Ansia , depersonalizzazione

Premesso che mi auspico possa trarre giovamento da poche osservazioni che questo spazio permette.. . Perseverare nella pratica di sostanze come la cannabis..a lungo termine provoca effetti " indesiderati" oltre che estremamente dannose all'organismo...Il primo è una tipologia di dipendenza ancora più resistente al trattamento...quella mentale...la consuetudine nel tempo della pratica del consumo si trasforma in una compulsiva dipendenza psico_ fisica ... Andrebbe affrontato un percorso parallelo di supporto che accompagna la cessazione del consumo.... Soprattutto se la sostanza veniva abbinata ad una sorta di risorsa compensatoria...nel disagio per esempio.. Alienarsi dal contatto reale in maniera artefatta.... condiziona la dipendenza....Lo stesso stare al PC per troppe ore nel tempo potrebbe creare una sorta di analogo effetto....ma che può sostituire una dipendenza con un'altra ( per esempio internet addiction)....Sublimare i momenti del " senza" con attività creative o meglio ricreative magari nel gruppo....possono rappresentare risorse alternative più funzionali al proprio star bene....per esempio attività sportive...corsi formativi adatti alle proprie inclinazioni e potenzialità?!!! Tutto ciò che riproduce una realtà artefatta talvolta potrebbe sembrare uno scudo che filtra la realtà del proprio "Io".. Ritrovare sé stesso in chiave egosintonica è un traguardo che richiede introspezione ma guidato in un setting protetto ( accompagnato da un professionista).

Gentile Marco,
Capisco da ciò che mi racconta come le sensazioni che ha provato in quel periodo di uso di cannabis, soprattutto l'episodio del computer, l'hanno spaventata davvero molto e da allora è alla costante ricerca di tenere tutto di sé sotto controllo per evitare di risentire quelle sensazioni spaventose.
La perdita di controllo spaventa al punto da cercare di evitarla a tutti i costi, ma qualsiasi parvenza di allentare questo controllo manda in tilt. Il suggerimento è quello di rivolgesi ad unə terapeuta breve strategicə per individuare insieme come funziona questa depersonalizzazione, cosa è stato tentato fin'ora per risolverla e individuare la strategia migliore per sciogliere il problema e restituirla alla sua vita. Resto a sua disposizione online e in studio privato per qualsiasi domanda o curiosità.
Cordialmente
Dr ssa Maria Beatrice Brancati

Gentile Marco, mi dispiace molto sapere che si trova in una situazione di tensione e sofferenza tale da ben 10 anni. Sembra che dopo un episodio di depersonalizzazione, forse dovuto all'uso di cannabis, abbia poi sviluppato un meccanismo per sentirsi "ancorato" e stabile che prevede la continua contrazione dei muscoli ed una grande attenzione rivolta al suo corpo.
Non so se lo ha già fatto, ma dovrebbe parlarne assolutamente al medico di base, è necessario che sia un medico a valutare il suo stato di salute fisica prima di uno psicologo.
Dopo una valutazione medica approfondita potrà valutare meglio come muoversi: con un percorso individuale, una consulenza psichiatrica o entrambi.
Le auguro di stare presto meglio.

Un saluto

Dott.ssa Irma Bassani

Ciao Marco,
premetto che la tua richiesta non è di facile risposta, mi limiterò a risponderti con gli elementi da te forniti.

L'uso di sostanze può provocare esattamente quella sensazione, di fatto la parte psicotropa della cannabis può sortire quell'effetto, e l'episodio in questione è stato esacerbato dalla condizione psichica in cui ti sei trovato. E' probabile che l'evento abbia lasciato una ferita ancora aperta, legata alla paura e all'ansia di quello che ti stava accadendo, che necessità di guarire. Forse hai provato terrore, inevitabilità e impotenza e queste tre sensazioni non sono state elaborate a dovere, continuando a pungolarti fino ad oggi.
Ti suggerisco di rivolgerti ad un esperto per elaborare meglio l'accaduto e cercare di ripristinare una piacevole narrativa di vita.

Resto a disposizione,

Dott. Grazioli Adriano

Caro Marco, il suo breve racconto fa trasparire il suo malessere. Per poterle essere utile in qualche modo sarebbe opportuno approfondire i suoi vissuti cosi da comprenderli meglio e trovare con lei il modo di gestirli in modo costruttivo.
Resto a disposizione, un caro saluto, dott.ssa Sara Manzoni.

Salve Marco, mi dispiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL