Accettare un altro rapporto post rottura con evitante-narciso

Salve a tutti,

Questa storia fresca di giorni, mi spaventa già.
Vengo da una "non" relazione con una persona durata 4 anni, di cui due costanti. Per non relazione intendo vedersi in auto ogni sera post uscita con amici in comune, parlare fino all'alba del giorno dopo in cui era possibile anche che non ci saremmo rivisti.
Connettersi emotivamente, intellettualmente, sessualmente in modo profondo, vulnerabile, instabile ma bello.
In questi anni c'è stato durate un mio trasferimento e durante la morte di mio padre (che chiaramente mi ricorda), lutto che ha subito anche lui. Periodi bui, in cui la sua presenza mi ha dato calma e tante risate.
Ho portato avanti questa condizione stressandomi fino a dichiararmi ed essere rifiutata per il "non sono abbastanza, non sento quello che senti tu, sono veleno"
Dopo mesi di silenzi, ci siamo riavvicinati e lui una sera senza richiesta alcuna scoppia dicendomi che provava un sentimento, anche se era incapace di sfruttarlo, lo provava completamente, finalmente.
Dopo questo scoppio, rientra in se stesso al mio tentativo di prendere questo sentimento per noi, conoscendoci ormai davvero bene sia nel buio che nella luce. E' il mio compagno di giochi, il mio migliore amico, la mia persona preferita.
Continuiamo per 2 mesi, in cui lui, rassicurato dal mio non pressare più inizia ad aprirsi pian piano, mani nelle mani, carezze, baci. Ma sempre nell'auto o in casa, mai davanti agli altri o davanti un calice di vino.
Questa condizione mi stressa, sto per mollare ma ho bisogno di uno slancio.

Al gate dell'aeroporto incontro una persona, che in una settimana mi chiede di vederci 6 volte. Ci vediamo, sto bene e mi diverto tanto. Non è lui ma mi sembra ne valga la pena.
Parlo con l'altro dicendogli che si, io ti amo con ogni parte del mio cuore ma non mi basta più, non sto bene più così anche se so che stai facendo passi avanti verso di me. In più è arrivato un altro. Non cerco di farlo ingelosire e non cerco reazioni, spero solo lui migliori un giorno.
La sua reazione è il silenzio, il "vai" che è meglio, salvati da me che sono buio, non sono capace di amare. E lacrime, senza mai guardarmi.
Volevo salvarlo giuro ma non posso più, forse abbandonarlo dopo anni di presenza imprescindibile è il modo giusto per dargli una vera mano. Anche se non sarà per noi.

Ora, oltre il senso di colpa e il dover dimenticare il grande amore che mi brucia in petto, su cui lavorerò in terapia in cui sono già da 2 anni.

L'altra persona mi piace, mi fa ridere e mi somiglia forse un po', mi sta facendo un carico di attenzioni, mi dice quello che pensa quando lo pensa, mi sembra chiaro e diretto. Lo riconosco anche se non lo conosco ancora e non voglio andare di fretta perchè ho ansia di correre. Ho anche io bisogno dei miei spazi (cosa che mi accomunava all'altro). Ma mi sembra tutto quello che merito attualmente.

Come si accetta un amore o comunque delle attenzioni da una persona nuova, se non ho risolto ancora le vecchie nonostante sia consapevole di tutto? Se comunque non è lui, anche se sto bene, ma non è lo stesso che amo? Seppure sappia bene che non avrebbe saputo darmi niente, che c'era e mi amava ma a modo suo e che deve lavorare su se stesso.
Come faccio a non tornare indietro sui miei passi dove so che ho lasciato il mio cuore (in pausa) ?


Rileggendomi sembra quasi ovvia la risposta, ma purtroppo per me, preferirò sempre la sua inafferabilità che restava, la sua capacità di superare le mie barriere e vulnerabilità, il nostro modo di capirci a volo con un solo sguardo e l'odore della sua pelle.
Ma io dovevo andare, dovevo andare sperando che un giorno, migliorato mi aspetti sotto al portone a braccia aperte.

Scusate e vi ringrazio per aver letto fin qui.

Serena