il trauma del primo amore
Il ricordo del mio primo amore mi condiziona la vita anche dopo anni, ed è come se niente potesse rendermi più felice. Ciò mi fa paura.
Avevamo diciott'anni e io non avevo mai avuto una relazione seria, lui qualcosa in più, poco. Io fin da piccola ero molto insicura, sognavo una sorta di principe azzurro e un amore iperromantico da romanzi.
Lui è comparso come un sogno invocato di notte: bellissimo, tenerissimo, pieno di sogni, di arte e di libertà.
Come in un sogno lui ha visto me tra la folla e si è innamorato di colpo. Ci siamo avvicinati ed è stato meraviglioso.
Scappavamo da scuola per fare colazione insieme, andavamo in motorino nelle campagne, ci appartavamo nella natura. Facevamo l'amore, ascoltavamo la musica, mangiavamo insieme, camminavamo. Era tutto così pieno di luce perché era la prima volta. Lui in realtà non mi amava e l'ha capito poco dopo il colpo di fulmine: eravamo troppo diversi. Le mie amiche mi chiedevano: ma perché gli stai dietro? Perché tenti in ogni modo di far stare in piedi questa relazione? Non avete niente in comune.
Mantenevo una vita parallela in cui lo coinvolgevo poco, in cui mantenevo interessi completamente diversi dai suoi. Ma guardandomi attraverso i suoi occhi, io non valevo niente, perché non sapeva comprendermi nei miei interessi. Forse anche lui soffriva per la nostra diversità, ma non l'ho mai capito veramente.
Lui si era innamorato di me ma si è ricreduto quando conoscendoci meglio non riuscivamo a incastrarci in alcun modo, se non nella tenerezza dell'amore e dei paesaggi. L'unico modo che avevamo per restare uniti era il sogno. Chiamala attrazione fisica, chiamala gioventù, o aspettative malriposte.
Alla fine ci siamo lasciati perché non c'era nient'altro da fare, non andavamo d'accordo in niente, nemmeno caratterialmente. Ma il trauma è rimasto.
Ho avuto un imprinting fortissimo con questa persona. Ora sono passati anni dai tempi del liceo e sto con una persona matura, con cui ho un'intesa totale: carattere, interessi, sesso, sentimenti. Sentimenti non proprio: lui ha trovato il vero amore in me ed è pazzo per me. Anche io lo amo. Ma sono stata costretta a ridimensionare il mio concetto di amore, per indossarne uno che fosse più adatto a me.
La verità è che forse non riuscirò mai più a provare un'emozione così forte per una persona, e mi dispero perché vorrei cancellare questo ricordo del passato che è tanto vivo, colorato e ossessivo che sembra che il tempo si sia fermato ad allora nei ricordi; rivivo sempre le stesse scene in circolo, ma se mi siedo sul letto ho un'enorme difficoltà ad evocare nella memoria una sola volta in cui ho fatto l'amore con il mio attuale compagno, per quanto sia stato molto più tantrico di ogni volta in cui ho fatto l'amore con il mio ex.
In realtà per i primi tempi non è stato così. Mi sentivo tiepida verso questa nuova persona ma sapevo che era la strada giusta. Mi faceva provare un senso di affetto profondo che non avevo mai provato prima. Mi sentivo a casa. Mi sentivo libera di essere me stessa. Sono cresciuta. Mi sono innamorata di quest'uomo, lentamente. Ci siamo incastrati perfettamente. Il nostro rapporto non è più un sogno da adolescenti ma assomiglia alla vita vera, e al modo migliore per viverla. Abbiamo gli stessi progetti, gli stessi punti di vista sul mondo. Siamo anche molto teneri e comprensivi l'uno con l'altra.
Ma poi la nuova ragazza è arrivata. La nuova ragazza del mio ex, intendo. E questo evento ha fatto davvero acuire il dolore.
Mentalmente quando la vedo la giudico un po' stupida, anche se sicuramente ha pure i suoi pregi, ma le mie viscere urlano: È perfetta, è perfetta! Ecco come dovevi essere! E ricomincio a sminuirmi, come quando mi sminuivo per lui, quando sentivo di essere io quella sbagliata perché non mi incastravo bene.
Paradossalmente, se riguardo le foto di lui, non vorrei mai tornarci insieme. È meglio il mio compagno attuale: abbiamo tutto in comune, compresa ormai una certa esperienza di relazione insieme. È anche più bello fisicamente, è parecchio più sveglio e sa vivere il mondo visceralmente come me. Soprattutto, mi fa ridere. Ma emotivamente mi sembra comunque tutto un triste sequel. Un telefilm a cui hanno cambiato l'attore protagonista.
La mia fissazione in verità è lei: io dovevo essere come lei e non lo sono stata. Arrivo a sminuire tutte le parti migliori di me perché vorrei essere come lei. Perché lei è riuscita ad arrivare dove io non sono arrivata, e guarda adesso come sono felici loro due. Impazzisco a vedere le loro foto sui social, dove pare che lei si diverta a fotografare tutti quei piccoli momenti che anche io ho vissuto insieme a lui, e mi sembra di rivivere il trauma-ricordo per immagini. Pazzesco, sono passati anni ma lui le ragazze le porta sempre negli stessi posti... E continuo a ripetermi: lei ce l'ha fatta, io no. Mentre tutti i miei amici li festeggiano. Mi sento umiliata.
È assurdo perché razionalmente so che sto bene così come sono, ma la mia mente comincia a vagare e spesso anche quando sono con il mio compagno non riesco a trattenerla e continua a tornare alle stesse vecchie scene.
È doloroso perché in quei momenti del liceo in cui ci eravamo amati avevo cancellato in un istante tutta la mia vita precedente e mi ero immaginata che il futuro sarebbe stato sempre così. Mi sentivo la protagonista del mondo in un fascio di luce, ignorando per troppo tempo i segnali negativi. Mi sentivo totalmente spensierata come mai più lo sono stata, era una follia, mica fa bene una roba del genere. È stata un'ecatombe viscerale che ha sconvolto tutta la mia percezione delle cose. E ora che mi ritrovo davvero a vivere l'amore forse eterno, non so godermelo. Mi sembra sempre che mi manchi qualcosa, forse mi manca soltanto la sensazione che fosse la prima volta.