è sconfortato e disorientato.
Tuttavia questa pausa estiva, di cui il terapeuta ha un assoluto bisogno, è utile anche al paziente, sia per saggiare le sue risorse autonome, sia per rendersi conto dell'importanza del percorso che sta portando avanti.
Un caro saluto.
Ps. E' terminata ora la sua terapia?
Dott. Silvana Ceccucci psicologa psicoterapeuta.

Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologo a Ravenna

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3 AGO 2015

Si, diciamo che è un momento per riflettere e sicuramente darà tanti spunti da cui partire al rientro dalle vacanze. Il fatto è che abbiamo finito "male" nel senso che io son dovuta partire prima del dovuto quindi non è proprio un mese ma praticamente quasi 2 e non abbiamo avuto modo di parlare della pausa. Comunque cercherò di non pensarci molto in modo da provare meno "malinconia". Però, un anno non credo sia proprio poco, come mai ho questo tipo di vissuti?
Vi ringrazio comunque per le spiegazioni datemi.

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3 AGO 2015

Cara Marianna,
la possibilità di sentire la mancanza del terapeuta durante la pausa estiva è frequente. Si chieda in cosa consiste tale mancanza e quali emozioni e pensieri le suscita. Al momento dell'incontro col suo terapeuta potrà affrontare la sua difficoltà. Cerchi, allo stesso tempo, di riflettere sul lavoro svolto, su ciò che è emerso e sul modo di mettere in partica gli apprendimenti acquisiti.
Cordiali saluti,
dott.ssa Elisa Lijoi

Dott.ssa Elisa Lijoi Psicologo a Perugia

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1 AGO 2015

Gentile Marianna,
indipendentemente dalla natura del problema che l'ha portata a chiedere l'aiuto psicologico, la psicoterapia ha lo scopo di rendere le persone più equilibrate e funzionare meglio nei diversi àmbiti incluso quello relazionale e sociale; non può perciò trasformarsi in una sorta di " dipendenza " sia pure di tipo particolare. E' auspicabile che ogni psicologo dopo un adeguato percorso di lavoro col paziente, raggiunti gli obbiettivi del relativo progetto terapeutico, trovi il modo di concordare dapprima una riduzione della frequenza degli incontri e poi un termine degli stessi pur restando disponibile in caso di necessità. Si sforzi quindi di considerare questo distacco temporaneo come una occasione per mettere alla prova le sue capacità in corso di miglioramento guardando il lato positivo della cosa. Credo che anche la sua terapeuta, qualora fosse da lei interpellata su questo tema sarebbe d'accordo.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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31 LUG 2015

Cara Marianna,
la pausa potrà essere utile per valutare le capacità acquisite durante il lavoro psicologico. Come suggerito dalla collega, annoti su un quadernetto le sue impressioni, positive e negative, i suoi bisogni, i momenti in cui si sente forte e quelli in cui il suo terapeuta le manca.

Non conosco gli accordi presi con il suo psicologo, ma, se possibile, gli scriva una mail o un messaggio a metà della vostra pausa, per sentirlo presente. Non è importante che le risponda, ma la sua possibilità di contattarlo, la sua consapevolezza di non essere sola.

Un saluto
Dott.ssa Francesca Fontanella

Dott.ssa Francesca Fontanella Psicologo a Rovereto

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31 LUG 2015

Buongiorno Marianna,
La famosa pausa estiva ha i suoi pro e i suoi contro, dipende da tanti fattori: problema del paziente, da quanto tempo e' in terapia, dal lavoro svolto, dal tipo di terapia ecc. Una lunga pausa può esser utile, per provare a mettere in atto ciò che si è vissuto in terapia, lavorare su noi stessi e sulle nostre relazioni. Un suggerimento, se sentira' la mancanza scriva in cosa consiste, come si sente, e poi quando riprenderà ne discuterà con lei/lui. Nei momenti di "mancanza" provi a ripensare al lavoro svolto, alle tematiche affrontate, al percorso fatto insieme. Un mese passa in fretta, lo utilizzi nel miglior modo possibile, raccolga materiale per riprendere con vigore ed entusiasmo, e quando ritornerà farà lavorare molto il suo terapeuta. Buone vacanze. Cordialmente.
Dr.ssa Verena Elisa Gomiero

Dott.ssa Gomiero Verena Elisa Psicologo a Padova

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31 LUG 2015

Buongiorno Marianna,
concordo appieno con quello dettole dal collega Rossi. Una pausa è anche un momento di riflessione, di elaborazione, di osservazione di sè che fornirà indicazioni importanti alla ripresa della terapia. Una presenza troppo "presente" del terapeuta non consente il processo verso l'autonomia. Detto questo, nelle situazioni più delicate e problematiche il terapeuta può lasciare il proprio n. di cellulare accordandosi col pz sul modo di usarlo. Soltanto in casi molto particolari si concorda con il pz e con un collega una sostituzione cui il pz potrà accedere in caso necessario.
Un caro saluto
Anna Ambiveri

Dott.ssa Anna Ambiveri Psicologo a Torino

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31 LUG 2015

Un'interruzione annuale della terapia è fin troppo normale. Può servire anche al paziente per riflettere e fare il punto della situazione sul lavoro svolto. Può anche aiutare ad imparare a camminare da solo, perché un giorno comunque dovrà farlo. Nei casi di urgenza, in genere i terapeuti lasciano un recapito tipo indirizzo mail, ma ripeto una pausa, a mio avviso, fa bene ad entrambi terapeuta e paziente. Dopo la terapia riprenderà con maggior vigore e ci saranno ancora più cose su cui lavorare, basti pensare alle sensazioni che si sono vissute in questo periodo di distacco, che comunque passerà più in fretta di quanto lei creda in questo momento.

Dott. Sergio Rossi Psicologo a Spoleto

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31 LUG 2015

Beh, premesso che per mie impostazione io non prendo mai più di una settimana di ferie consecutiva proprio per tutelare i miei pazienti, va detto che almeno è importante lasciare aperto un canale di dialogo: io per esempio lascio la possibilità di mandarmi sms o mail e appena possibile rispondo. Trovo che un mese sia decisamente troppo per un paziente, tantopiù se nelle prime fasi di terapia. Ma purtroppo questa è solo una mia idea, la maggior parte la vede diversamente e quindi quello che posso dirle è di lasciarsi aperta la possibilità di contattare la sua terapeuta quando ne sente l'esigenza

Dott.ssa Chiara Pica Psicologo a Grosseto

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