Ho 36 anni e da circa 9 convivo con il mio compagno di 50 separato e padre di due figli, ora da due anni a questa parte il figlio più piccolo (16 anni) ha deciso di trasferirsi a vivere da noi. Premetto che io non ho figli e non ne ho mai voluti ma più passa il tempo più questa convivenza per me risulta difficile, ho la sensazione di essere di troppo praticamente sempre, soprattutto quando siamo tutti e 3 perché tra padre e figlio si crea una complicità particolare ed ho la sensazione che il ragazzo un po' ne approfitti soprattutto dal lato economico. Questa situazione di famiglia "forzata" la vedo come innaturale e non decisa da me, quindi come una cosa da tollerare senza scelta. Inoltre il ragazzo è molto svogliato e non ha voglia di studiare quindi quasi tutti i giorni il mio compagno fa venire a casa nostra (senza mai chiedere cosa ne penso) sua sorella (la zia del ragazzo) per aiutarlo nei compiti. Questa situazione mi sta logorando tant'è che ho spesso problemi di salute, nervosismo e alimentazione incontrollata quando, magari dopo un periodo di vacanze con la madre torna da noi. Vorrei davvero un vostro parere poichè questa situazione mi genera forte malessere grazie.
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5 AGO 2019
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Gentile Erika,
ha provato a confrontarsi col suo compagno sulla situazione e a raccontarhli quello che prova?
Parla di una decisione che ha subito, come se non avesse avuto voce in capitolo: è andata così? Riguardo alla zia che aiuta nei compiti, lei dice che non le viene chiesto cosa ne pensa: come mai secondo lei? Ha provato comunque a dire la sua? Ci sarebbero altre soluzioni, ad esempio recarsi a casa della zia a studiare?
La situazione non è semplice e trascorrere 2 anni con un ragazzo adolescente in casa è molto impegnativo, ma il problema principale mi sembra la mancanza di dialogo col suo compagno il quale, probabilmente per sensi di colpa verso il figlio, tende ad assecondarlo più del dovuto. In assenza di sue prese di posizione, difficilmente il suo compagno si accorgerà della sua sofferenza. Provi a parlarci e ci riscriva se ha bisogno
5 AGO 2019
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile Erika,
il tema della famiglia "allargata" è sempre più diffuso. Lei, il suo compagno ed il figlio del suo compagno avete diritto di riuscire a vivere in maniera quanto più serena possibile. Sicuramente ci può essere una valida e accettabile soluzione alle problematiche da Lei descritte.
Un breve percorso di supporto psicologico potrebbe essere utile non solo per sostenere le sue risorse, ma anche per aiutarvi a riequilibrare alcune dinamiche familiari.
Resto a sua disposizione per ulteriori informazioni e chiarimenti
5 AGO 2019
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno Erika,
entrare a far parte di una famiglia già esistente non sempre è semplice, soprattutto quando i figli sono adolescenti ed attraverso un periodo di cambiamento. Nove mesi non sono tanti ed è normale avere un periodo dove ci sente "estranei " a casa propria ed è anche normale sentirsi in difetto nel vedere la loro sintonia. Le consiglio, visto il periodo difficile e i disturbi somatici che si sono creati, di intraprendere un percorso psicologico, online o da un professionista della sua zona. Penso sia importante tutelare se stessa, la relazione ed il benessere del ragazzo.
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti, se vuole mi può contattare
Cordiali saluti
Dott.ssa Alice Noseda