Distacco emotivo a lavoro

Inviata da LUNAVET · 9 gen 2024 Orientamento professionale

Salve, sono un medico veterinario. Amo il mio lavoro e mi da molte soddisfazioni e credo molto nell'instaurare un rapporto di fiducia reciproco con i clienti in modo tale da poter svolgere al meglio la mia professione. Ma proprio per questo motivo mi risento se un cliente fidelizzato da tempo si rivolge ad altri colleghi per un secondo parere perché viene meno la fiducia nei miei confronti. Faccio molta fatica ad avere un distacco emotivo in queste situazioni, anche se razionalmente so che è un diritto del cliente. Vorrei vivere il mio lavoro più serenamente e svolgere l'attività per cui vengo chiamata in quel momento senza dover per forza pretendere la fiducia del cliente o comunque non prenderla troppo sul personale nelle situazioni sopra descritte.
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Miglior risposta 16 GEN 2024

Gentile Lunavet,
in qualsiasi lavoro o professione svolta ci saranno sempre persone che apprezzano e si fidano e altre che non lo fanno.
Tuttavia, avere un buon livello di autostima mette al riparo dal provare risentimento o frustrazione nel secondo caso.
Pertanto le suggerisco di approfondire questa tematica in un contesto di psicoterapia per migliorare il senso di sicurezza personale e di autostima indipendentemente dall'entità dei consensi esterni.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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4 FEB 2024

Gentilissimo Lunavet, grazie per la condivisione innanzitutto. Capisco la situazione che descrive, e comprendo quanto a volte possa essere faticoso e complesso gestire la nostra parte emotiva quando c'è di mezzo il lavoro. Credo che intraprendere dei colloqui di terapia potrebbe aiutarla ad esplorare e comprendere a fondo quello che succede e sente, in modo da individuare delle strategie per fronteggiare ed elaborare quello che vive.
Resto a disposizione!
AV

Dott.ssa Antea Viganò Psicologo a Pessano con Bornago

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2 FEB 2024

Gentile Lunavet,
acquisire una maggiore consapevolezza della propria professionalità e competenza personale potrebbe aiutarla a gestire la frustrazione della richiesta di un secondo parere da parte dei suoi clienti come altre situazioni per lei frustranti.
Chiedere una seconda opinione riflette una necessità del cliente stesso che non ha per forza a che fare con una sua mancanza.
Può riuscire, con il giusto supporto, a gestire i rapporti lavorativi senza rinunciare alla passione a alla cura che dedica al suo lavoro.
Se vuole possiamo prenderci uno spazio di riflessione dedicato,
Resto a sua disposizione.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Benedetta Patriarca

Dott.ssa Benedetta Patriarca Psicologo a Roma

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22 GEN 2024

Gentile utente,
Se ho capito bene vive male il fatto che pensa che se un cliente chiede un parere anche ad un altro professionista, lo fa perchè non si fida di Lei. È come se Lei avesse una visione dicotomica della fiducia: o una persona si fida ciecamente di Lei oppure se decide di chiedere un consulto anche ad altri significa che la persona non si fida più di Lei. È possibile invece che nonostante i suoi clienti si fidino di Lei chiedono un secondo parere per altre ragioni. Provi a riflettere su questo. Le capita anche in altri ambiti di pensare così?
Un caro saluto
Dott.ssa Vita

Dott.ssa Antonella Vita Psicologo a Padova

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22 GEN 2024

Gentilissima utente, credo che le sensazioni che prova adesso, saranno meno disturbanti, mano a mano che acquisirà fiducia in se stessa. Sono certa che lei sia una professionista molto seria e preparata e che svolga il suo lavoro con dedizione e passione; questo deve essere ciò che la guida e che la rasserena. Può capitare di provare questo tipo di sensazioni, soprattutto all'inizio della carriera
e, ancora di più, se si è coscienziosi e attenti. Sicuramente i suoi clienti si fidano di lei, anche se richiedono un ulteriore parere.
Probabilmente, è lei che dovrebbe credere un po' di più in se stessa, ma penso che, con il tempo la situazione diventerà più leggera
e tranquilla.
Le faccio tantissimi auguri per la sua professione.
Dott.ssa Daniela Noccioli.

