Salve!
Un mio amico soffre di attacchi di panico e nello specifico soffre di nausea che gli prende ogni volta che deve fare qualcosa, anche le cose più banali. Ora non vuole uscire di casa ed evita i luoghi affollati perché ha sempre paura di vomitare. Lo psicologo che lo segue gli ha dato dei farmaci che hanno però tra gli effetti collaterali quello di istigare il suicidio e ha avuto già simili pensieri ben due volte. Cosa si può fare?
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7 SET 2016
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Gentile Ori,
lo psicologo non prescrive farmaci per cui è probabile che questi siano stati prescritti da un medico o da uno psichiatra.
Lei può incoraggiare fortemente il suo amico ad intraprendere un percorso di psicoterapia preferibilmente cognitivo-comportamentale che richiede un pò di tempo ma è il miglior modo per risolvere stabilmente il disturbo da attacchi di panico.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
7 SET 2016
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Cara Ori,
non deve essere facile stare accanto ad un amico che soffre così tanto,
ancora di più se ha pensieri suicidi,
mi chiedo come si senta lei rispetto a questo.
Immagino che debba essere angosciata, spaventata ma forse anche arrabbiata.
E' duro sentirsi impotenti, soprattutto nei confronti delle persone care!
Credo anche che il suo amico debba essere veramente spaventato dalla vita! Il rifiuto di vivere, di osare, di buttarsi che esprime con la nausea, con gli attacchi di panico, con i pensieri suicidi, sono veramente forti e lo chiudono in una gabbia tenace, quella che sente quando i suoi sintomi lo sovrastano.
Che dire?
Lui ha molto da lavorare per vincere questa grande angoscia, lei dal canto suo può esprimergli come si sente e quanta angoscia vive nel timore che si faccia del male. Può fargli capire che è anche arrabbiata perchè ci tiene a lui e sente continuamente il pericolo che lui si tolga la vita e che l'abbandoni, per lei tutto questo è importante, ora sta a lui valutare quanto ci tiene a sè e alla vostra relazione.
I farmaci non producono pensieri, li possono solo disinibire e questo è successo al suo amico e traduce il momento critico, quello in cui deve dare una svolta alla sua paura di vivere. Per quanto difficile da tollerare, ma la decisione ed il lavoro principale sta a lui, lei può decidere se riesce ancora a stargli vicino o meno e in quale modalità, con quale grado di vicinanza. Il rischio di stare accanto a persone che mantengono pensieri suicidi è di vivere costante angoscia.
Un caro saluto
Sabrina Costantini
Psicologa Psicoterapeuta
Pisa - Cecina
6 SET 2016
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Caro Ori,
gli attacchi di panico possono manifestarsi in molti modi possibili, la nausea anticipatoria puó essere inquadrata in questa cornice. Immagino che i farmaci li abbia prescritti uno psichiatra (non rientra infatti nelle competenze dello psicologo). Il mio suggerimento é quello di confrontarsi con il dottore rispetto a un possibile cambiamento del farmaco, qualora fosse oltremodo disturbante per il suo amico fino a trovare insieme allo psichiatra la soluzione piú adeguata. Inoltre inviterei il suo amico a pensare ad un percorso psicoterapeutico in cui poter comprendere meglio che significato possa avere questo disagio, trovandone un senso ed un perché e provando a costruire nuove strade percorribili che aprano la possibilità ad un nuovo benessere.
Rimango a disposizione.
Cordialmente,