Grossi problemi nell'approccio al lavoro

Salve, sono Giulio, ho 24 anni.
Dopo il diploma ero indeciso se frequentare l'università o iniziare a lavorare, ma complici anche alcuni problemi personali, sono arrivato ai 22 anni senza fare né l'una né l'altra cosa.
Poi fortunatamente un amico di mio padre mi ha offerto un lavoro nella sua ditta di trasporti. Un lavoro tranquillo, abbastanza faticoso ma soddisfacente, anche perché ero sempre in giro coi colleghi.
Purtroppo però questa persona ha avuto problemi finanziari e non è riuscita più a sostenere le spese dell'azienda, con conseguente chiusura e quindi perdita del lavoro per me.
Dopo questa esperienza ho fatto tre lavori diversi: l'impiegato d'ufficio, il magazziniere e il banconista in un panificio, ma tutti e tre hanno avuto una cosa in comune: mi facevano stare male.
Arrivavo al lavoro sempre nervoso, sull'attenti, guardavo in continuazione l'orologio e tornavo a casa stressato perché l'unica cosa che potevo fare era riposare nell'attesa di un altro giorno in cui avrei fatto la stessa cosa.
Questo però mi sta creando non pochi problemi: ovviamente adesso sono senza lavoro ma il solo pensiero di cercare un impiego mi provoca ansia e un senso di fastidio enorme. Non credo si tratti di non voler lavorare, anche perché il lavoro per l'amico di mio padre mi piaceva, e poi non mi piace certo stare senza soldi.
Ma il pensiero di affrontare una routine lavorativa fatta di stesse azioni, stesse facce e giornate tutte uguali mi fa rabbrividire, oltretutto il tutto abbinato a degli stipendi che farebbero ridere se non facessero piangere.
Come potrei fare per risolvere questo problema?