Il mio partner ha difficoltà nella gestione della rabbia

Buona sera,
mi chiamo Giorgia e sono una ragazza di 36 anni. Sto insieme da 2 anni e mezzo col mio ragazzo, col quale convivo da 8 mesi. Con lui é stata chimica al primo approccio, e col passare del tempo ho trovato in lui una persona estremamente gentile, profonda, sensibile, "estrosa" e "ritrosa" all'ambiente in cui vive(tratto in cui mi ci sono ampiamente ritrovata). I primi tempi della convivenza andavano abbastanza bene;capitavano ogni tanto i litigi, caratterizzati in genere da urla e parole, ma alla fine si risolvevano sempre col dialogo e le scuse. La scelta della convivenza a casa sua(viviamo in un appartamento in cui sopra abitano i suoi) è stata frutto di un progetto non andato in porto (siamo partiti insieme per l'America per lavoro e per stare insieme, dal momento che veniamo dr due regioni differenti), di conseguenza tensioni figlie di questa particolare situazione non sono mancate. Se ad ogni modo i primi mesi la situazone era abbastanza gestibile, dopo un po' luiha iniziato a cambiare gradualmente durante i suoi momenti di rabbia. Ha iniziato con offese, in momenti "tranquilli", al prendere le mie cose e lanciarle per aria. Alla mia richiesta di evitare simili comportamenti, lui si scusava dicendo che non ce l aveva con me,ma era teso per problemi suoi. Da lì sono iniziati i pugni sul muro e le porte e il "prevaricarmi" fisicamente (lui é molto alto e mi metteva spesso all angolo, oltre a spingersi contro di me) a cui hanno fatto seguito le urla, e per concludere il lancio delle mie cose contro di me. Anche a me, come detto prima, è capitato di urlare, ma in queste sue sfuriate lui continuava ad urlare non dandomi modo di replicare, o dicendomi di non urlare urladomi addosso, ed un paio di volte è anche successo che mi ringhiasse con tanto di bava alla bocca. Più volte gli ho fatto notare che io una relazione così non la potevo concepire, ci stava l'incazzatura e il litigio, ma il farsi male no. Se tra l altro eravamo in macchina in questi momenti, lui per la rabbia aumentava anche la velocità, e questa cosa mi ha sempre messo molta paura
. Durante l'ultimo nostro litigio, nel darmi addosso il marsupio con all interno il mio cel, mi ha fatto male, e da lì sono iniziati i miei dubbi su dilui e sul volerci stare inieme. Lui inizialmente ha sminuito il fatto, per poi scusarsi. Quando gli ho espresso la mia volontà di staccare da lui per qualche giorno per riflettere"ha dato inizialmente di matto",per poi accettare la cosa. Ora sono quindi dai miei per cercare di tranquillizzarmi e far chiarezza sul da farsi;lui sembra molto pentito, mi ha spiegato che in genere queste reazioni sono dovute al fatto che quando sbraita io tendo ad allontanarmi fisicamente da lui (per un fatto di salvaguardia, in questi momenti diventa intrattabile e mi intimorisce), riconosce i suoi errori e per l amore che prova per me è disposto ad intraprendere un percorso o similari e mi ha chiesto aiuto. Io dal canto mio mi sento molto combattuta ed in piena "crisi", in primo luogo perché so che oltre a questo suo lato, lui è un ragazzo con tanti pregi e che mi ha dato veramente tanto;d'altra parte invece, mi sento stanca e stufa, gli ho dato varie possibilità per "ravvedersi" e fargli capire che le cose non possono andare in un certo modo, e luiha atteso al fatto limite per dirmi che cambierà. Ho un padre con tratti border line e sono stata con un narcisista patologico, mi sono rotta di soffrire e andare di matto per persone che, invecedi proteggerti, volontariamente o non ti distruggono dentro. La cosa che mi fa più male e di cui non riesco a capacitarmi, è che lui è anche un bravissimo ragazzo, e nonostante questo è stato capace anche lui di farmi del male.
Scusate per il post lungo e per essermi rivolta a voi, ma m sento abbastanza disperata.