Attacchi di panico e paura di perdere il controllo e fare un gesto inconsulto
Sono una ragazza di 23 anni.
La mia vita, facendone un bilancio, non è poi così male: sto studiando per specializzarmi in qualcosa che amo (giornalismo e marketing), lavoro come giornalista collaboratore, ho una media del 29, all'università ho molti amici che mi vogliono davvero bene. Nella mia città non frequento quasi nessuno, tranne un paio di amiche che purtroppo vivono fuori. Ma sono circondata da persone che mi vogliono bene: amici dell'università anche se lontani ma sempre presenti, una madre dal carattere un po' forte ma è la persona a cui voglio più bene al mondo, una famiglia che mi stima nonostante i classici piccoli attriti familiari.
Due anni fa, quasi alla fine dell'Erasmus di 12 mesi, ho iniziato ad avere il primo attacco di panico: vivevo all'ottavo piano di un condominio con altri 3 amici e all'improvviso ho avuto come una sensazione incontrollabile di gettarmi giù dalla finestra. Tremavo terribilmente, tisane e valeriana non facevano nulla.
Vivevo con tre amici, di cui uno era il ragazzo di cui ero innamorata che ha pensato bene di fidanzarsi con una nostra coinquilina. Ho sofferto moltissimo, parlandone con i miei amici per aiutarmi, ma poi mi ci sono abituata. Quindi, l'attacco di panico seppure avvenuto dopo mesi l'ho ricollegato a quel grande stress emotivo a cui mi ero sottoposta.
Sono durati anche dopo il mio ritorno a casa in Italia, ho seguito una psicologa che conosco da tempo e grazie a lei ed ai fiori di Bach dopo circa 8 mesi sono stata meglio.
Adesso, dopo circa un anno e mezzo, periodo in cui la mia vita è cambiata in meglio ed in cui sono molto più sicura di me stessa, sto ricominciando da un paio di settimane ad avere attacchi forti di panico e pensiero fisso: adesso vado vicino al castello e mi butto di sotto.
Non voglio farlo, amo la vita anche se questi attacchi mi sottopongono ad uno stress emotivo tale da avere perfino dubbi in merito a questo.
Ho notato che sovente questi attacchi si presentano quando mi costringo a far qualcosa che proprio non voglio fare: ad esempio uscire e fare commissioni necessarie, il che mi capita molto spesso avendo una madre che lavora.
Ho paura ad uscire da sola, chiamo mia madre o una mia cara amica dell'università e chiacchieriamo, ma a volte non basta.
Cosa posso fare? Sottolineo che non ho una situazione economica tale da poter affrontare un altro ciclo di incontri dallo psicologo..