Crisi di coppia...lui infatuato di un'altra
Salve, sono una donna di 37 anni, sposata da quasi 8 anni. Oggi vi contatto perché il mio matrimonio sta attraversando una crisi profonda. Circa 4-5 anni fa io e mio marito abbiamo scoperto di non poter avere figli e dopo aver parlato a lungo del problema, abbiamo maturato la decisione di non voler affrontare nè il percorso della fecondazione assistita nè quello dell'adozione. Io come donna ho sentito sgretolarsi l'ideale di matrimonio che avevo sempre sognato fin da bambina: una famiglia felice con 2-3 figli che riempissero le nostre giornate. Mio marito come uomo dice di non soffrire quanto me, ma si autocolpevolizza con i suoi sensi di colpa visto che la "causa" dell'infertilità è lui (io ho sempre detto che non è lui la causa, ma il problema è della coppia e non importa chi abbia il problema di infertilità!).
Questa condizione di coppia non-fertile ha portato me come moglie a vivere un periodo di crisi profonda, uno stato di svuotamento psicologico, una crisi anche sessuale che mi portava ad allontanare mio marito. La mia sofferenza è stata anche sociale: soffrire dinanzi alle donne col pancione, evitare di andar a far visita a donne che avevano appena partorito ecc.
Ho trascurato mio marito e non sono riuscita a cogliere in lui i segnali che mi lanciava. Lui mi è stato sempre vicino, mi ha cercato di tirar su dicendomi di concentrarmi su altro, su attività tipo il ballo, la palestra, la pittura...tutte attività che io svolgevo da sola perché lui intanto era fuori per lavoro. Ci vedevamo solo i fine settimana e io, impegnata com'ero a cercare di raccattare i cocci della mia delusione per la maternità mancata, non sono riuscita a capire che anche mio marito stava soffrendo.
Mio marito è una persona di poche parole, si tiene tutto dentro e, anche se c'erano delle cose del mio carattere che non gli piacevano, stava zitto e "sopportava".
Io intanto sono riuscita a migliorare la mia condizione psicologica, mentre lui intanto ha sofferto la solitudine di un uomo ferito nella sua mascolinità.
Ammetto (e oggi me ne pento amaramente!) di averlo trascurato non poco, perché troppo impegnata a recuperare me stessa.
Lo scorso novembre mio marito torna a casa e mi confessa che ha iniziato ad avvertire un interesse per una sua collega. Lui è una persona leale e sincera, non mi ha mai tradito e so che mai lo farà e lui stesso mi ha detto che, mi stava confessando tutto cio' per chiedermi aiuto. Lui mi dice che non è interessato a lei sessualmente, non le piace nemmeno fisicamente (ma del resto mio marito non è mai stato il tipo che si è innamorato delle ragazze per il loro aspetto fisico!), ma che si è trovato bene a parlare con lei, si è sentito "ascoltato" (cosa che io negli ultimi anni non ho fatto!) e accettato.
Da quel momento in poi ho aperto gli occhi, ho cercato di essere più presente cercando di farlo sentire al centro dei miei interessi, perché quello che mi interessava e che mi interessa è salvare il mio matrimonio. Lui dopo un circa un mese mi ha detto che era riuscito a scordarsi di lei e di non pensarla più...ovviamente ha continuato ad averla "tra i piedi" inevitabilmente visto che lavorano nella stessa azienda! Mi ha giurato che comunque non si è più fermato a parlare con lei se non di cose di lavoro, quindi nulla di personale o privato che potesse in qualche modo poter coinvolgerlo psicologicamente a lei.
Il nostro rapporto è continuato tra alti e bassi e durante questi ultimi 2-3 mesi, abbiamo ricominciato a litigare in maniera più assidua...finalmente lui ha iniziato ad uscire dal suo "mutismo" reagendo ad alcune parti del mio carattere che ha sempre detestato e che finora ha preferito lasciar passare. Ovviamente la mia reazione a questo suo nuovo comportamento non è stata positiva, dovevo abituarmi al mio "nuovo marito", a questo suo nuovo modo di porsi nei miei confronti...lui stesso si è sentito stupito di questo suo nuovo comportamento, quasi sconvolto.
Sconvolgente è stato tra l'altro riscoprire di riprovare un interesse per la collega...tanto che mi ha confessato di essere confuso e di sentirsi in imbarazzo quando si trova con lei a lavoro. Il problema-collega si è ripresentato proprio quando il nostro rapporto ha iniziato di nuovo a prendere una brutta piega.
Mi ha confessato di pensare qualche volta a lei al di fuori del lavoro, ma quando gli chiedo cosa pensa esattamente, mi dice che non pensa a lei come persona ma pensa a situazioni lavorative, a discussioni avute con lei sempre inerenti il lavoro. (in seno a questa sua confessione, mi ha detto che forse è innamorato di lei perché gli tremano le gambe quando sono insieme a lavoro e che si sente in imbarazzo...sintomi che lui pensa siano attribuibili ad una condizione di uomo innamorato).
Dice di sentirsi in colpa con me, di non riconoscersi più, di essere deluso di se stesso perché mi sta facendo soffrire dicendomi queste cose.
Nello stesso tempo so per certo che non mi ha tradito e che mi ama: me lo dimostra ogni giorno, mi desidera come il primo giorno (forse anche di più), i nostri rapporti sono frequenti e molto coinvolgenti. Quando gli dico che lo amo, lui mi dice che mi ama e che non vuole perdermi né che mi vuole lasciare. Soffre per questo suo senso di disagio quando si trova con lei.
Io adesso mi sono "svegliata" dal torpore, vivo con lui 7 giorni su 7, lo coccolo (quelle coccole che a lui piacciono e lui stesso confessa che le sono tanto mancate), sono pronta a ricoprire al 100% il mio ruolo di moglie-amante-compagna e non più di mamma (quello non lo sarò mai e me ne sto facendo una ragione)...mi dice che a volte si sente molto vicino a me ma altre volte sente che manca "il collegamento", quel qualcosa che in qualche modo lo fa sentire completamente felice. Lui fa il paragone con i primi anni in cui eravamo fidanzati: io ero più spensierata, meno problemi e delusioni dalla vita, più solare e positiva. Oggi non sono più la stessa e nemmeno lui è l'uomo di una volta, la vita e le situazioni ci hanno cambiato.
Cosa non meno importante, lui non si sente appagato dal lavoro che fa, vorrebbe cambiar lavoro e crearsene uno tutto suo o un'attività insieme a me. Io, dal mio canto, sono laureata ma senza un lavoro...non sono mai stata in grado di concludere nulla nella mia vita...
I presupposti per ricominciare ci sono ma lo spettro di questa donna mi fa impazzire.
Cosa mi consigliate?