Dottoressa Daniela Noccioli Psicologo a Cascina

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21 GEN 2024

Gentile Lunavet,
anzichè parlare di distacco emotivo, prova invece a pensare che proprio grazie alla tua parte emotiva fai un lavoro molto prezioso. Pensa che grazie alla tua emotività probabilmente metti una gran passione in ciò che fai e sicuramente sarai bravissima. Prova a "perdonare" i clienti che vanno da altri colleghi, prova a immaginare che non è mancanza di fiducia in te, ma un loro bisogno. Fai questo movimento da te all'altro. Pensa che loro hanno bisogno di agire in questo modo, non è un azione contro il tuo operato, o di svalutazione del tuo ruolo, ma una loro necessità.

Un caro saluto
Dott.ssa Valentina Borsari

Dott.ssa Valentina Borsari Psicologo a Mantova

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18 GEN 2024

Buongiorno, le sue parole esprimono molto bene la passione e dedizione per il suo lavoro. Il suo lavoro prevede il contatto con il pubblico in maniera continuativa ed è inevitabile che le emozioni personali in un qualche modo entrino in questo contesto. Tuttavia è importante mettere dei confini e distinguere bene i ruoli. Non è così immediato, ma se vuole si può affrontare un percorso psicologico per capirne bene le motivazioni e come agire. Se vuole rimango disponibile.

Dott.ssa Erica Farolfi Psicologo a Forlì

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18 GEN 2024

Gentile Lunavet, grazie per la sua condivisione.
Lei è a tutti gli effetti una professionista che si prende cura degli animali e, in un certo senso, anche delle preoccupazioni e dell’affetto che i loro padroni riservano loro. È comprensibile provare un certo tipo di coinvolgimento emotivo se, dato il suo impegno, il cliente chiede un secondo parere. Da come scrive, ha proprio focalizzato il punto, ossia è la “pretesa” che il cliente si affidi completamente alle sue competenze a farla soffrire ma mi chiedo se questa mancanza di fiducia che lei vede nella richiesta di un secondo parere tocchi alcuni suoi “nervi scoperti”, che magari affondano le radici in alcune esperienze del passato. Nel momento in cui pensa che la fiducia dell’altro venga meno nei suoi confronti, questo che significato ha per lei e come la fa sentire? A volte leggiamo in questa mancanza di fiducia un’ingiustizia, come una mancanza di rispetto, oppure un qualcosa che potrebbe andare a minare il nostro valore, ai nostri occhi e/o agli occhi degli altri o avere altri significati ancora. Questi naturalmente sono solo spunti molto parziali e non esaustivi da cui poter iniziare a riflettere. Forse l’obiettivo non è sviluppare un distacco emotivo quando accadono queste situazioni, richiederebbe a se stessa lo sforzo di appiattirsi, ma piuttosto l’obiettivo potrebbe essere accogliere l’idea che la richiesta di un secondo parere ci racconta qualcosa più dell’altro che di noi stessi e di come lavoriamo. Se ha piacere, resto a disposizione anche online.
Le auguro un buon proseguimento per il suo lavoro.
Cordialmente,
Dott.ssa Elena Maria Tamburrini

Dott.ssa Elena Maria Tamburrini Psicologo a Padova

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17 GEN 2024

Salve, la ringrazio per aver scritto. Una professione animata dal desiderio è certamente un buon invito per l’altro ad affidarsi, al contempo ciò può sollecitare la tendenza a idealizzare il modo in cui svolgerla o ciò che ci si aspetta. Potrebbe rivelarsi interessante esplorare se queste dinamiche si presentano anche in altri tipi di rapporti non solo lavorativi, come quelli amicali, amorosi o familiari al fine di interrogarle in modo più ampio e di poterle pacificare.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Di Costanzo

Dott.ssa Francesca Di Costanzo Psicologo a Milano

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17 GEN 2024

Gentile Lunavet, la sua domanda è molto chiara e dal mio punto di vista potrebbe approfondirla prendendosi uno spazio all'interno di una o più consulenze psicologiche. Gli aspetti di 'distacco emotivo' possono essere letti da angolature diverse. Un caro saluto e a disposizione anche on line. Maria dr. Zaupa

