salve sono una ragazza di 22 anni,ho fatto un percorso terapeutico di circa 1 anno...
con risvolti abbastanza positivi.
Mi sono legata molto alla mia Psicoterapeuta,ed entrambe però abbiamo riscontrato una dipendenza nei suoi riguardi.
quindi anche a causa dell'estate di mezzo è stata interrotta la terapia.
Mi manca,mi sento angosciata a dover affrontare 2 mesi circa senza di lei...di conseguenza non riesco a godermi l'estate,ma la vivo come una situazione forzata e non vedo l'ora che sia settembre.
ammetto che ci sono ancora alcune situazioni interne da dover risanare è forse anche ciò è la causa di tale situazione attuale.
poi avrei qualche domanda a riguardo ...
io mi sono davvero affezionata a lei .le voglio bene, anche se so che il nostro rapporto è a fine del mio benessere psicologico,tutto ciò può compromettere la terapia? mi sento come se fosse una cosa sbagliata volerle bene...so che è in atto il procedimento transfert ne sono a conoscenza dato gli studi che faccio (facoltà di psicologia) ...
cerco di non pensarci ma risulta abbastanza difficile ....
lo psicoterapeuta si lega al paziente in termini affettivi ( nei limiti intendo ) ?
Come posso affrontare tale distacco ?per stare piu serena ...
grazie mille :)
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28 LUG 2015
· Questa risposta è stata utile per 9 persone
Buongiorno,
personalmente non mi attaccherei a espressioni come transfert perché sono un tentativo di dare un senso oggettivo a un legame affettivo.
Io di mestiere faccio lo psicoterapeuta-psicoanalista, quindi capisco bene cosa si intende per transfert e potrebbe anche darsi che esso, nella sua situazione, richieda ancora una analisi, tuttavia dietro il transfert ci sono 2 persone che si incontrano con regolarità almeno una volta alla settimana.
Se la relazione è buona e il legame diventa affettivo è normale voler bene all'analista. Molti miei pazienti mi vogliono bene e io voglio bene a loro.
Se penso poi al mio ex analista (circa 6 anni di analisi) lo penso con affetto e gli voglio molto bene, non per questo mi sento dipendente da lui.
Bisogna concedersi una buona dipendenza per potersi emancipare.
Il suo percorso è ancora all'inizio probabilmente, quindi si conceda un po' di nostalgia...il ritrovarsi a settembre sarà più bello, come il piccolo principe con la volpe.
Cordialmente,
Dott. Piacentini
27 LUG 2015
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile cignonero, la difficoltà di accettare il mondo senza una guida, specie dopo una terapia lunga, è abbastanza normale e col tempo si affievolisce. Quello che però mi fa pensare è una sorta di legame affettivo che va al di là della terapia. Per questo aspetto devi riuscire a sentirti indipendente, il professionista infatti non si lega affettivamente in senso fisico, ma entra nella tua mente per indicarti la strada per uscire da un labirinto mentale, non può essere un compagno di vita. Anche questo aspetto si risolve col tempo, ma ci vuole un pò di impegno da parte tua. Un caro saluto, Giuseppe
27 LUG 2015
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Carissima,
come tu ben sai, sei in pieno transfert. A mio parere è un fenomeno utile alla terapia e non credo che possa comprometterla. Più che altro, per quanto sia bello non vedere l'ora di rivederla, tra le cose da risanare quando riprenderete a settembre, ci può essere il rapporto con i tuoi genitori e il modo in cui tu lo rivivi proiettandolo su di lei.
Personalmente credo che con ogni paziente si crei un legame, diverso da persona a persona e che, a volte, si possa verificare un contro transfert ma qui bisognerebbe valutare il caso singolo per capire se possa o meno compromettere la terapia.
Ad ogni modo puoi stare tranquilla. Coglila come opportunità per lavorare sulla proiezione che stai vivendo.
