Comportamento scorretto della psicoanalista

Inviata da Laura · 3 gen 2024 Psicoterapia

Buongiorno,

Vi contatto in quanto avrei bisogno di un parere in merito all'interruzione del contratto terapeutico tra me e la psicoanalista che mi ha seguito fino ad ottobre. Chiedo un consulto non per avere qualcuno dalla mia parte o per avere ragione, ma per cercare delle risposte che di fatto non ho avuto.

Nel gennaio di quest'anno, per motivi di depressione, mi sono affidata ad una psicoterapeuta ad indirizzo psicoanalitico e abbiamo svolto 2 sedute alla settimana per una media di circa 8 (a volte anche 9) sedute al mese.

Non sono ricca e forse avrei dovuto farmi bene i conti quando ho intrapreso questo percorso, ma ho dato massima priorità alla terapia, spendendo circa 600 euro al mese. Io ero andata chiedendo una seduta a settimana, la dottoressa mi disse che con solo 1 seduta a settimana, non avremmo fatto nulla. Così ho accettato di farne 2 alla settimana, ad un costo di 85 euro a seduta scontate 70 euro.

Eravamo solite fare 2 sedute al mese in presenza, il resto online.

Fin qui tutto ok.

Finché, ad ottobre, a causa di problemi di salute fisica anche importanti e che richiedono più accertamenti, realizzo che non posso più vivere di sola psicoanalisi, in quanto se ho un'urgenza, in questo caso di salute, che mi porta a spendere 500 euro per un'esame, essendo che tra l'altro sono sola, devo potermi permettere economicamente e soprattutto senza né stress e né ansia queste spese improvvise.

Quindi, facendomi dei conti circa spese che mi ritrovo ad affrontare, decido che non posso più mantenermi 8 sedute. Ma nel contempo non contemplo minimamente di abbandonare la psicoterapia, anche perché stava dando ottimi risultati, né dimezzarla, ma SOLO ridurre da 8 a 6,che diluite nell'arco di un mese credo non cambi poi più di tanto, almeno per me. A quanto pare per la dottoressa cambiava e pure molto!

Decido quindi, seppur con estrema difficoltà, paura, imbarazzo, di parlarne con la dottoressa, di questa mia esigenza. La dottoressa si è trasformata, non era d'accordo a questa diminuzione di sedute, mi ha accusata di aver voluto mettermi al posto suo e decidere io per lei, o peggio, mi ha detto che ho voluto essere io la psicoterapeuta tra me e lei.
Si è permessa inoltre di deridermi, non appena le ho comunicato che tra le altre cose, da questo mese mi aumenta l'affitto di 100 euro! Cioè a me questa cosa mi fa sentire frustrata, e lei ride...

Mi ha rimproverata facendomi presente che 2 sedute io le presento all assicurazione sanitaria per ottenere un rimborso.. (non sapendo che alla fine mi rimborsano 40 miserissimi euro). Insomma mi ha detto in seduta in modo molto risentito che non avremmo ridotto le sedute ma che mi avrebbe fatto un piccolo sconto.. Dicendomi in modo infastidito che "lei non mi avrebbe scaricata". Io mi sono sentita mortificata dalle sue accuse, non creduta, e si è messa a tu per tu con la mia situazione economica. Atteggiamento e comportamento non proprio neutrale che un'analista dovrebbe mantenere. Specie con una paziente che soffre per non essere stata mai riconosciuta ed accettata in vita sua.

Avevo paura di dirglielo, temevo che si potesse rovinare tutto, e così è stato. Io ritengo di essere l'unica responsabile delle mie risorse e so solo io, come posso gestire le mie risorse economiche, anche perché in caso di difficoltà non avrei nessuno a cui chiedere aiuto.

Quindi, sconvolta da questo evidente e non proprio sano attaccamento ai soldi da parte della dottoressa, le comunico la delusione e le comunico inoltre che non ho più intenzione di proseguire e che voglio interrompere il percorso almeno momentaneamente, anche perché comincio a maturare l'idea e la convinzione che per l'analista io fossi solo un introito di oltre 600 euro al mese, e non una persona, un essere umano che può andare incontro a nuove esigenze anche improvvise.

La dottoressa non si scusa minimamente e con molta freddezza mi dice che mi avrebbe mandato il proforma delle sedute di ottobre. Questo accade il 20 ottobre, al telefono, prima della seduta che di fatto non c'è stata. Inoltre, piccolo dettaglio, mi dice "quando vorrà, sarò disponibile ad un chiarimento".

Dopo qualche giorno la dottoressa mi manda il proforma, includendo e conteggiando anche le sedute che avremmo dovuto fare dopo il giorno 20, ovvero 25-27-30.

Non capisco proprio perché dovrei pagarle delle sedute che non ho fatto, se giorno 20 io le ho comunicato la mia volontà di interrompere la psicoterapia. Nel contratto terapeutico non è specificato nulla di tutto ciò, non c'è una clausola che fa riferimento all'interruzione della terapia. C'è solo una generica clausola che dice che, per quanto riguarda la gestione del pagamento delle sedute da me non effettuate, "per qualsivoglia motivo" dovranno essere pagate. E se si interrompe che succede? Devo finanziarla da qui all'eternità?
Ma la cosa che mi lascia esterrefatta è che dopo 1 mese la contatto per chiederle se fosse stato possibile fissare un appuntamento per cercare di chiarire, razionalizzare quanto successo.. Perché non riesco a trovare delle risposte a quanto accaduto e chi meglio di lei avrebbe potuto darmele. Non pretendevo di ricominciare il percorso, chiedevo solo una sorta di chiarimento ed una sorta di arrivederci concordato. Lei non mi risponde, dopo 20 giorni le riscrivo per sapere se poteva farmi sapere in merito alla mia richiesta... E mi blocca! Mi scarica così.. Mi sarei aspettata una risposta positiva o negativa che sia, invece mi ha totalmente bloccato. Parliamo di una donna di oltre 60 anni, non una professionista alle prime esperienze. Avrebbe potuto dirmi che non c'erano più le condizioni.. Ci sono rimasta di sasso e penso proprio di aver buttato soldi, tempo, impegno emotivo. Io mi ero affezionata a lei come penso sia normale nella relazione terapeutica, la terapia stava andando alla perfezione e non ero mai stata così costante e motivata in vita mia... Ora che ci penso, ero totalmente soggiogata dalle sue parole, qualsiasi cosa mi diceva io la facevo. Ha pure messo in atto una terapia correttiva, in quanto da omosessuale quale ero, mi diceva delle cose che mi avevano totalmente suggestionata, finendo per non provare più nulla, non solo per le donne ma anche per gli uomini. Questo lo realizzo solo adesso. Dovrò correre ai ripari adesso non solo per i miei problemi, ma per i problemi che mi ha causato lei!

Mi scuso se sono stata prolissa, ma sono molto arrabbiata e delusa. È normale il suo comportamento? Se qualcuno riuscisse ad aiutarmi a fare chiarezza ne sarei davvero grata.

Grazie mille per l'attenzione.

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