Dottoressa Maria Zaupa Psicologo a Vicenza

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16 GEN 2024

Gentile utente, innanzitutto la ringrazio per aver condiviso con noi la sua esperienza e mi spiace per la situazione che descrive e che le crea difficoltà. Mi domando cosa scatti nella sua testa quando viene richiesto un secondo parere, quali siano i pensieri e, soprattutto, le emozioni che le suscita.
Le suggerirei di valutare un consulto psicologico al fine di rielaborare il suo vissuto e le emozioni connesse, sviluppando insieme al professionista strategie utili per far fronte a situazioni di difficoltà e sentirsi più efficace nella sua professionalità, attuando il giusto distacco.
Nella speranza che questo confronto possa esserle utile, resto a disposizione anche online.
Un caro saluto.
Dott.ssa Elena Sinistrero

Dott.ssa Elena Sinistrero Psicologo a Torino

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16 GEN 2024

Buongiorno Lunavet,

Lei ha perfettamente ragione parlando di un rapporto di fiducia
Purtroppo nel suo lavoro, come jn altri, le persone sono spesso indecise o piene di dubbi e questo è un loro problema, un modo insicuro di vivere il rapporto con gli altri e non solo con lei.
Sia consapevole del fatto di svolgere il suo lavoro con passione e dando il meglio di sé stesso, questo migliora indubbiamente la sua autostima e la rende maggiormente consapevole della sua professionalità.
Cordiali saluti
Paola Von Korsich Giardini

Dott Paola Von Korsich Giardini Psicologo a Monza

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16 GEN 2024

Buonasera Lunavet.
È molto bello trovare persone così affezionate al proprio lavoro. Come professionisti della salute, capiamo bene il suo disagio. Tuttavia non ne farei una questione di fiducia. Può essere abbastanza normale in ambito sanitario chiedere un secondo parere, soprattutto quando il primo che abbiamo ricevuto "non ci è piaciuto", per esempio ha creato forti perturbazioni emotive, non era in linea con le nostre credenze iniziali, la cura richiederebbe una successiva spesa economica che non possiamo permetterci, ecc...
Questi però sono problemi relativi al cliente, che lei certamente conosce e razionalizza alla perfezione.
Qui si parla di lei e del suo disagio lavorativo. Ciò che sente dipende molto dalla sua storia personale e a mio avviso il tutto andrebbe discusso con uno psicologo in modo più articolato. Sarebbe importante indagare il ruolo che il lavoro svolge nella sua vita, perché lei potrebbe inconsapevolmente canalizzare lì anche altre delusioni, troppo difficili da riconoscere e gestire su altri fronti. Nelle relazioni interpersonali sente di avere voce in capitolo? Quanto la sua parola è stata ed è realmente ascoltata? Questi potrebbero essere solo alcuni spunti di riflessione.

Purtroppo non possiamo darle dei consigli preconfezionati per la sua situazione, perché non esistono. Possono venirmi in mente due strategie, ma potrebbero essere solo palliativi e non andrebbero ad agire sulle cause del suo malessere.
Non so come funziona tra veterinari, ma noi psicologi quando vediamo pazienti scontenti o riconosciamo il nostro lavoro come non idoneo per un paziente facciamo degli invii ad altri colleghi. Quando sente la fiducia del cliente venir meno durante una visita, potrebbe essere lei stessa a proporre - con toni gentili e pacati - una seconda valutazione, pur ribadendo con convinzione la sua idea relativa a diagnosi o trattamento. Prendere il controllo della situazione e proporre l'invio potrebbe alleviare un po' la sensazione di abbandono e tradimento che lei prova quando il cliente si rivolge ad altri colleghi. Questo ovviamente quando si trova con clienti difficili.
In altri casi, quando vi è una lieve percezione di disaccordo, può interpellare il cliente stesso e ascoltare le sue perplessità, dedicando qualche minuto in più per fargli digerire il suo parere clinico.

