Il gioco d'azzardo: un fenomeno in continuo aumento
Il gioco d'azzardo coinvolge intere famiglie. Capire quali sono i processi mentali, comportamentali e relazionali coinvolti è il primo passo per cercare di combatterlo.
Il gioco d'azzardo patologico è un fenomeno in continuo aumento negli ultimi tempi, che coinvolge in maniera diretta i giocatori e in maniera indiretta le famiglie di questi ultimi.
Sono diversi i fattori che inducono al gioco, a partire da una sempre maggiore facilità di accesso per arrivare ai punti vendita, alle pubblicità e alle strategie di marketing utilizzate per invogliare i fruitori, oltre che le possibilità di vincita finale. Questi sono alcuni dei fattori sociali che inducono le persone ad iniziare a giocare, a cui si aggiungono poi tutta una serie di fattori cognitivi, comportamentali e relazionali che vanno ad incidere sulla formazione e sul mantenimento di questa forma di dipendenza patologica.
Tra di esse possiamo citarne alcuni come esempio:
- l'illusione di poter controllare le giocate;
- la falsa credenza di poter predire le vincite;
- attribuire relazioni di causa - effetto a fenomeni puramente casuali;
- aspettative di cambiamenti epocali nella propria vita grazie al gioco;
- percezione di non riuscire a smettere di giocare;
- sovrastima delle proprie abilità.
Questi sono solo alcuni esempi dei processi di pensiero coinvolti nella mente del giocatore, che se perdurano nel tempo possono dare inizio ad una sintomatologia facilmente riconoscibile non solo in chi gioca, ma anche in chi è a stretto contatto con loro, come ad esempio familiari e amici; ad esempio possiamo riscontrare:
- necessità di giocare quantità sempre maggiori di denaro;
- facile irritabilità;
- incapacità di controllare il desiderio di andare a giocare;
- pensieri e preoccupazioni costanti legati al gioco durante la giornata;
- desiderio di giocare in momenti di difficoltà personale;
- inseguimento costante delle perdite di denaro;
- racconti di bugie per nascondere le giocate;
- vengono messe a repentaglio anche le relazioni affettive più intense;
- ricerca spasmodica di denaro anche quando questo è ormai finito.
Ovviamente i fattori di rischio possono essere tanti: dall'isolamento alle separazioni, dai lutti fino alle normalissime preoccupazioni della vita quotidiana, la noia, il desiderio di diventare ricchi e cosi via.
Per questa ragione diventa importante per i familiari iniziare a riconoscere i campanelli d'allarme, quali ad esempio la mancanza di soldi in casa o sul conto corrente, le assenze da casa prolungate, l'inizio di doppi lavori, la presenza di prestiti in banca, gli sbalzi d'umore, i cambiamenti di orari e di abitudini.
Tutto questo ha degli effetti devastanti all'interno della famiglia a livello economico, mentale, relazionale ed emotivo.
Diventa dunque fondamentale per queste famiglie rivolgersi a dei professionisti per cercare di riprendere in mano la situazione, mettendo in sicurezza il proprio patrimonio e successivamente lavorando sulle strategie da mettere in atto per aiutare l'intera famiglia a venire fuori da questo circolo vizioso.
Articolo del dottor Massimo Natale, iscritto all'Ordine degli Psicologi del Veneto
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