Come fare quanto un trauma si ripresenta?
Buongiorno, sto attraversando un periodo difficile. Mi mancano due esami alla laurea (prevista per luglio), nel frattempo sto scrivendo la tesi. Lavoro, quindi mi “sto ammazzando” per riuscire a fare tutto per bene. Però sento che la salute mentale mi sta abbandonando, mi viene da piangere ogni giorno, mi sveglio con l’ansia e se penso al futuro provo solo una profonda angoscia. A novembre stavo molto male, il mio fidanzato, con il quale ho una relazione da 4 anni, ha espresso la volontà di fare la specializzazione in Svizzera dopo la laurea. Ho anche pensato di lasciarlo perché il pensiero di vederlo partire era troppo doloroso. I mesi dopo, di colpo, sembrava fosse tornato tutto alla normalità. Mi dicevo che sarebbe andato bene, che magari avrei potuto raggiungerlo, che dovevo stare tranquilla. Ero felice di aver superato la cosa. Dovete sapere che quando avevo 13 anni, mia zia si è trasferita in un’altra città e sono stata veramente molto male. Ovviamente non riconducevo il mio malessere a questo evento, ma avevo paura di uscire di casa e, quando lo facevo, dovevo ripercorrere con la mente ogni cosa che avevo fatto per la paura di aver perso il controllo e fatto del male agli altri. È stato molto brutto, ma per fortuna dopo 6 mesi questo malessere acuto è scomparso…con la maturità ho compreso quanto quel malessere fosse legato alla separazione da mia zia, per me come una madre (in questi giorni, tra l’altro, sogno di parlare con lei e sbagliarmi chiamandola “mamma”). Credo di star per riaffrontare quell’antico dolore, vorrei tanto sapere cosa fare quando un trauma si riattiva in modo così esplosivo. Ho provato a parlarne con qualcuno, ma sembra che mi vengano propinate sempre le stesse banalità (“ non preoccuparti, andrà tutto bene”) e che nessuno capisca davvero l’impatto di questa cosa sulla mia psiche, forse anche perché, quando ne parlo, minimizzo per non appesantire l’altro del mio dolore. Con il mio fidanzato non posso parlarne, sarebbe un ricatto emotivo, è giusto che lui prenda le sue decisioni senza sentirsi in colpa, libero di fare ciò che è meglio per sé (anche se, a livello inconscio e irrazionale, sento di contare molto poco per lui se ha preso questa decisione). Mi stupisce che sia lui a non parlare mai della cosa, questo sì, non so se per codardia o perché banalmente non ci pensa…anche se sento che è la prima motivazione perché, anche se non ci confidiamo molto a parole, è come se capissimo sempre ciò che l’altro sta provando. Si può guarire da questi traumi? È incredibile che la vita per la seconda volta mi metta di fronte a questa sfida… grazie a chi mi risponderà