Spero di esserle stata d'aiuto, se vuole contattarmi mi trova qui.

Dott.ssa Susanna Mattoccia

Susanna Mattoccia Psicologo a Roma

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16 GEN 2024

Buongiorno,
lei ama il suo lavoro e penso debba essere fiera dei risultati ottenuti.
Capisco il suo restarci male se un cliente si rivolge ad altri ma i suoi veri clienti sono gli animaletti ed è per loro che deve continuare a fare del suo meglio. Forse creare i giusti confini potrebbe aiutarla.

Dott.ssa Giulia Assenza Psicologo a Scicli

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16 GEN 2024

Gentile Lunavet, mi lasci dire come prima cosa che servirebbero più professionisti appassionati come lei che comprendono l'importanza, tra le altre cose, di una buona alleanza.
Detto ciò sul piano razionale mi sembra che lei abbia chiara la situazione e anche la posizione dei suoi pazienti che evidentemente cercano altri pareri non per sfiducia verso di lei, ma per vagliare le possibilità che si aprono davanti ad una situazione.
Detto ciò, il suo risentimento e la sua sofferenza davanti a questi eventi mi fa ipotizzare che la sua immagine di sé sia estremamente legata al lavoro che svolge, al punto che ciò che accade sul piano professionale, diventa minaccioso anche da un punto di vista personale. Per dirla meglio, é come se quella che lei legge come sfiducia, non so confinasse solo alla sfiducia verso il veterinario, ma diventasse sfiducia verso lei come persona. Ma chiaramente é proprio questa lettura che rischia, a mio parere, di innescare un corto circuito.
Penso che potrebbe trovare grande benessere se decidesse di indagare questa insicurezza che sembra abitarla personalmente e che le rende di riflesso il lavoro un luogo non solo professionale ma anche di ricerca di conferme.
Auguri
Dott.ssa Giulia Meneghetti psicologa e psicoterapeuta

Dott.ssa Giulia Meneghetti Psicologo a Roma

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16 GEN 2024

Gentile utente, proviamo a fare questo esercizio…immaginiamo la situazione in cui lei ha un figlio (non so se ne ha)….viene fatta una diagnosi da un medico e spiegato come fare un trattamento…Andare anche da un altro medico per sentire un altro parere per suo figlio…è normale, questo non significa non avere fiducia nel primo medico…ma sentire più voci per poter essere sicuro prima di iniziare con eventuali trattamenti…Ho paragonato a un “figlio” perché è una cosa molto frequente, spesso il parere del pediatra di base non basta, si vanno fare visite specialistiche, a volte anche distanti e altro…Ma il cane, il gatto…per alcune persone “sono i loro figli”….Quando si ha questo comportamento di continua ricerca di un “parere” altrove…non è per mancanza di fiducia ma perché si nasconde sotto “molta ansia” e preoccupazione rispetto a delle condizioni di salute “del proprio animale”….Ci dice molto della insicurezza dei clienti e non della mancanza di fiducia nei suoi confronti…Provi a cambiare prospettiva su questa situazione e vedrà che sentirà “meno rabbia” o comunque ad essere più distaccato su queste situazioni. Buona fortuna.

Dott.ssa Serena Sgrosso Psicologo a Dueville

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16 GEN 2024

Nel mio studio c'è un cartello che dice: "La chiave del fallimento è la pretesa di piacere a tutti". Non è proprio il tuo caso ma va in quella direzione. Non cedere alle tue insicurezze, superale mettendo a fuoco le tue specialità e la loro visibilità.

Dott. Bonacina Giampiero Psicologo a Valmadrera

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16 GEN 2024

Buongiorno. Che bel lavoro. E fatto con così tanta passione!!! Credo che una quota di frustrazione sia fisiologica quando si investe anche molto a livello emotivo. Bisognerebbe capire ulteriormente da dove arriva il suo bisogno di investirsi e avere conferma di sé nella relazione con i suoi clienti. Forse ci sono altre premesse sotto. Le auguro ogni bene. Dott.ssa De Colle

Dott.ssa Donatella De Colle Psicologo a Trieste

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